Presentato alla Regione Lazio, alla presenza del ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano, l’accordo per la riprogrammazione dei Programmi Operativi dei Fondi strutturali 2014-2020 in risposta all’emergenza COVID. L’accordo ha un valore complessivo di 646,2 milioni di euro
L’effetto congiunto delle modifiche regolamentari adottate dalla Commissione europea e delle norme contenute nel Dl Rilancio consentono alla Regione Lazio di destinare alle finalità dell’Accordo 290,5 milioni di euro per quanto riguarda l’FSE e di 355,7 milioni di euro per quanto riguarda il Fesr. Inoltre prevede anche una premialità sulla nuova programmazione FSC 2021-2027 che per il Lazio varrà 333 milioni di euro, oltre al riparto che verrà fatto del Fondo, e che consentiranno di rafforzare ulteriormente la programmazione di lungo periodo in interventi fondamentali per il territorio (infrastrutture, reti idriche, bonifiche, ambiente e tutela del territorio).
In particolare si tratta di cinque misure principali:
1. 222,3 milioni di euro per la sanità: 140 milioni per le spese emergenziali e oltre 82 milioni per un grande piano di rafforzamento della sanità territoriale, con l’acquisto di tecnologie sanitarie come acceleratori lineari, angiografi, tac, risonanze magnetiche, mammografi, e per la sanità digitale;
2. 8,2 milioni di euro per l’istruzione e la formazione: con l‘acquisto di beni e attrezzature per gli istituti e per i beneficiari finalizzato al superamento del divario digitale nell’accesso all’istruzione e alla formazione professionale;
3. 133,4 milioni di euro per sostenere le attività economiche: con i fondi utilizzati per ampliare la platea dei beneficiari di “Pronto Cassa”, i prestiti di 10mila euro a tasso zero a imprese e professionisti, e un piano da ulteriori 51 milioni di euro per il contenimento temporaneo della pressione fiscale sulle imprese;
4. 237,2 milioni di euro per il lavoro: quasi 194 milioni per la cassa integrazione in deroga erogata dall’INPS e oltre 43 milioni per il sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti del settore privato, le indennità di tirocinio e lo sviluppo del lavoro agile (smart working);
5. 45,1 milioni di euro per interventi nel sociale: strumenti di conciliazione fra lavoro, formazione e cura dei minori, da una parte, e servizi di sostegno per le persone in condizione di fragilità aggravata dalla crisi, dall’altra. Per queste ultime, in particolare, pensiamo ad un piano per alleviare il peso delle rette universitarie per gli studenti per cui vogliamo investire 23 milioni di euro confidando che la Commissione europea acconsenta a questo utilizzo delle risorse comunitarie del Fondo sociale.
Con l’accordo viene garantita la copertura integrale degli interventi già identificati nei Programmi Operativi e non più sostenuti da risorse comunitarie. L’accordo prevede la rifinalizzazione dei fondi POR su 5 misure orizzontali: sanità, formazione, imprese, lavoro, sociale.
Si apre lo spazio per alcune importanti azioni strategiche che la Regione Lazio è pronta a proporre e che saranno oggetto di una concertazione con l’Europa, tra cui:
• 82 milioni per un grande piano di rafforzamento della sanità territoriale, con l’acquisto di tecnologie sanitarie (acceleratori lineari, angiografi, tac, risonanze magnetiche, mammografi), e della sanità digitale;
• 51 milioni per il sostegno alle imprese attraverso il contenimento temporaneo della pressione fiscale eintervenendo in particolare sul secondo acconto IRAP 2020 per le PMI laziali;
• 23 milioni per gli studenti universitari con un intervento per garantire residenzialità e borse di studio;
• Ulteriori investimenti per 156 milioni per la digitalizzazione e beni pubblici fondamentali, in particolare nel sistema scolastico; per l’acquisto di mezzi di trasporto non inquinanti per le imprese; per il rilancio dell’attività produttiva in agricoltura; per la promozione turistica del territorio; per il sostegno ai servizi per gli anziani e per le persone con disabilità.
“Per creare sviluppo in Italia non servono le parole ma i fatti. Con il ministro Provenzano abbiamo firmato un accordo per rimettere nell’economia risorse importanti, ed è esattamente quello di cui ora c’è bisogno. Investire sull’economia, sulla sanità, sulla digitalizzazione e sul benessere delle persone. Ora è il momento dei fatti, e questo è un fatto importante che abbiamo conquistato – così il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: l’Italia ha bisogno di segnali concreti per riaccendere i motori dell’economia e creare lavoro, e questo lo si fa con gli investimenti e con le semplificazioni. Anche perché abbiamo sempre parlato di Italia semplice come grande aspettativa del Paese”.
“Dal mio punto di vista voglio sottolineare l’importanza del metodo: leale collaborazione, non solo formale ma sostanziale. Le scelte sono state compiute dalla Regione, inserite nelle linee guida nazionali. Il ‘centro’ ha svolto il ruolo che deve svolgere e la Regione ha operato le scelte migliori L’effetto complessivo è un incremento degli investimenti pubblici, anche grazie al decreto Rilancio: non stiamo definanziando alcun intervento, ma c’è anzi una premialità importante che si aggiunge alla programmazione complessiva. Tutto ciò ha una valenza politica che va oltre la Regione: abbiamo, agli occhi della Ue, soprattutto in questo passaggio, una sfida di credibilità come Paese”- parole del ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano.
“L’accordo firmato oggi è una grande opportunità che consente alla Regione Lazio, prima in Italia, di utilizzare le risorse della programmazione in corso per fronteggiare la grave emergenza sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo, secondo quanto previsto dalle modifiche regolamentari adottate dalla Commissione europea e dal decreto Rilancio. È grazie alla collaborazione con l’Europa e lo Stato se la Regione può riprogrammare gli interventi per rispondere alla crisi e confermare l’impianto, le risorse e la programmazione in corso. L’Europa consentirà infatti di certificare al 100% le spese sostenute nei prossimi 12 mesi, liberando dai programmi una quota equivalente relativa al loro cofinanziamento nazionale e regionale. Lo Stato consente alla Regione, da una parte, di riprogrammare economie disponibili sul Fondo Sviluppo e Coesione, dall’altra, di disporre di dotazioni aggiuntive dello stesso Fondo”- così Alessandra Sartore, assessore alla Programmazione economica e Bilancio.