CORI, “L’ALTRA CITTÀ”: “IN CONSIGLIO CONFERMATE IRREGOLARITÀ NEI LAVORI PER LA FRANA”

La maggioranza minimizza e da la responsabilità ai proprietari delle abitazioni. L’opposizione procede con le denunce

Di seguito il corposo comunicato diffuso dal gruppo di opposizione “L’Altra Città”.

“Finalmente il 23 febbraio scorso, a circa un mese dalla richiesta, s’è tenuto il consiglio comunale straordinario e urgente più volte sollecitato dai Consiglieri de L’Altra Città per conoscere lo stato della più importante opera pubblica realizzata dall’amministrazione De Lillis e finanziata dalla Regione Lazio con 4,5 milioni di euro.

L’intervento, realizzato su uno dei principali fossi che circondano l’impianto urbanistico antico, era finalizzato a ridurre il rischio di erosione della costa e il rischio idrogeologico.

Invece, a fine gennaio, ad un mese dall’inaugurazione pubblica e dell’apertura della “passeggiata panoramica”, un ingente evento franoso ha distrutto parte delle opere realizzate.

L’opposizione chiede il Consiglio Comunale straordinario e urgente

Il gruppo di opposizione de L’Altra Città, preoccupato per la sicurezza e per le responsabilità, aveva avanzato molti dubbi sulla regolarità dei lavori: dalla mancanza dei collaudi al momento dell’inaugurazione e dell’apertura al pubblico, al mancato rispetto delle prescrizioni delle autorità sovra-comunali, alla “passeggiata panoramica” non autorizzata, alla mancanza del sistema fognario.
Per questo il primo febbraio chiede un consiglio straordinario ed urgente per informare la cittadinanza e conoscere lo stato reale della frana e dei lavori.

Ma l’amministrazione De Lillis tergiversa e solo a seguito di solleciti, il 23 febbraio convoca l’assise per chiarire e presentare le misure da intraprendere.

L’opposizione presenta una proposta di deliberazione tesa ad impegnare l’amministrazione guidata da De Lillis ad attivare immediatamente la messa in sicurezza dell’area franata e più complessivamente a verificare la sicurezza complessiva dell’intervento; ad attestare la regolarità dei lavori nel rispetto delle prescrizioni e delle raccomandazioni degli Enti e Organismi sovra-comunali; a stimare gli interventi necessari per il ripristino dell’opera con i relativi costi; ad accertare tutte le responsabilità e mettere in atto le conseguenti attività risarcitorie al fine di non far ricadere eventuali ed ulteriori costi sui cittadini di Cori e Giulianello; ed infine a informare tutti gli Enti e gli Organismi sovracomunali di competenza nonché la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti per accertare ogni eventuale ipotesi di reato penale e contabile.

<<Soprattutto – afferma Silvi – siamo preoccupati per la incolumità della popolazione e delle cose, in quanto l’intervento e la frana sono proprio sotto l’abitato. E ci sembra che si stia minimizzando l’accaduto, nonostante si sia fortunatamente scampata una tragedia, perché la frana si è riversata su questa fantomatica “passeggiata” >>.

Il presidente del Consiglio Comunale, Anna Maria Tebaldi, aveva informato la minoranza che tutti i tecnici e le ditte appaltatrici sia dei servizi di progettazione sia dei lavori erano stati invitati a partecipare al Consiglio per poter offrire le spiegazioni e le informazioni di competenza.

Ma nel Consiglio non si presenta nessuno: né la Società Hypro Srl, né le società GEODES S.r.l. , S.M. EDILIZIA S.r.l. e NOMENTANA APPALTI S.r.l.
Sono presenti solo l’ing. Proietti uno dei progettisti che fa parte della direzione lavori capitanata dall’Ing. Vincenzo Secreti della Hypro srl e il responsabile dei lavori pubblici del comune di Cori nonché Responsabile Unico del Procedimento, ing. Luca Cerbara.

Assenti importanti figure come il Collaudatore Tecnico Amministrativo in corso d’opera: Arch. Stefano Palombelli; il Collaudatore delle Strutture in corso d’opera: Ing Leonardo Arezzini; l’ispettore di cantiere: l’arch. Mauro Middei.

