Operazione antimafia tra Latina e Aprilia, si sono svolti gli interrogatori a carico degli arrestati in carcere coinvolti nell’operazione “Assedio”
Tutti zitti dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Francesco Patrone, a cominciare dal braccio destre del boss Patrizio Forniti, Luca De Luca, difeso dall’avvocato Francesco Mercadante. I nuovi interrogatori di garanzia a carico di Marco Antolini (56 anni), Luigi Morra (65 anni), il genero di Forniti, Nabil Salami (36 anni) e Antonio Morra (37 anni) si sono risolti così.
Come noto, dopo il decreto di rinvio a giudizio per l’ex sindaco Lanfranco Principi e altri 19 imputati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Assedio” che ha scoperchiato, nella scorsa estate, il raggio d’azione del clan apriliano retto dal boss Patrizio Forniti detto “Il Gatto” (con residenza in Lussemburgo dove dispone di basi logistiche), ieri è stata eseguita un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcer.
Il Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia, insieme al Centro Operativo della DIA di Roma, con il supporto dei Comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza nei confronti di 8 persone: 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari. Inoltre, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina, guidato dal tenente colonnello Antonio De Lise, insieme la Squadra Mobile della Questura di Latina, guidata dal dirigente Gugliemo Battisti, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di due società (impegnate nel settore della ristorazione e dei profilati plastici) tra Latina e Aprilia), riconducibili agli indagati.
Tra i sequestri eseguiti da Polizia e Carabinieri spicca il noto ristorante “Giovannino” (il locale non chiuderà perché sarà nominato un amministratore giudiziario dal Tribunale) che si trova a Foce Verde, lungomare di Latina. Peraltro l’interesse della cosca Forniti per attività sul litorale pontino era già emerso con gli arresti di luglio. Fu, infatti, un contrasto che si creò per il quarto chiosco sul lungomare di Latina, il cui titolare era finito nelle grinfie del clan Travali. Uno degli esponenti del clan Travali, Alessandro Zof, si era presentato con il fratello presso il chiosco del protetto di Forniti. Il titolare del quarto chiosco, impaurito, si recò da uno dei membri del sodalizio di Forniti, Marco Antolini, e chiese protezione rispetto alle minacce di Zof.
Risultano indagate anche tre donne: Debora Violato, Francesca De Monaco e Maria Cristina Temperini. Indagato anche Antonio Fusco detto “Zi’ Marcello” (tuttora ai domiciliari), l’uomo vicino a Gangemi e Forniti (e anche a strani personaggi asseritamente vicini a servizi segreti come Massimo Severoni), già processato e assolto nel processo “Alba Pontina”, e rinviato a giudizio nel primo filone di “Assedio”. Nell’indagine “Alba Pontino”, era stato individuato come l’uomo capace di avvertire i Di Silvio tramite il centralino della Guardia di Finanza di Latina.
I “nuovi” coinvolti, ad ogni modo, sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso nei reati di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di imprese, partecipazioni o cariche sociali.