BELLA FARNIA E TERESA BELLANOVA: IL MONDO REALE PRECIPITATO NEL “GHETTO”

Bella Farnia 2019
Un bracciante Sikh mentre torna a casa dopo una giornata di lavoro
GIADA GERVASI
Giada Gervasi

La politica locale ha tradito i cittadini del residence e lo ha fatto in più occasioni. Nel febbraio del 2019 Giada Gervasi visita il residence insieme ai vigili urbani e consiglieri dell’opposizione, all’interno di quello che è a tutti gli effetti un ghetto dove c’è di tutto: rifiuti abbandonati, sporcizia, condizioni igieniche insufficienti e spaccio (leggi qui e qui la storia dell’attentato esplosivo ai danni dell’auto di una cittadina del Comitato dei residenti di Bella Farnia).

Dopo la visita, nulla è cambiato e i cittadini continuano a vivere senza servizi primari come l’acqua potabile. La seconda promessa è stata quella di un impianto di video-sorveglianza ma anch’essa, come abbiamo potuto appurare dalle ultime dichiarazioni della sindaca, non è stata considerata una priorità e i residenti dovranno attendere prima di vedere quanto mantenuto.

Teresa Bellanova. Deputata dalla XV alla XVII legislatura e senatrice della Repubblica dalla XVIII, il 28 febbraio 2014 è stata nominata sottosegretario di stato al lavoro nel governo Renzi, promossa poi, il 29 gennaio 2016, all’incarico di viceministro allo sviluppo economico. Dal 5 settembre 2019 è ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del turismo nel governo Conte II

Il Ministro dell’Agricoltura del Governo Conte II, Teresa Bellanova, ha recentemente dichiarato che abbiamo bisogno di immigrati per far sì che i prodotti non marciscano nei campi: per quanto riguarda Bella Farnia e le campagne della zona non c’è niente di più falso. Nelle aziende agricole locali lavorano spalla a spalla indiani ed italiani, che sono costretti a subire le vessazioni da parte di padroni senza scrupoli il cui unico fine è il profitto a tutti costi, senza guardare in faccia nessuno.

Come riportato da Il Manifesto, l’avidità dei caporali li ha spinti ad iniziare con i licenziamenti di indiani (che si organizzano per chiedere diritti) per sostituirli con immigrati africani, i quali accettano “stipendi” più bassi e sono molto più mansueti.

Per capirci: mediamente un indiano guadagna tra i 4,5 e i 5 euro all’ora, lavorando 8/10 ore al giorno, in un settore in cui il minimo sindacale dovrebbe essere 9 euro l’ora.

L'auto esplosa il 20 ottobre scorso appartenuta ad Annalisa Comandini del Comitato dei residenti di Bella Farnia
L’auto esplosa il 20 ottobre scorso appartenuta ad Annalisa Comandini del Comitato dei residenti di Bella Farnia

Capito cosa intendeva la Bellanova? I latifondisti hanno bisogno di manodopera a basso costo che tenga in vita il comparto agricolo, proprio come hanno fatto i poveri braccianti indiani dell’Agro Pontino.

Ma gli indiani non sono tutti santi, tra di loro c’è chi spalleggia i caporali per avere una fetta di torta e chi, capito l’andazzo, si è organizzato per imbastire un traffico di stupefacenti nella zona, e ci è riuscito.

Cocaina, eroina e oppio sono le droghe maggiormente diffuse nella comunità indiana. Le usano i braccianti per sentire meno la fatica e riuscire a lavorare con maggiore efficienza, oppure semplicemente per distruggersi la mente dopo una giornata di terribile lavoro sotto il sole.

Insomma, il Ministro dell’Agricoltura ha ragione: abbiamo bisogno di loro, poi se vivono senza alcuna dignità poco importa. I prodotti non devono marcire nei campi.

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