“Faccenda incresciosa”: l’arringa del sindaco De Lillis e il silenzio dell’assessore Afilani
Ancor prima di dare corso all’esposizione dei fatti e alle valutazioni dei tecnici, il sindaco Mauro De Lillis esprime voto contrario alla proposta di deliberazione dalla minoranza.
“Alcune risposte vanno date” afferma il sindaco. Ma, in buona sostanza, i controlli vanno fatti in casa: quindi i controllori saranno gli stessi controllati.
Pertanto nessun coinvolgimento di organismi terzi e super partes per le valutazioni sulla sicurezza e sulle responsabilità.
Anzi il sindaco bacchetta la minoranza: “Secondo me la politica va fatta in altro modo per conquistare la fiducia del suo popolo. […] Mi sento sereno difronte a questa vicenda incresciosa”.
<< Minimizzare come vicenda incresciosa questi fatti, ci sembra un atteggiamento irresponsabile – sottolinea Silvi – perché la frana avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, in quanto la così detta “passeggiata” era frequentata da cittadini e visitatori>>.
Pesante è stato il silenzio dell’assessore ai lavori pubblici Ennio Afilani che ha ritenuto, o è stato consigliato, di non proferir parola. Un silenzio ingiustificabile per il suo ruolo di garante politico dell’operato dell’amministrazione!

L’opera e i suoi costi

Il progetto, finanziato dalla Regione Lazio, prende le mosse nel 2017 e prevede interventi per un importo di € 4.500.000,00.
Viene aggiudicata con un ribasso del 23% ed alle opere strutturali sono stati destinati, tenuto conto delle varianti, circa 2,9 milioni.

Il resto, compresi i risparmi del ribasso, sono andati per spese di progettazione, per inserire la rete corticale (quella crollata) e per gran parte degli incrementi dei prezzi delle materie prime che si sono determinati nel 2022.
Queste scelte, sottolinea il responsabile dell’ufficio tecnico, sono state fatte

<<pur di terminare i lavori>>.

Le cause della frana: modello geologico sbagliato

A tal proposito, molti balbettii. A seconda del caso, sono state indicate: le fogne private non collegate alla conduttura fognaria principale; oppure le copiose piogge del periodo (di siccità eccezionale!)
Ma alcune indicazioni importanti sulle cause della frana vengono date dallo stesso ing. Cerbara: <<la profilatura là, all’inizio, non è stata valutata bene, non si riteneva…si poi anche gli sbancamenti…>>
Vale a dire: la “profilatura”, ossia le indagini preliminari che dovevano indicare le diverse condizioni di stabilità dei diversi tratti del versante, non “è stata valutata bene”? si è stati approssimativi?
Il Tecnico della Direzione Lavori, ing. Proietti, conferma che le verifiche realizzate dopo la frana hanno fatto emergere che << il modello geologico utilizzato ha delle piccole difformità>>. In termini semplici, questo significa che, all’origine, non sono state valutate adeguatamente le caratteristiche del suolo e del sottosuolo dove si è andati ad intervenire.
E per finire: gli sbancamenti (della “passeggiata”?) sono stati eccessivi? Erano stati autorizzati sbancamenti per una comoda strada a due corsie, con tanto di imponente impianto di illuminazione?
<< L’ammissione dell’inadeguatezza del modello geologico e di sbancamenti eccessivi ci sembrano cose molto serie – sottolinea Silvi -. Comunque non si può lasciare l’accertamento delle cause della frana, e più complessivamente dello stato dell’intero intervento, a chi lo ha gestito.>>

Il collaudo non esiste

Così è stato affermato dall’ing. Luca Cerbara. Ci sarebbe una “relazione tecnica sui lavori strutturali”, ma non è stato chiarito quando sarebbe stata redatta: prima o dopo l’inaugurazione dell’opera avvenuta il 18 dicembre 2022?
Quello che è certo è che il collaudo finale non esiste.

Bisognerebbe anche capire se ci sono le condizioni per procedere al collaudo o se, a fronte della frana avvenuta a meno di un mese dall’inaugurazione, occorra procedere a nuove indagini e valutazioni.
Queste risposte non sono state fornite anche perché il tecnico del collaudo, ing. Arezzini, non era presente in aula e il RUP è stato reticente.

