CHILI DI COCAINA NEL FURGONE: 6 ANNI DI RECLUSIONE A UNO DEI DUE CUGINI

Un furgone come tanti in Via Isonzo a Latina fermato con un ingente carico di droga: arriva la condanna per uno dei due cugini

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha condannato col rito abbreviato a 6 anni di reclusione il 49enne Subashi Gencian, difeso dall’avvocato Agrippina Porcelli, per detenzione di droga ai fini di spaccio. La condanna è appena più lieve della richiesta formulata in sede di udienza preliminare dal pubblico ministero Antonio Sgarrella.

Gencian era stato fermato oltre un anno fa insieme al cugino a Latina: sorpresi con un carico ingente di droga da 11 chili di cocaina pura, trovata il 30 marzo 2023 a seguito di un controllo dai Carabinieri a Latina. I due hanno scelto due vie giudiziarie diverse, in quanto il cugino 37enne, Abazi Shkelzen, assistiti dagli avvocati Italo Montini e Maria Antonietta Cestra, ha scelto di essere giudicato col rito ordinario in un processo in corso di svolgimento presso il Tribunale di Latina.

Lo scorso 7 maggio, per il 37enne albanese si è svolta l’ultima udienza prima della discussione e della sentenza fissati per il 4 ottobre prossimo. Lo stesso imputato, Abazi Shkelzen, è stato esaminato, non prima di aver rilasciato una articolata dichiarazione spontanein cui si è detto completamente estraneo alle accuse. L’uomo ha spiegato che al momento dell’arresto lavorava per il cugino Subashi Gencian che gestisce una società di import export specializzata nella commercializzazione di fiori.

Il 37enne ha ripercorso tutto quel fatidico giorno del 30 marzo dell’anno scorso, spiegando di aver preso in prestito il furgone della ditta del cugino e di aver assistito successivamente a uno strano passaggio avvenuto dopo che i due avevano lasciato insieme il parcheggio del bar tavola calda 0773. Per strada, il cugino gli avrebbe detto di accostare e in quel momento sarebbe intervenuta una terza persona, mai identificata, con cui sarebbe avvenuto lo scambio.

Uno scambio che per il 37enne sarebbe rimasto misterioso, tanto che, dopo pochi minuti, una volta fermati dai Carabinieri, in Via Isonzo, con sua sorpresa avrebbe visto cosa conteneva il carico aggiunto per strada poco prima. Ascoltata la versione dell’imputato, il pubblico ministero De Lica ha posto al 37enne la questione principale della vicenda. Infatti, anche il cugino – il 49enne Subashi Gencian – sostiene di essere stato incastrato. Il problema è che entrambi si accusano a vicenda: due versioni uguali ma opposte. Ora, però, è arrivata la condanna per Gencian, una circostanza che potrebbe ripercuotersi anche per il 37enne.

Il loro arresto, come detto, risale al pomeriggio del 30 marzo 2023, quando i Carabinieri della Stazione di Borgo Grappa Di Latina li fermarono, in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. I due cugini albanesi, entrambi incensurati e residenti a Latina da tempo, sono praticamente degli insospettabili: il più giovane di loro è un imprenditore del settore dei locali notturni, mentre l’altro, a cui è intestato il furgone, risulta lavorare nel settore dell’export dei fiori.

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Entrambi sono stati fermati insieme, a bordo di un furgone (un Doblò della Fiat), nel corso del quotidiano controllo alla circolazione stradale. Sin da subito tutti e due, così come hanno riportato i Carabinieri, si sono mostrati particolarmente agitati ed insofferenti e, per tale motivo, sono stati sottoposti a perquisizione all’esito della quale sono stati trovati in possesso di 16 panetti di cocaina, ognuno da circa 1 chilo, occultati all’interno di un secchio per la spazzatura. In tutto, circa 16 chili di droga.

Successivamente, la perquisizione domiciliare nell’abitazione degli arrestati, in Viale Kennedy (zona cimitero), ha dato esito negativo e lo stesso furgone regolarmente revisionato è risultato essere di proprietà del conducente.

Ad aprile 2023, i due uomini sono comparsi davanti all’ex giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. Sia il 49enne che il 37enne hanno negato di essere coinvolti nel traffico di sostanze stupefacenti, sostenendo di non essere stati a conoscenza della presenza dell’ingente carico all’intero del mezzo sul quale sono stati fermati.

Dopo la perizia disposta dall’allora Pm Claudio De Lazzaro, è stato accertato che la droga fosse pura al 74%. Ciò vuol dire che la cocaina accertata è di circa 11 chili.

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