COVID, CONTAGI NELLA COMUNITÀ INDIANA. PREFETTURA: SI LAVORA A SCREENING PER INDIVIDUARE POSITIVI

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Prefettura di Latina

Oggi nuovo vertice in Prefettura per i contagi da Covid nella comunità indiana: presenti i sindaci dei sette comuni coinvolti, la Asl e un capo religioso della comunità Sikh di San Felice, Terracina, Fondi e Pontinia

“Da giorni, da quando abbiamo visto il primo caso di 350mila infetti in India, abbiamo deciso di fare una sorta di intensificazione dei contatti – ha spiegato il prefetto Falco all’Adnkronos Salute – Sul territorio sono quasi 15mila gli indiani regolari, e si paventa che ce ne siano altrettanti irregolari. Siccome questo è il periodo della raccolta, che vede impegnati moltissimi di loro, abbiamo deciso di valutare una serie di operazioni condivise con la Regione Lazio, con la Asl e i sindaci del territorio pontino. Sul campo abbiamo una serie di misure, a partire dall’intensificazione dei controlli negli aeroporti per capire se ci sono arrivi dall’India e lì fare arrivare dei depliant informativi in indiano, orientare tutti gli arrivi al concetto di quarantena come necessità per garantire la salute della propria comunità e di tutti, e fornire eventualmente qui in provincia dispositivi protezione”. 

“Sono stati mandati all’Istituto Spallanzani – ha dichiarato Falco – alcuni campioni dei 275 positivi rilevati dal primo marzo ad oggi, di cui 37 bambini per capire se la variante sia quella inglese o si manifesti invece con le due forme della variante indiana. Siamo ancora in attesa delle risposte ma da giovedì a Sabaudia si parte già con i capannoni dello screening”.

“A noi interessa il risultato sanitario – ha concluso il prefetto – Nel nostro territorio ricevono cure essenziali sanitarie anche gli stranieri temporaneamente presenti che non hanno una situazione di regolarità. C’é della fiducia da costruire, dovremmo fare ogni azione possibile. Se non fossimo vincenti nell’invito a fare i tamponi nelle sedi che stiamo scegliendo, stiamo valutando anche l’opportunità di utilizzare delle associazioni umanitarie famose per far sì che con strutture mobili sanitarie vadano loro nei territori dove ci sono queste situazioni, garantendo l’operazione di prevenzione sanitaria a prescindere dall’individuazione eventuale di irregolarità di soggiorno”. 

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