APRILIA, IMPIANTO TMB RIDA: DOPO L’AUTORIZZAZIONE, INSORGONO GRILLINI E COMITATO CITTÀ DEGLI ALBERI

Rida
Impianto Rida Ambiente ad Aprilia

Impianto Tmb di Rida Ambiente autorizzato fino al 2025. I Grillini Apriliani e i Cittadini Pentastellati, insieme all’Associazione Città degli Alberi, sbottano e invitano al ricorso al Tar contro l’ampliamento

“Adesso vorremo sapere da tutti quei signori, come La Penna, Ruberti, Giovannini, Terra, Forte che tanto hanno parlato di omogenizzare le attività di gestione dei rifiuti, cosa intendevano dire. La Regione e la Provincia non hanno messo in discussione i quantitativi in lavorazione per la Rida Ambiente, gli ATO non sono ancora diventati legge (e quindi che se ne parla a fare?), la Provincia ha fatto la mappatura dei siti ove è possibile realizzare discariche e impianti trattamento rifiuti, dando carta bianca sul 70% del nostro territorio comunale, così che i privati proseguono con le loro remunerative imprese ad intasare un territorio già saturo di impianti. E a quanti ci dicevano di prendere con filosofia l’ampliamento della Rida, perché temporaneo, rispondiamo che il tempo delle prese in giro è finito. Ci dimostrino tutti, a partire dal sindaco di Aprilia, di essere contrari a questo ampliamento ricorrendo al Tar. È un atto dovuto nei confronti della cittadinanza”.

Dopo che con la determinazione n. G11717 del 12 ottobre 2020 il Dirigente dell’area Politiche Ambientali e ciclo dei rifiuti della Provincia, Flaminia Tosini, ha esteso all’8 febbraio 2025 l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla Rida Ambiente il 9 febbraio 2009, la cui scadenza naturale sarebbe stata al febbraio 2021, cosa altro dovremmo aspettarci?

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Questa ennesima “proroga” è la conseguenza delle modifiche introdotte con il D.lgs 46/2014 – in applicazione di una Direttiva europea (la 2010/75/UE) –  in materia di AIA; le scadenze sono prorogate ai gestori purché essi adeguino le previste garanzie fidejussorie alla nuova scadenza, con raddoppio della durata del rilascio dell’Aia medesima, la cui durata dipende da alcune variabili.

Fin qui, apparentemente, tutto regolare, secondo la nuova legge che “aggira” la precedente norma e di cui tutti, a partire dalla Regione, per passare alla Provincia fino ad arrivare al Comune di Aprilia, dovevano essere a conoscenza. Ci aspettavamo la convocazione di una conferenza dei servizi, necessaria, fino a qualche tempo fa, ad ottenere in trasparenza il rinnovo dell’AIA. A sentire i pareri dei politici che hanno fatto la passerella all’ENEA, a breve l’omogeneizzazione degli ATO avrebbe dovuto spalmare i quantitativi tra i territori e ripristinare una sorta di perequazione in tema di impiantistica. Tutto ciò, dunque, era un bel racconto, ma non a lieto fine, se ripensiamo che dopo l’ampliamento dell’area di stoccaggio della RI.DA. – temporaneo sulla carta, ma in cemento nella realtà, e concesso su una estesa area agricola – si tentò di ridimensionare il tutto con la scusa che, in virtù del ridimensionamento dell’impianto, l’area sarebbe stata appunto temporanea.

Possibile che nessuno avesse avuto sentore di quanto stesse accadendo? Neanche il Comune di Aprilia che ha un filo diretto con la Regione Lazio? A cosa servono i tavoli con la Sovrintendenza se non si dà seguito, con gli strumenti consentiti dalla legge, a proteggere il nostro territorio a vocazione agricola da impermeabilizzazione e inquinamento?

Rimaniamo sconcertati dal pressappochismo con il quale si affrontano temi così importanti e speriamo che nessuno si sia preso gioco dei cittadini. Gli allora consiglieri provinciali La Pegna e De Maio, con l’approvazione del Piano provinciale dei rifiuti, nell’aprile 2018 affermarono che esso avrebbe “scongiurato qualsiasi intrusione esterna sul territorio di Aprilia ed eventuali scempi e devastazioni che nuocerebbero alla salute pubblica”; peccato che nulla nel nostro Comune è realmente tutelato e salvaguardato nel piano rifiuti della Provincia.

Non serve a nulla dire che Aprilia ha già dato: Terra ci dimostri con i fatti che è contrario a questo ampliamento, ad ulteriori impianti e anche alla ennesima discarica, ricorrendo, con la Provincia e i partiti che ne avallano il pensiero, al Tribunale Amministrativo.

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