Operazione Reset: l’accusa del 416 bis regge anche presso il Tribunale del Riesame che ha respinto tutti gli altri ricorsi dopo quelli dei fratelli Travali
I giudici del Tribunale del Riesame di Roma hanno respinto i ricorsi delle altre persone colpite da ordinanza cautelare: Giuseppe Travali, Alessandro Zof, Giovanni Ciaravino, Ermes Pellerani, Alessandro Anzovino, George Valeriu Cornici e Valentina Travali (che ieri si è vista convalidare il carcere anche per aver violato i domiciliari a causa del video ai Palazzoni).
L’impianto accusatorio dell’operazione denominata Reset portata avanti dalla Squadra Mobile di Latina, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha retto di fronte al Riesame. Una decisione prevedibile dopo la bocciatura dei ricorsi presentati da Angelo e Salvatore Travali, considerati, insieme a Costantino Cha Cha Di Silvio, ai vertici del sodalizio.
Per tutti i 19 arrestati (leggili qui) – tutti indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso ed un omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa – rimane in piedi il vincolo mafioso.
Dopo il Clan dei Di Silvio di Campo Boario, guidato da Armando Di Silvio detto Lallà, che ha già subito, per alcuni componenti, in secondo grado, la condanna con l’aggravante del 416 bis, anche al Clan Travali/Cha Cha è contestata l’associazione mafiosa che significa una detenzione più dura per coloro che sono stati arrestati il 17 febbraio scorso e per gli altri che si trovavano in carcere in seguito alle condanne derivanti, per lo più, dal processo gemello Don’t Touch (arresti scattata ad ottobre 2015). Da non dimenticare che anche altre ramificazioni dei clan nomadi cittadini hanno sul groppone la contestazione dei loro reati con l’aggravante mafiosa: si tratta dell’ala dei Di Silvio gravitante tra Campo Boario e il Gionchetto, il cui capo è il detenuto Giuseppe “Romolo” Di Silvio, e dei Ciarelli arrestati per l’omicidio Moro commesso, secondo gli inquirenti, con metodo mafioso. E, infine, c’è la richiesta di arresto da parte della DDA di Roma nei confronti di Carlo Maricca e Fabrizio Marchetto che, secondo l’accusa, avrebbero commesso l’omicidio di Ferdinando Di Silvio detto Il Bello (anno 2003) con l’aggravante mafiosa. Gli investigatori considerano quello di Maricca un gruppo a sé stante e diverso (in molte occasioni antagonista) dai clan rom, il che rende la città di Latina, considerate le ultime risultanze, inzuppata nella malavita di ben 5 clan. Non pochi per una città di 130mila abitanti.
Dirimenti, come noto, per gli arresti dell’Operazione Reset, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese, oltre a quelle di Maurizio Zuppardo. Rivelazioni che sono state riscontrate dagli investigatori della Squadra Mobile. Diciotto le nuove estorsioni contestate al gruppo di Travali e Cha Cha e confermate dalla vittime (gente comune, commercianti, un avvocato) che però non avevano denunciato al momento di essere soggiogate dalla forza d’intimidazione e assoggettamento del sodalizio.
Gravi, inoltre, le accuse che hanno a che vedere con lo spaccio – cocaina, marijuana, hashish – e l’omicidio Giuroiu.