BOMBA MOLOTOV AL BODEGUITA: CONFERMATI GLI ARRESTI PER MONTENERO E UNA DONNA

Bruciarono il chiosco “Bodeguita” di Anzio, lo stesso luogo dove fu ucciso il pugile di Aprilia, Leonardo Muratovic: Cassazione conferma gli arresti

Ad agosto 2023, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Anzio hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, nei confronti di tre soggetti gravemente indiziati dei reati di incendio doloso in concorso, violazione dei sigilli, fabbricazione e detenzione di ordigno incendiario, nonché esplosione di ordigni. Il riferimento è all’incendio che ha coinvolto il locale della movida “Bodeguita” sulla Riviera Mallozzi. Si tratta dello stesso locale in cui, a luglio 2022, dopo una lite, fu ucciso a coltellate il pugile di Aprilia, Leonardo Muratovic, per cui sono stati rinviati a giudizio tre giovani. Il processo per l’omicidio Muratovis riprenderà il prossimo 4 marzo presso la Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone.

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I Carabinieri hanno arrestato un 39enne, originario dei Castelli Romani, e una coppia, un 34enne e una 30enne, residenti ad Aprilia: si tratta del noto Dimitri Montenero e di Sara Arduini. Il 34enne di Aprilia, figlio del pregiudicato Nino Montenero, pezzo da novanta del crimine del nord pontino, con contatti sviluppati negli anni con clan di camorra, è stato condannato in via definitiva, nel 2021, nel processo scaturito dall’operazione anti-droga della Squadra Mobile di Latina denominato “Las Mulas“.

Il chiosco del “Bodeguita” era stato interessato da due roghi nell’arco di pochi giorni: nella notte tra il 19 e il 20 giugno e il 22 giugno del 2023.

I militari, analizzando e confrontando i filmati di diversi sistemi di videosorveglianza, sono riusciti dapprima a risalire all’autovettura utilizzata dalla coppia il 22 giugno 2023 e, successivamente, a sequestrare indumenti compatibili con quelli utilizzati dagli autori del reato.

Le ulteriori attività (studio dei tabulati telefonici e delle celle radio base, nonché analisi dei cellulari sequestrati agli indagati) hanno consentito di individuare un terzo uomo, gravemente indiziato di aver predisposto l’ordigno incendiario utilizzato (tipo molotov).

Di importante rilevanza ci sono due video, uno relativo al sopralluogo effettuato sul sito poche dopo ore l’incendio ed uno riguardante l’ordigno incendiario. Il 2 agosto 2023, i Carabinieri di Anzio hanno eseguito l’ordinanza nel territorio di Aprilia, dove tutti gli interessati erano domiciliati.

Ora contro quell’ordinanza, si è espressa anche la Cassazione in ragione del fatto che Montenero e Arduini hanno fatto ricorso per l’annullamento. Montenero e Arduini sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere in relazione ai delitti di detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno incendiario, per avere lanciato, la notte del 22 giugno 2023, una bomba Molotov contro la sede del Bodeguita di Anzio. Un gesto interpretato dagli inquirenti anche come una ritorsione nei confronti del locale in cui morì il 25enne pugile Leonardo Muratovic.

I gravi indizi di colpevolezza si basano sulle dichiarazioni di un terzo coinvolto nell’indagine, che aveva, inconsapevolmente, prestato l’automobile usata per commettere i reati, e su una sua conversazione intercettata. L’accusa inoltre si basa anche sui dati del traffico telefonico originato dal terminale in uso agli indagati; sulla messaggistica e sugli audio-video estratti dal medesimo terminale, che era stato sequestrato in esito a perquisizione domiciliare; infine, sul rinvenimento, in esito alla medesima perquisizione, di capi di abbigliamento corrispondenti a quelli in uso agli autori dei crimini, ripresi da videocamere di sorveglianza.

La Cassazione, però, valutando i ricorsi della coppia di Aprilia, li ha giudicati inammissibili in quanto furono legittimi i sequestri dei dispositivi e dei capi di abbigliamento, senza contare che lo stesso ricorso è generico nella parte in cui sono volti a contestare la natura irripetibile degli accertamenti tecnici sui capi di abbigliamento e sull’autovettura.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata così confermata sia per Montenero che per Arduini.

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