CASO PALAMARA: TRA LE CHAT SPUNTA ANCHE LA NOMINA AL TRIBUNALE DI LATINA

Tribunale di Latina
Tribunale di Latina

Nelle chat del caso Palamara ci sono alcuni riferimenti all’attuale Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti

Secondo un articolo pubblicato sul quotidiano “Domani”, nella sua versione online, dai giornalisti Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian, l’attuale Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati (Forza Italia) sarebbe entrata nella nomina del Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti.

Maria Elisabetta Casellati
Maria Elisabetta Casellati

Casellati, da sempre in quota Forza Italia e berlusconiana convinta, condivide con il padre dell’attuale Presidente del Tribunale di Latina, nominata nel 2017, la fede politica. Come noto, infatti, Giuseppe Chiaravalloti è stato Governatore della Calabria dal 2000 al 2005 con Forza Italia e il centro-destra, oltreché ad essere rientrato in tre inchieste calabre (e alcune intercettazioni) – tra cui Why Not e Poseidone coordinate dall’allora pm De Magistris – da cui è uscito assolto, assolto per intervenuta prescrizione e prosciolto.

Al di là di questi episodi, che non c’entrano niente con il Presidente del Tribunale di Latina, risulta quasi anonimo anche un messaggio su una chat che Chiaravalloti inviò a Luca Palamara, allora, nel 2017, capo indiscusso di Unicost, una delle correnti in seno alla magistratura. “Caro Luca perdona il tormento, volevo sapere se era possibile incontrarti giovedì come mi avevi anticipato grazie“. Parole che di per sé non vogliono dire molto, considerando che Luca Palamara aveva interlocuzioni con tanti e non solo nell’ambito della magistratura e della politica italiane. Un uomo che dava del tu a gran parte dell’establishment italiano.

Luca Palamara

Tuttavia, secondo “Domani”, la Casellati avrebbe agito per “piazzare” Chiaravalloti al Tribunale di Latina. E si arriva a questa ipotesi leggendo chat inedite di WhatsApp sequestrate all’ex numero uno dell’Associazione nazionale magistrati Palamara. Anche altri – questa è la tesi di “Domani” – hanno partecipato agli accordi tra correnti interne al Csm. E tra questi “altri” ci sarebbe la Casellati che, però, ha già smentito poiché al tempo della nomina della Chiaravalloti non sedeva più nella quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura e quindi non avrebbe potuto influire sulla scelta. Sebbene, ricordano i giornalisti di “Domani”, un ex membro del Csm, confermando il contenuto delle chat, spiega che “gli accordi prescindono dai membri delle singole commissioni”.

Ma come mai si arriva all’ipotesi dell’influenza della Casellati sulla nomina di Chiaravalloti nel 2017? A sostenerlo sarebbe un consigliere del Csm, in quota Unicost, in un un dialogo con Palamara che conferma.

Laura era presidente di Rieti fino a che la Casellati non imponesse a tutti quella a Latina…con Magistratura indipendente al suo fianco e tutti i laici“, scriveva Marco Mancinetti, consigliere Csm di Unicost. Successivamente, l’8 febbraio 2018, sempre Mancinetti dice in un’altra conversazione che a Latina: “La presidente la vedono ben poco…si lamentano“. Al che Palamara risponde che “non aveva dubbi sulla Chiaravalloti”, aggiungendo che la responsabilità di quell’incarico è anche di “Casellati Forza Italia. “Così facciamo fare gli accordi ai napoletani su Cassino e consentiamo alla Casellati di piazzare la Chiaravalloti“, si legge in un’altra chat.

Il Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti
Il Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti

Siamo chiaramente a livello di messaggi, nonostante ci sia un richiamo sicuramente accertato sul fatto che a Latina “si lamentano”. È vero, infatti, che ad ottobre 2019, 11 consiglieri dell’Ordine degli Avvocati su 15 si dimisero in polemica con la Presidente del Tribunale rispetto alla gestione delle nomine e agli incarichi più importanti dati a legali di altri Fori a discapito degli avvocati pontini (dimissioni degli avvocati che per i ben informati, maliziosi o meno, furono concretizzate solo per prevenire la possibile revoca di 5 consiglieri dell’Ordine ineleggibili perché con più di due mandati).

In sostanza, lamentavano le toghe di Latina, vi sarebbe stata una vera e propria discriminazione a favore di avvocati esterni al Foro. 

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Gli avvocati pontini arrivarono a chiedere anche l’intervento del Csm e degli ispettori del Ministero della Giustizia per fare chiarezza su quanto avvenuto: ossia revoche degli incarichi a curatori e responsabili di curatele poiché professionisti collegati ad alcuni indagati dell’inchiesta sull’Hotel “Il Guscio” di Terracina datata primavera 2019 (leggi approfondimento al link di seguito). 

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Un rapporto tra avvocatura e Presidente del Tribunale che, in realtà, non si è mai più ricostituito. Senza contare che, a loro volta, tra gli avvocati di Latina è in atto una guerra, non poco velenosa, tra correnti che si sfidano per il controllo politico dell’Ordine. Le chat di Palamara non contribuiranno a rasserenare gli animi.

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