COLPITO ANCORA IL PATRIMONIO DEL “SARDO” DI SEZZE: SCATTANO CONFISCA E SORVEGLIANZA SPECIALE

I Carabinieri hanno eseguito il provvedimento di sorveglianza speciale disposto dal Tribunale a carico del 55enne di Sezze

Oggi, a Sezze, i Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, coadiuvati in fase esecutiva dal Comando Stazione Carabinieri di Sezze, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca e ad un decreto applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – misure di prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, nei confronti del 55enne pontino, Franco Marongiu, già imputato nel procedimento penale per traffico di stupefacenti dalla DDA di Roma, ritenuto soggetto pericoloso “generico” non in grado di giustificare con un reddito lecito l’acquisto dei beni posti in sequestro.

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L’attività di indagine, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto la direzione della Procura pontina, si è svolta nell’ambito delle investigazioni successive all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa, a giugno 2022, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma nei confronti di dieci persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati in materia di stupefacenti. Si tratta dell’operazione Giano (leggi sotto). Tra i coinvolti vi era anche Pasquale D’Alterio, fratello del noto “padrino” di Fondi, Peppe ‘O Marocchino D’Alterio.

Ad ogni modo, non rientra in nessuna delle associazioni presunte (ipotesi fatte cadere dal Gip) dall’operazione Giano, il sezzese Franco Marongiu, pur essendo stato coinvolto in più indagini anti-droga, e recentemente in quella denominata “Oltremare” della Guardia di Finanza di Ostia. “Franco” è soprattuto un punto di riferimento per il narcotraffico pontino, compreso D’Alterio: insomma, non proprio uno qualunque. E la prova della sua fama, l’avevano data in più di una dichiarazione i due collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo.

Pugliese, figlio di Costanti “Cha Cha” Silvio, raccontò a investigatori e DDA di Marongiu, spiegando di avergli rubato una partit di droga, ma non tralasciando il fatto che fosse un narcotrafficante temuto e rispettato in zona: “Ferdinando Pupetto Di Silvio mi disse che la gente ci temeva ma non riuscivamo a fare soldi con questo spaccio al dettaglio Io proposi di aiutarli e cercai contatti per acquistare fraudolentemente droga. Trovai, tramite Pellerani Ermes, una persona sarda di Sezze che mi fornì un kg di cocaina, una persona di circa 50 anni. Era una persona ai domiciliari, potrebbe chiamarsi Marongiu ma potrei sbagliarmi, era una persona dì spicco. La droga avrei dovuto pagarla 40.000 euro più mille per il trasporto. Il mio intento era fare una truffa”. Alla fine Pugliese e Pupetto riuscirono a scappare con circa un chilo di droga, mai pagata.

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L’indagine patrimoniale su Marongiu ha consentito di dimostrare come l’uomo, dal 2004, quasi senza soluzione di continuità sino ad almeno al giugno 2022, sia stato una persona dedita ad attività delittuosa in materia di stupefacenti in assenza di attività lavorativa lecita da cui derivare fonti di reddito a base del patrimonio accumulato negli anni.

L’odierno provvedimento ha consentito di sottoporre a confisca beni per un valore complessivo di circa 400 mila euro. Il provvedimento obbligherà, altresì, l’uomo, per i prossimi 3 anni, a non allontanarsi dal comune di residenza o abituale dimora, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 21.30 alle 06.30, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro ed a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione.

Il provvedimento ha consentito di eseguire la confisca di beni, comprese un’auto e una villa a Monte Pilorci.

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