Non solo il Decreto Riaperture che consente di entrare nel vivo della Fase 2, ma anche un’ordinanza di Regione Lazio, concertata in sede di Conferenza Stato-Regioni, con cui si stabiliscono criteri e modalità per la “nuova” vita a cui saranno chiamati cittadini, consumatori e, sopratutto, esercenti: dai centri commerciali ai mercati, dai parrucchieri agli estetisti, dai bar ai ristoranti, dalle attività sportive ai diportisti, ognuno avrà la sua buona fetta di ritorno alla normalità, con prescrizioni precise tra le quali, su tutto, una responsabilità individuale e il dovere di indossare mascherine ed evitare assembramenti
A decorrere dal 18 maggio, si legge nell’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Nicola Zingaretti, sono consentite le seguenti attività economiche, commerciali e artigianali: commercio al dettaglio in sede fissa, compresi centri commerciali e outlet; commercio su aree pubbliche (mercati, posteggi fuori mercato e chioschi); attività artigianali; servizi di somministrazione di alimenti e bevande; attività di servizi della persona (a titolo esemplificativo barbieri, parrucchieri centri estetici, centri tatuatori e piercing), con l’esclusione delle attività di gestione di bagni turchi, saune e bagni di vapore; agenzie di viaggio.
Sempre a decorrere dal 18 maggio 2020, sono inoltre consentiti: lo svolgimento di attività sportive individuali, anche presso strutture e centri sportivi, nel rispetto delle misure di sanificazione e distanziamento fisico tra gli atleti, nonché tra atleti, addetti e istruttori, con esclusione di utilizzo degli spogliatoi, piscine,palestre, luoghi di socializzazione; l’attività nautica di diporto; il pilotaggio di aerei ultraleggeri; l’attività di pesca nelle acque interne (fiumi, laghi naturali e artificiali) e in mare (sia da imbarcazione che da terra che subacquea); l’attività di allenamento e di addestramento di animali in zone ed aree specificamente attrezzate, in forma individuale da parte dei proprietari o degli allevatori e addestratori; l’apicultura; la caccia selettiva delle specie di fauna selvatica allo scopo di prevenire ed eliminare gravi problemi per l’incolumità pubblica.
A decorrere dal 18 maggio 2020 è inoltre consentito, per le attività ancora sospese, l’accesso alle strutture e agli spazi aziendali esclusivamente al personale impegnato in attività di allestimento, manutenzione, ristrutturazione, montaggio, pulizia e sanificazione, nonché a operatori economici ai quali sono commissionate tali attività finalizzate alla predisposizione delle misure di prevenzione e contenimento del contagio propedeutiche a successivedisposizioni di apertura. Le attività consentite riguardano anche i parchi divertimento e i parchi tematici. Le attività di cui è consentita la riapertura adottano tutte le generali misure di sicurezza relative, a titolo esemplificativo e non esaustivo, all’igiene personale e degli ambienti e del distanziamento fisico, nonché quelle specificamente definite per ciascuna tipologia nelle Linee di indirizzo.
Tali linee prevedono informazione; misurazione della temperatura per lavoratori e clienti; prodotti per lavaggio mani a disposizione della clientela; igienizzazione e sanificazione quotidiana dei locali; prenotazione (ad esempio per ristoranti e centri estetici); il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti e se possibile utilizzo degli spazi esterni (all’aria aperta); tavoli nei locali pubblici distanziati di almeno un metro e mezzo oppure l’utilizzo di barriere divisorie; percorsi differenziati in entrata e uscita; mascherine da rimuovere solo se si consuma senza posarle sui tavoli del locali; tovaglie e tovaglioli monouso.
Queste, grossomodo, compresi altri dettagli che variano da esercizio a esercizio, sono le prescrizioni che dovranno osservare gli esercenti di quel tessuto commerciale e produttivo che più di tutti è stato colpito dal lockdown necessario a contenere la pandemia. Ma è chiaro che la responsabilità non è solo in capo a chi offre ma anche a chi usufruisce: un cliente che dovrà essere il primo vigile per sé e per gli altri – nella nuova vita tutti dovranno convivere con il Coronavirus che ancora non è stato debellato: se sarà un vaccino, una cura o una naturale estinzione della malattia – come fu con la Spagnola cento anni fa – questo non lo sa con certezza nessuno e il dibattito nella comunità scientifica è molto variegato e acceso.
Le linee guida stilate dalla Regione riguardano 10 macro-aree: ristorazione; strutture ricettive; servizi alla persona (saloni di barbieri e parrucchieri, centri estetici, istituti di bellezza, servizi di manicure e pedicure, attività di tatuaggio e piercing); commercio al dettaglio; commercio al dettaglio su area pubblica; esercizi commerciali di abbigliamento e calzature; centri commerciali; uffici aperti al pubblico; manutenzione del verde; musei, archivi e biblioteche.
Per quanto riguarda le spiagge (attrezzate o libere) e il mare, che ancora tanto faranno discutere con la bella stagione alle porte, per ora ancora non si conoscono precise indicazioni e molto, almeno per questo momento, è demandato alle scelte degli Enti locali, i Comuni, che avranno la responsabilità di stabilire modalità di fruizione in sicurezza per evitare l’effetto California dove, sostanzialmente, nelle enormi spiagge che hanno a disposizione, neanche la paura del Coronavirus ha evitato assembramenti molto pericolosi.
Inoltre, per i i parchi pubblici, un Sindaco può decidere di (ri)chiuderli nel caso in cui non si fosse in grado di rispettare le misure di sicurezza. Un esempio che vale sicuramente per Latina dove il parco Falcone e Borsellino, dal 4 maggio, è stato preso d’assalto da molti giovani i quali, complice la primavera e un’adolescenza che chiede di potersi esprimere, vede ogni pomeriggio gruppi più o meno grandi assembrati e senza protezioni individuali. Sta agli amministratori prendere le necessarie contromisure.