Poi, sempre il responsabile unico del procedimento, l’ing. Cerbara, ha affermato che l’inaugurazione dei lavori e l’apertura al pubblico della “passeggiata” in assenza di collaudo sarebbe stata un’incomprensione tra lui ed il sindaco: si sarebbero capiti male!

La passeggiata panoramica non autorizzata ma regalata dall’impresa

È stato confermato che la “passeggiata” non è stata autorizzata. Anzi, di più, secondo l’Autorità di bacino, come affermato dallo stesso ing. Cerbara, “non bisognava fare movimenti di terra”.

Doveva quindi trattarsi di una strada di cantiere “ma è venuta tanto bene, che la si può usare anche passeggiata aperta al pubblico”.

Le anomalie continuano. Come affermato sempre dal Responsabile comunale le opere della passeggiata (mega impianto di illuminazione, palizzata, pavimentazione) sono state regalate dalla Ditta che ha eseguito i lavori.

Le fogne non ci sono: le responsabilità sono dei privati

È evidente a occhio nudo che l’allaccio alla rete fognaria non c’è, tanto che un grande tratto degli scarichi urbani viene immesso direttamente ed a cielo aperto nel Fosso della Catena. E oggi, dopo la frana, sono emerse ulteriori fogne private sottotraccia non canalizzate che potrebbero essere una delle cause della frana stessa.

A questo proposito l’ing. Cerbara ci ha tenuto a informare che sono partite, per ben due volte, le diffide alle proprietarie per aver “mendacemente” autodichiarato la regolarità dei propri impianti fognari. Non solo, i privati dovranno provvedere a realizzare a proprie spese un sistema di sollevamento dei propri reflui e delle acque piovane per immetterli nel conduttura principale che si trova ad un livello stradale superiore. A tale proposito, sempre il Cerbara, informa che il sindaco sta valutando di emettere un’ordinanza sindacale per vietare gli scarichi privati.

Il consigliere Francesco Ducci ha fatto rilevare che si sta parlando di un assetto urbano antichissimo: costruzioni di periodo medioevale innestate sull’impianto delle mura poligonali di cinta dell’abitato antico, con interventi stratificati nei secoli. Gli stessi proprietari non possono avere certezze su quel sistema fognario, tanto che, in qualità di residente su quel tratto di abitato, è arrivato ad “autodenunciarsi” simbolicamente, ammettendo che, per le ragioni di cui sopra, lui stesso non può essere certo dello stato del sistema fognario di sua proprietà.

A onor di cronaca, il Sindaco ha tenuto a dissociarsi dalla posizione vessatoria del responsabile dell’ufficio tecnico nei confronti dei proprietari affinché provvedano a proprie spese al sistema di sollevamento dei reflui. Non ha però smentito la possibile emissione di una sua ordinanza di divieto di scarico dei reflui privati. In compenso ha

promesso (“per conquistare la fiducia del suo popolo”) un ulteriore progetto di sistemazione fognaria che veda coinvolta AcquaLatina.

A fronte di un progetto faraonico, anche solo per buon senso, la minoranza ha fatto rilevare che le analisi sullo stato del sistema fognario complessivo e la messa in opera di un adeguato nuovo sistema dovevano essere assolutamente propedeutiche a qualsiasi intervento di messa in sicurezza dell’area dal rischio idrogeologico.

Il sistema fognario: il sindaco decide di non farlo

A questo proposito l’ingegner Cerbara ha ripercorso velocemente la storia del progetto.
Nato nel 2017 aveva l’espressa previsione di sistemazione del sistema fognario: intervento propedeutico, per l’appunto, a qualsiasi altro intervento strutturale.

Comunque, per ben due volte il progetto fognario non viene approvato, perché non rispondente ai requisiti del Piano di Assestamento Idrogeologico. E si è anche vantato di non aver pagato il professionista che ha redatto il secondo progetto per il quale erano stati stanziati di circa 160.000,00. Vorrà dire che l’Ente dovrà affrontare un’ulteriore chiamata in giudizio per mancata corresponsione degli importi dovuti al progettista?

Non solo, l’ing. Cerbara ha affermato che, in fase di sbancamento, le fogne già esistenti, seppur irregolari, sono state smantellate e mai ripristinate.

