Confisca patrimonio Iannotta: alle battute finali il ricorso in Corte d’Appello presentato dalla difesa dell’imprenditore di Sonnino
Il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma ha chiesto che venga confermata la confisca a carico di Luciano Iannotta, l’imprenditore di Sonnino, coinvolto nel processo che si svolge davanti al terzo collegio del Tribunale di Latina, derivante dalla maxi inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia denominata “Dirty Glass”. Oggi, 29 ottobre, dopo due anni di udienze, oltreché alla discussione del procuratore generale, hanno parlato anche i terzi coinvolti nella confisca. Oltre a Luciano Iannotta, assistito dall’avvocato Mario Antinucci, infatti, sono stati coinvolti nella confisca, tra gli altri, anche Filippo Iannotta, Setina Costruzioni Srl, Timewarp, Lorenzo Feudo, Oscar Immobiliare e Giorgio Destro. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Stefano Perotti, Valerio Righi, Cristina De Angelis, Francesco Vasaturo, Fabrizio Mercuri e Lorenzo Litterio.
L’appello proposto dalla difesa è stato avanzato contro il decreto di sequestro, poi diventato confisca, al patrimonio di Iannotta, ammontante a 50 milioni di euro. Nel corso del ricorso in Appello c’è stata anche la nomina di un perito per la verifica sui numeri effettivi di quella che il legale dell’imprenditore ha definito la “più vasta confisca patrimoniale del sud pontino nel dopoguerra, attraverso l’obbligatorio accesso alle banche dati pubbliche e private, ivi incluse le istruttorie bancarie dei numerosi finanziamenti dei più importanti istituti di credito ignorati sia dagli Organi inquirenti sia dai Giudici di primo grado”.
L’incarico è stato conferito al perito Carlo Angelini così da svolgere le necessarie verifiche sui presupposti di proporzionalità nel giudizio patrimoniale della confisca che, a più riprese, l’avvocato Antinucci, ha sollecitato nel giudizio di primo grado e nei motivi d’appello.
Sarà il Collegio della Sezione IV per le misure di prevenzione, composto dai Giudici Flavio Monteleone, Giovanni Neri e Aldo Morgigni, a decidere sul ricorso per la confisca Iannotta. La prossima data è quella del 12 novembre quando discuterà la difesa di Iannotta, dopodiché i giudici dovrebbero ritirarsi in camera di consiglio e decidere se confermare o meno la confisca.
A settembre 2023, la Polizia di Stato, attraverso investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine della Questura di Latina, aveva eseguito il provvedimento di confisca emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta formulata dal Procuratore Francesco Lo Voi, insieme al Questore di Latina.
Il provvedimento ablatorio, che seguiva l’analogo provvedimento di sequestro eseguito nel febbraio del 2022, riguarda beni, assetti societari e rapporti finanziari per un valore complessivamente stimato di circa 50 milioni di euro, riconducibili direttamente ovvero per il tramite di una folta schiera di prestanome all’imprenditore pontino, Luciano Iannotta, in passato consigliere comunale ed assessore del Comune di Sonnino, nonché Presidente della Confartigianato di Latina e del Terracina Calcio.
Iannotta era stato tratto in arresto nel settembre 2020, nell’ambito della cosiddetta operazione Dirty Glass (il cuo processo ancora in corso e appena iniziato riprenderà il prossimo 23 novembre presso il Tribunale di Latina), condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, in quanto ritenuto responsabile, in concorso con altri, dei reati di calunnia, sostituzione di persona, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, sostituzione di persona, omessa dichiarazione ai fini delle imposte, corruzione, autoriciclaggio, ricettazione, sequestro di persona, detenzione abusiva e porto di arma comune da sparo, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento personale, truffa aggravata, turbata libertà degli incanti e estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le investigazioni – spiegava una nota della Questura – oltre a documentare la pericolosità sociale di Iannotta, i cui trascorsi criminali abbracciano quasi un trentennio, hanno permesso di far luce sull’impero societario economico e finanziario realizzato, nel tempo, dall’imprenditore attraverso una spregiudicata abilità di infiltrare risorse illecite in canali istituzionali, con una pluralità di operazioni societarie tali da impedire la diretta riconducibilità delle stesse strutture alla sua persona. Il tutto a fronte di una complessiva situazione reddituale “dichiarata” di natura modesta o addirittura inadeguata, in alcuni casi, anche al semplice soddisfacimento delle primarie esigenze quotidiane personali e del suo nucleo familiare.
Il Tribunale delle Misure di prevenzione di Roma, accogliendo la proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Roma e dal Questore di Latina, ha disposto due anni fa la confisca di 1 impresa individuale, 1 fondazione, della totalità delle quote e dell’intero patrimonio aziendale di 37 compagini societarie, di cui 4 ubicate nel Regno Unito e 2 in Moldavia, di 119 fabbricati e 58 terreni , 57 veicoli, e 72 rapporti finanziari, per un valore complessivamente stimato di circa 50 milioni di euro.
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