AMMINISTRATORI SOTTO TIRO: LATINA, LE MINACCE ALLA CIOLFI E IL CLAN DI SILVIO SOTTO LA LENTE DI AVVISO PUBBLICO

Rapporto

Nel 2019 Avviso Pubblico ha censito 559 atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali, una ogni 15 ore. Sono state 83 le Province coinvolte – oltre il 75% del territorio nazionale – e 336 i Comuni colpiti, il dato più alto mai registrato.
Per la seconda volta nella storia del Rapporto sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia. Non mancano Latina e provincia di cui si ricordano i casi di Maria Grazia Ciolfi e di un altro episodio avvenuto all’interno del consiglio comunale di Aprilia. Ma sopratutto viene rimarcata la presenza ingombrante del Clan Di Silvio e le loro ingerenze nella politica, riprendendo quello che tutti conosciamo come il processo Alba Pontina.

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“A Latina – si legge nel rapporto – è stata data alle fiamme l’auto di un professionista, marito della consigliera comunale Maria Grazia Ciolfi. Ad Aprilia un uomo ha interrotto la seduta del consiglio comunale, minacciando il primo cittadino Antonio Terra e la consigliera Ilaria Iacoangeli. L’uomo esigeva la liquidazione di un sinistro stradale da parte dell’assicurazione del Comune”.

IL CONTROLLO DEI DI SILVIO SULLA PROVINCIA DI LATINA

A Latina è attivo da anni il clan Di Silvio, famiglia imparentata con i Casamonica, operativi tra Roma e provincia. “La pericolosità del clan è stata accertata da diverse sentenze anche passate in giudicato che hanno statuito l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata al compimento di estorsioni e di usura […] Anche grazie al primo collaboratore di giustizia espresso da quel territorio è stato possibile ricostruire organigramma ed attività di questo gruppo, fortemente strutturato sulla base non soltanto dei vincoli parentali che legano i suoi componenti, ma anche dell’innesto di altri soggetti, già affermati sul piano criminale ed in precedenza organici a gruppi rivali”.

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Estorsioni nei confronti di imprenditori, attività commerciali e liberi professionisti, traffico di stupefa- centi, perfino ingerenze nei confronti di candidati alle elezioni amministrative nei Comuni di Latina e Terracina, culminate in episodi di “compravendita elettorale”. Un vero e proprio salto di qualità criminale di un gruppo presente da anni sul territorio, ma la cui evoluzione consente oggi agli inquirenti di po- ter contestare l’associazione mafiosa ad un gruppo criminale autoctono della provincia.

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Quello che ha caratterizzato Latina, in questi anni, e che le indagini della Polizia di stato hanno consentito di cogliere in tutta evidenza nel massimo dispiegarsi, è la capacità di controllare e penetrare il territorio, di farne oggetto di un controllo anche sociale, minuzioso, strada per strada, quartiere per quartiere. Questo controllo ha generato una capacità d’intimidazione del gruppo Di Silvio che ha determinato nelle vittime dei reati una forte omertà”.

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