ANNI 2000: CONDANNATO A 16 ANNI ANTINOZZI

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Anni 2000: emesse le condanne per il boss Antinozzi e altri due sodali nel processo che si sta celebrano presso il Tribunale di Roma

Il Gup del Tribunale di Roma Valerio Savio aveva davanti a sé tre dei coinvolti nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e di Carabinieri di Latina e Formia che avevano scelto il rito alternativo. Il Gup Savio, lo scorso ottobre 2021, aveva disposto il rinvio a giudizio per 22 persone mentre Antonio Antinozzi detto “Trippetta”Vincenzo De Martino e Agostino Di Franco avevano fatto richiesta del rito alternativo. Si erano costituiti come parte civile, tramite l’avvocato Licia D’Amico, l’Associazione antimafia Antonino Caponnetto e l’impresa Volturnia Industria Costruzioni di Maddaloni, in provincia di Caserta, vittima di due incendi dolosi nell’ambito della strategia di minacce e tensioni messa in atto dal Clan Antinozzi.

Gli arresti, come noto, sono scattati a gennaio 2021 e ad essere coinvolti gli appartenenti ai due nuclei, o clan, Antinozzi e Mendico, un tempo sodalizio affiatato tra Santi Cosma e Damiano e Castelforte, ora scisso e con affari ben distinti tra loro. Sebbene permanga un tacito rispetto. Traffico di droga, estorsioni, minacce a ditte locali, rapina, danneggiamento, incendio, armi illegali: queste le principali accuse rivolte ai due sodalizi per ipotesi di reato aggravati anche dal metodo mafioso.

Dal sostituto procuratore della DDA Corrado Fasanelli era contestata l’associazione mafiosa ad Antonio Antinozzi detto “Trippetta”, già condannato per l’omicidio del meccanico Andrea Di Marco avvenuto nel lontano 1997, e ai suoi affiliati Agostino Di Franco e Vincenzo De Martino. L’associazione mafiosa avrebbe praticato peraltro diverse estorsioni ai danni di ditte locali e atti d’intimidazioni. Un clima di vero e proprio assoggettamento del territorio, con collegamenti e interlocuzioni riferibili a clan campani e non solo nonostante diverse pronunce del Riesame, per singoli appartenenti ai due gruppi, abbiano, nei mesi, in parte ridotto la portata dell’accusa.

Per Antinozzi, Di Franco e De Martino, tutti e tre di Santi Cosma e Damiano, il Pm Fasanelli ha chiesto rispettivamente 18 anni, 13 anni e 3 mesi e 10 anni e 8 mesi.

Il Gup Savio, ora, ha condannato Antinozzi a 16 anni di reclusione, Di Franco a 7 anni e 3 mesi e De Martino a 14 anni e 6 mesi. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Cardillo Cupo, Santamaria e Giuliano. È caduto il capo d’imputazione dell’associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa, nonostante sia rimasta in piedi l’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga e alle estorsioni.

Prosegue, incardinato presso il Tribunale di Cassino, il processo per gli altri 22 imputati giudicati col rito ordinario.

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