CONTENZIOSO PER IL DEPURATORE DI GAETA: COMUNE PAGHERÀ 750MILA EURO A ENI

Comune di Gaeta
Comune di Gaeta

Gaeta: la giunta municipale approva una delibera per corrispondere all’Eni una cifra superiore ai 700mila euro

È una delibera approvata dalla Giunta Lecce lo scorso 30 dicembre 2022 con cui si concretizza lo schema di proposta transattiva a seguito di due sentenze del Consiglio di Stato che hanno visto soccombere l’ente.

Si tratta della conclusione della procedura espropriativa per aver il Comune realizzato su terreni Eni esterni al Deposito carburanti di Gaeta, in località Arzano sul Lungomare Caboto. La storia è annosa e piuttosto articolata, ad ogni modo ben riassunta dall’accordo con cui l’ente ha realizzato una transazione economica con l’Eni

Eni S.p.A., il gigante dell’energia e del petrolio, ormai azienda multinazionale creata dallo Stato italiano, è proprietaria sul Lungomare Caboto di vari terreni su parte dei quali insistono due depositi carburanti: il deposito di Arzano e il deposito di Casalarga. Sui terreni esterni ai succitati depositi, di proprietà di Eni, il Comune di Gaeta, a fronte dell’avvio di procedura di esproprio, con occupazione avvenuta nel 1997, ha realizzato il proprio depuratore delle acque.

La struttura occupa una porzione di terreno di 14.875 metri quadri al quale peraltro si accede utilizzando una parte della strada privata, intorno al deposito, che costeggia la recinzione del deposito. Il Comune di Gaeta ha collegato il depuratore con tubazioni di adduzione e scarico acque e una tubazione di acquedotto che di fatto asservono una fascia di terreno di proprietà Eni esterna alla recinzione del deposito.

Dopo due ricorsi al Tar, nel 1997 e nel 2002, da parte dell’Eni, che chiedeva la congrua indennità di esproprio, anni dopo il Consiglio di Stato emise due sentenze – la prima del 25 novembre 2011 e l’ultima del 12 febbraio 2013 – di accoglimento della richiesta Eni di risarcimento del danno ingiusto, ordinando al Comune di Gaeta di adottare il provvedimento di acquisizione non retroattivo delle aree occupate.

Inoltre, i giudici di Palazzo Spada stabilirono che Eni dovesse l’indennizzo del pregiudizio patrimoniale e la maggiorazione a titolo risarcitorio dell’interesse al 5% annuo sul valore delle somme da corrispondere. Ad aprile 2013, in ragione delle ordinanze del Consiglio di Stato, i due enti – Comune e Eni – stabilirono in contraddittorio le aree effettivamente interessate dalla realizzazione del depuratore.

Sono passati ormai dieci tanto è che Eniservizi, per evitare la prescrizione, ha notificato alle parti interessate un avvio di procedimento di ottemperanza al quale il Comune di Gaeta ha dato la sua disponibilità così da avviare una trattativa: un compromesso per pagare ciò che è dovuto all’azienda energetica.

La perizia dell’Eni ha determinato il valore unitario del suolo oggetto di cessione al Comune pari a 20 euro per metro quadro, mentre per le aree oggetto di servitù il valore scende a 12 euro a metro quadro. Un totale complessivo per una cifra di 333mila euro che, però, con il calcolo di indennità rivalutato al 5% annuo, per 25 anni (il Comune occupò nel 1997), fa lievitare la cifra a 750mila euro: per l’esattezza 750.699, conseguenza del calcolo di indennità che ammonta a 417mila euro.

Il Comune di Gaeta, secondo l’accordo, corrisponderà la somma ad Eni in 3 annualità con 3 rate di pari importo (250.233 euro) con scadenza al 31 dicembre di ciascun anno.

Articolo precedente

SERMONETA: AL VIA LE DOMANDE PER IL SERVIZIO CIVILE

Articolo successivo

FONDI VERA: LE NOSTRE 20 PROPOSTE PER LA CITTÀ INCLUSIVA

Ultime da Cronaca