COLTIVA 9MILA PIANTINE DI MARIJUANA AD APRILIA: CONDANNATO A OLTRE 4 ANNI

Arrestato a settembre scorso per aver coltivato una mega piantagione di marijuana scoperta dalla Guardia di Finanza: condannato

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ha condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione il 40enne Damiano Murgia, arrestato dalla Guardia di Finanza per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.

Per l’uomo, di origine sarda, giudicato col rito abbreviato, il sostituto procuratore di Latina, Giorgia Orlando, aveva chiesta la medesima pena poi effettivamente comminata dal Gup Cario.

Il caso che aveva coinvolto Murgia, come detto, risale al settembre dell’anno scorso quando i Finanzieri di Latina avevano individuato una estesa piantagione di circa 9.000 piante di canapa indiana, coltivata a cielo aperto su un terreno agricolo isolato ubicato nel comune di Aprilia di 40.000 mq apparentemente adibito alla legale coltivazione di semi di canapa sativa light.

L’attività dei Finanzieri aveva portato ad effettuare una serie di approfondimenti investigativi e sopralluoghi nei pressi della piantagione, riconducibile a una società agricola operante nel settore della “coltivazione di fiori all’aperto”.

La successiva attività di perquisizione fu effettuata alla presenza del titolare della azienda agricola, per l’appunto il 40enne Murgia, il quale, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, aveva tentato di comprovare la “legalità” della piantagione esibendo documentazione contabile concernente l’acquisto di “sementi certificati” (ammessa dal quadro normativo), risultata incompleta e non congruente con l’estensione della piantagione monitorata.

Secondo i militari, l’elevato numero di piante di cannabis sottoposte a sequestro avrebbe comportato un quantitativo stimato di circa 2.500 chili di marijuana, che al dettaglio avrebbe fruttato circa 10 milioni euro.

Recentemente, Murgia si era visto respingere dalla Cassazione anche il ricorso contro al pronuncia del Tribunale del Riesame che gli aveva negato la misura meno restrittiva degli arresti domiciliari.

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