Dopo una lunga camera di Consiglio, ieri sera intorno alle 23 il giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota ha letto la sentenza per il processo accorpato Astice/Petrus
Era tanta l’attesa ieri sera fuori dal Tribunale. Almeno fino alle 20 si contavano un’ambulanza (per un imputato che stava male), auto dei Carabinieri e della Polizia Penitenziaria, e un nutrito gruppo di persone tra imputati e conoscenti.
Il processo era quello nato da due inchieste dei Carabinieri di Latina denominate Astice e Petrus: la prima su un giro di droga, alimenti e altri oggetti che entravano direttamente e illecitamente nel carcere di Latina grazie al tramite di due guardie carcerarie; la seconda, collegata alla prima e nata da alcuni colpi di pistola sparati la domenica di Pasqua 2018: ne derivò l’indagine, una volta fermato Angelo Petrillone (tra gli imputati), che scoprì un sistema di spaccio di sostanze stupefacenti, alcune delle quali finivano a Via Aspromonte. E proprio in ragione del collegamento droga/carcere, i due processi che sono scaturiti dalle due indagini sono stati accorpati in un unico procedimento.
I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata, ricettazione, detenzione illegale e spaccio aggravati di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di arma da sparo.
Il giudice del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, si è espressa nell’ambito del rito abbreviato che i 26 imputati avevano chiesto. Di seguito le condanne comminate ai vari imputati, alcuni dei quali noti appartenenti alla malavita pontina. Vedi nel link di seguito quali erano le richieste di condanna per gli imputati formulate dai pm della Procura di Latina Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca.
Leggi anche:
“ASTICE” E “PETRUS”, DROGA E PRELIBATEZZE NEL CARCERE DI LATINA: CHIESTE LE CONDANNE DAI PM
Ecco le condanne riportate dagli imputati.
Antonio Di Noia (Cisterna), 3 anni; Angelo Petrillone (Pontinia) 5 anni e 8 mesi e 24mila euro di multa; Simone Petrillone 6 anni e 8 mesi e 30mila euro di multa; Riccardo Petrillone 8 anni e 30mila euro di multa; Angelo Di Girolamo 3 anni e 24mila euro. Simone e Riccardo Petrillone sono stati assolti per alcuni capi d’imputazione, a fronte di una richiesta per loro da parte della pubblica accusa a 10 anni di reclusione.
Massimiliano Del Vecchio, Gennaro Amato, Angelo e Salvatore Travali, tutti a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Nicoletta Torri 2 anni e 2 mesi; Martina Giacomelli 3 anni; Michael Consoli e Adriatik Deda 4 anni e 27mila euro di multa; Endri Collaku 3 anni e 4 mesi; Gioacchino Iazzetta 5 anni e 30mila euro di multa; Salvatore Di Girolamo 5 anni e 30mila euro di multa; Angelo di Girolamo 3 anni e 24mila euro; Stefano Venditti e Mario Briganti 1 anno e 8 mesi, con pena sospesa per Stefano Venditti; Antonio Sellacci 2 anni e 4 mesi; Marco Quattrociocchi 3 anni; Andrea Lazzaro 2 anni e 2 mesi; Mauro Guerrieri (che ha scelto il patteggiamento) 1 anno e 9 mesi.
Leggi anche:
LA COMBRICCOLA DELL’ASTICE NEL CARCERE DI LATINA: DAI TRAVALI A DI GIROLAMO, IL SECONDIGLIANESE DI SABAUDIA
Per gli agenti penitenziari Franco Zinni e Gianni Tramentozzi, su cui ruotava gran parte dell’inchiesta partita dalla denuncia di un maghrebino che si trovò in carcere davanti a una dose di droga, pene importanti. Tramentozzi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione, mentre Zinni (ormai in pensione), che ha optato per il patteggiamento, ha incassato una condanna a 4 anni.
Per Angelo, Simone e Riccardo Petrillone, Gioacchino Iazzetta, Salvatore Di Girolamo e Gianni Tramentozzi scattate anche l’interdizione legale per la durata della pena e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Massimiliano Del Vecchio, Gennaro Amato, Angelo e Salvatore Travali, Michael Consoli, Adriatik Deda, Endri Collaku, Angelo Di Girolamo, Marco Quattrociocchi, Martina Giacomelli e Antonio Di Noia sono stati anche loro condannati ma solo all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
Infine, è stata assolta perché il fatto non sussiste Eneida Skendo.
Leggi anche:
INCHIESTA “ASTICE”. DOPO “COMMODO”, L’INDAGINE CHE COINVOLGE IL SEGRETARIO CISL