Il Consigliere Ducci fa notare l’incongruenza delle dichiarazioni dell’ingegnere: se le fogne debbono essere a carico dei privati, perché l’Ufficio tecnico si è tanto impegnato su quei progetti?

Comunque, a fronte della mancata approvazione del progetto di regimentazione dei reflui e delle acque pluviali, nel 2022 viene deliberata dal Sindaco e dalla Giunta Comunale, una variante che, pur di procedere con il resto dei lavori, stralcia l’opera fognaria e va avanti con le opere strutturali.

“Ci sembra che il sindaco e la Giunta, con l’approvazione di quella delibera proposta dall’Ufficio tecnico (o forse sollecitata all’ufficio tecnico?), abbiano sottoscritto una scelta “tecnica” scellerata: andare a costruire opere strutturali senza rimuovere, anzi dopo aver peggiorato, le condizioni del sistema fognario”.

I regali della ditta

Sempre su affermazione dell’ing. Cerbara, la ditta (quale?) ha regalato la “passeggiata” con l’imponente impianto di illuminazione, la palizzata e parte della rete di contenimento poi franata.

Certo, c’è da meravigliarsi di tanta magnanimità di questa ditta!

La messa in sicurezza e i costi del ripristino: pagano anche cittadini

È stato comunicato che gli interventi di messa in sicurezza dell’area della frana sono stati avviati. Ma ci si chiede: come è possibile mettere in sicurezza quel tratto se ci sono le fogne private a cielo aperto?

Ancora più inquietante è che si stia intervenendo senza aver fatto indagini, se non quelle di un semplice “sopralluogo a vista”.

Ci sono problemi strutturali? Ci sono carenze realizzative? Non è dato sapere nel dettaglio (fatto salvo l’accertata inadeguatezza del modello geologico utilizzato).

La ditta sta togliendo la montagna di terra franata che verrà smaltita a spese del Comune, quindi dei cittadini.

Insomma, senza un’analisi che determini le cause dell’accaduto, si va a “mettere una toppa”.

La sicurezza complessiva dell’opera non è stata neanche messa in discussione.

L’ufficio tecnico si attende che con il collaudo (si potrà fare?) i lavori saranno consegnati con tutti i requisiti di sicurezza, e, magari, la strada di cantiere assurgerà a “passeggiata”. Nel frattempo verrà messo un cancello sulla “passeggiata”. Di certo non è stata emessa nessuna ordinanza, né sindacale né del dirigente, per interdire al pubblico i luoghi oggetto della frana.

“Ma, d’altra parte, – osserva Silvi – non si poteva chiudere al pubblico una cosa che non si sarebbe mai potuta aprire!”.

Nella maggioranza una timida voce di dissenso

Aristide Proietti è stato l’unico consigliere di maggioranza ad intervenire, sottolineando come il gruppo di maggioranza non sia mai stato adeguatamente informato sullo stato dell’arte né ha visto (se esiste) una relazione sulla frana. E a proposito delle tematiche legate alla sicurezza, chiede dove sono gli altri attori: geologo, il responsabile della sicurezza? E l’impresa ha delle responsabilità contrattuali? E si chiede <<siamo stati leggeri?>>

“Peccato però che il consigliere Proietti, nonostante abbia correttamente rilevato l’ammissione della mancanza di collaudo, si sia comunque allineato alla sua maggioranza, non recependo le richieste di chiarezza a favore della sicurezza. Ci saremmo aspettati che almeno si fosse astenuto”, conclude Silvi.

In conclusione il capogruppo de L’Altra Città, afferma: “Questo consiglio comunale straordinario è stato di sicuro un autogoal dell’amministrazione che ha ammesso tutte le irregolarità che aleggiavano nell’aria e anche molte altre.
Ci ha dato modo, inoltre, di conoscere la scelta dell’amministrazione di gestire questo evento così grave in modo autoreferenziale: minimizzando l’accaduto, minimizzando i rischi per la sicurezza, minimizzando le responsabilità.

La nostra proposta di deliberazione voleva responsabilizzare tutto il consiglio a favore degli interessi della collettività. Ma a priori non è stata accolta.
Abbiamo comunque raccolto informazioni ufficiali che ci confortano nella scelta di adire agli organismi sovra-comunali, proprio perché la politica si fa con chiarezza e trasparenza”.

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