ANFITEATRO DI SEZZE, UNA MAZZATA DA 1,3 MILIONI. LUCIDI: “16 ANNI DI RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVE”

Anfiteatro di Sezze foto da Rai Tre (Agorà)
Anfiteatro di Sezze foto da Rai Tre (Agorà)

Comune di Sezze condannato a risarcire la Regione Lazio: dovrà pagare 1,3 milioni di euro per finanziamenti relativi alla ristrutturazione dell’Anfiteatro. Lo stabilisce, in primo grado, una sentenza del Tribunale Civile di Roma: l’Ente deve restituire i fondi regionali ottenuti per i lavori mai realizzati

“La sentenza rappresenta una vera e propria tegola per la nostra amministrazione insediatasi lo scorso mese di ottobre”. Così, in una nota, il sindaco di Sezze Lidano Lucidi.

“Non è mio costume esimermi dalle responsabilità, ma in questo caso posso sostenere senza timore di smentite che questa amministrazione si è trovata a che fare con un’eredità pesantissima, con debiti che superano i 5 milioni di euro tra ripianamento disavanzo, debiti fuori bilancio e in ultimo la sentenza dei giorni scorsi. Con la stessa solerzia utilizzata molto spesso in questi mesi per prendersi meriti di alcune azioni portate a compimento dalla nuova amministrazione – continua il primo cittadino – adesso mi attendo che ci si prenda le responsabilità per questa mole di debiti. Potrei nascondermi dietro le responsabilità altrui ma non lo farò e per senso di correttezza continuerò a non alimentare polemiche, perché Sezze ha bisogno di serenità, collaborazione e di costruire un futuro migliore. Ai cittadini confermo che questa amministrazione insediatasi da tre mesi sta cercando di risolvere diverse criticità lasciate in eredità dalle precedenti consiliature, lavorando con serietà e supportata dagli uffici che, seppure sotto organico, stando veramente dando il massimo per trovare soluzioni”.

Il sindaco sulla sentenza conclude che la stessa “certifica a chiare lettere quali siano state le responsabilità amministrative e politiche negli ultimi 16 anni. Per i cittadini, nei confronti dei quali mi sento di esprimere un forte sentimento di vicinanza e con loro un senso di sdegno rispetto a quanto accaduto, oltre al danno si palesa anche la peggiore delle beffe. La città per 3 lustri è stata privata di uno dei suoi simboli, trasformato in un vero e proprio Ecomostro. Ed oltre a dover rinunciare al suo utilizzo e a vederlo ridotto in quello stato orrendo, adesso i cittadini devono sapere che parte delle nostre tasse andrà a finire non alla crescita della città, ma a risarcire chi sulla nostra città aveva deciso di investire”.

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