Condannato per un carico di droga in Via Isonzo a Latina, il Tribunale ha revocato la misura a cui era ristretto
Il secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Nadile-Villani-Romano, ha accolto l’istanza dell’avvocato Italo Montini e revocato l’obbligo di firma al 37enne albanese Abazi Shkelzen, condannato, in primo grado, a 7 anni e mezzo di reclusione, per aver trasportato, insieme al cugino, Subashi Gencian (49 anni), il 30 marzo 2023, alla guida di un furgone, diversi chili di cocaina.
Lo scorso 4 ottobre, l’uomo, assistito dagli avvocati Italo Montini e Pasquale Cardillo Cupo, è stato condannato per detenzione di droga ai fini di spaccio. La condanna ha previsto anche una sanzione di 40mila euro. I due cugini albanesi (che secondo quanto emerso nel processo hanno smesso ogni tipo di rapporto), fermati entrambi nel 2023, hanno scelto due vie giudiziarie diverse.
Subashi Gencian, difeso dall’avvocato Agrippina Porcelli, era stato già giudicato col rito abbreviato, rimediando una condanna a 6 anni di reclusione lo scorso maggio. A emettere la sentenza era stato l’ex giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese.
La pena per Abazi Shkelzen è più alta della richiesta del pubblico ministero Marina Marra che si era fermata a 6 anni e 20mila euro di multa. La difesa aveva chiesto l’assoluzione o in subordine le attenuanti generiche, auspicando una condanna che non prevedesse il carcere. Nel corso della sua arringa, l’avvocato Montini aveva messo in luce un’intercettazione del cugino Gencian che scagionerebbe l’imputato il quale, secondo il legale, avrebbe avuto l’unica colpa di guidare un furgone carico di droga, ma a sua completa insaputa.
Prima della sentenza, Abazi Shkelzen aveva rilasciato alcune brevi dichiarazioni spontanee rivolte al Tribunale, professando la sua innocenza e spiegando di essere terrorizzato nella prospettiva di una eventuale condanna che, poi, è arrivata realmente.
LE INDAGINI – Il loro arresto, come detto, risale al pomeriggio del 30 marzo 2023, quando i Carabinieri della Stazione di Borgo Grappa Di Latina li fermarono. I due cugini albanesi, entrambi incensurati e residenti a Latina da tempo, erano praticamente degli insospettabili.
Entrambi sono stati fermati a bordo di un Doblò della Fiat, nel corso del quotidiano controllo alla circolazione stradale. Sin da subito tutti e due, così come hanno riportato i Carabinieri, si sono mostrati particolarmente agitati ed insofferenti e, per tale motivo, sono stati sottoposti a perquisizione all’esito della quale sono stati trovati in possesso di 16 panetti di cocaina, ognuno da circa 1 chilo, occultati all’interno di un secchio per la spazzatura. In tutto, circa 16 chili di droga.
Successivamente, la perquisizione domiciliare nell’abitazione degli arrestati, in Viale Kennedy (zona cimitero), ha dato esito negativo e lo stesso furgone regolarmente revisionato è risultato essere di proprietà del conducente.
Ad aprile 2023, i due uomini sono comparsi davanti all’ex giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. Sia il 49enne che il 37enne hanno negato di essere coinvolti nel traffico di sostanze stupefacenti, sostenendo di non essere stati a conoscenza della presenza dell’ingente carico all’interno del mezzo sul quale sono stati fermati.
Dopo la perizia disposta dall’allora Pm Claudio De Lazzaro, è stato accertato che la droga fosse pura al 74%. Ciò vuol dire che la cocaina accertata è di circa 11 chili.