ACCUSATO DI AVER INTIMIDITO LA CIOLFI, NEL 2016 ERA CANDIDATO AL CONSIGLIO COMUNALE DI LATINA

Maria Grazia Ciolfi
Maria Grazia Ciolfi

La consigliera comunale di Latina Bene Comune Maria Grazia Ciolfi ha scritto una lettera aperta dopo che, oggi, sono stati arrestati i due uomini che nel settembre 2019 furono protagonisti di una ritorsione nei suoi confronti dando alle fiamme l’auto di famiglia parcheggiata dentro la sua abitazione

Uno dei due uomini arrestati, il 42enne Gianni Mastrostefano (ora ai domiciliari), considerato dagli inquirenti come mandante della ritorsione nei confronti della consigliera Maria Grazia Ciolfi, è, come si legge nella nota dei Carabinieri, proprietario del lotto sull’arenile di Latina in via Valmontorio sul quale era stata realizzata una recinzione abusiva.

Un manufatto per cui Mastrostefano aveva subito il niet del servizio Edilizia privata del Comune di Latina il quale gli aveva risposto con una diffida dall’eseguire qualsiasi tipo di opera.

Secondo i militari dell’Arma di Latina, si voleva dissuadere Maria Grazia Ciolfi affinché non influisse negativamente. Inoltre, Mastrostefano la riteneva come colei la quale aveva segnalato l’abuso alla Polizia Locale di Latina che aveva provveduto a contestargli la “realizzazione di abusi edilizi sull’arenile”.

Una storiaccia, senza dubbio, finita poi come tutti sanno con la Opel Grandland della consigliera incendiata dentro il cortile della sua abitazione.

Mastrostefano che, secondo i Carabinieri, chiamò il 32enne velletrano Valentino Mandrelli (anche lui ai domiciliari) per “fare il lavoretto”, pagato 250 euro, è di casa in Via Valmontorio. Non lontano dal noto Campeggio Poseidon, il 42enne originario di Velletri occupa una porzione di spiaggia e nella zona tutti lo conoscono.
In rapporti di interlocuzione con la politica locale, Mastrostefano si è candidato alle elezioni amministrative del 2016 nella Lista Calvi Sindaco come consigliere comunale ottenendo 48 preferenze, in sostegno della candidatura a primo cittadino di Alessandro Calvi che attualmente siede nell’assise di Piazza del Popolo e occupa il ruolo di coordinatore provinciale di Forza Italia.

Da anni, la politica locale cerca sponde coi cittadini gravitanti nella zona di Foce Verde, facendo leva su un malcontento generalizzato dovuto ai disservizi strutturali di un’area non certo facile. Tra i problemi più grandi quello di Fosso Mascarello, i diportisti, i pescatori e un certo degrado diffuso sopratutto in prossimità di Passo Genovese (ma non solo).

La storia che ha coinvolto Maria Grazia Ciolfi non è un fatto di mafia, ma di balordaggine. Una vigliaccata realizzata nel recinto anarcoide e abusivo del “tutto è consentito”, dove le regole sono ostacoli da abbattere. È probabile che la consigliera abbia pagato proprio questo: non una denuncia pubblica o una presa di posizione vigorosa, ma solo essere normale seguendo le regole, in un mondo dove la zampata dell’arroganza prevale, spesso con i silenzi furbi della politica.

Un aspetto tanto più grave: c’è qualcosa che non va se per essere minacciati è sufficiente solo seguire le regole.

LA LETTERA DI MARIA GRAZIA CIOLFI

Io e la mia famiglia desideriamo sopra ogni cosa ringraziare gli investigatori della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Latina comandati dal Maggiore Carlo Maria Segreto, del Comando Provinciale di Latina comandato dal Colonnello Gabriele Vitagliano e la Procura di Latina per l’eccellente lavoro svolto nell’ambito dell’indagine riguardante l’attentato incendiario subito lo scorso settembre.Grazie all’operato degli investigatori, determinato e puntuale, non ci siamo sentiti abbandonati un solo istante, dallo scorso 11 settembre, quando siamo stati svegliati nella notte, dal rogo della nostra auto data alle fiamme nel giardino della nostra abitazione ed è grazie al loro lavoro , svolto  con determinazione e competenza, ed al supporto ed alla vicinanza dei nostri cari, parenti ed amici, che siamo riusciti ad affrontare uno dei momenti più difficili della nostra vita familiare, non è passato un solo giorno in cui non ci siamo interrogati su chi e perché potesse volere sferrare un attacco cosi violento alla nostra famiglia. Abbiamo vissuto con il timore che  fuori dalla nostra casa ci fosse qualcuno pronto a violare la tranquillità delle nostre vite . 
La gravità dell’ipotesi che un atto così violento potesse essere legato alla mia attività Politica svolta nell’ambito del mandato su cui opero, ossia la Marina di Latina,  aveva portato  probabilmente l’opinione pubblica ad ipotizzare che l’accaduto non avesse una matrice Politica e che l’operato da me svolto come Consigliera non potesse avere un ruolo così rilevante da causare una tale reazione, fino a ricondurre l’accaduto ad altra causa anche ipotizzando moventi che gettavano ombre sulla professione di mio marito o ad errore di persona,  perché è doloroso accettare che nella nostra città possano accadere fatti come questo , ma il lavoro degli inquirenti ha consentito di fare chiarezza su questa triste vicenda individuandone i responsabili: un risultato per noi importantissimo perché non conoscere chi e perché aveva voluto colpire la nostra famiglia sarebbe stato quasi più devastante della stessa violenza subita.
Da quanto emerso dalle indagini si è trattato di un grave atto intimidatorio o ritorsivo, determinato dall’aver svolto con coscienza la mia azione Politica e di controllo sul territorio, dall’aver messo a disposizione del bene comune la mia attività Politica e dall’aver assolto con senso di responsabilità il ruolo di Consigliera Comunale e rappresentante dei cittadini .
Ho condiviso il silenzio tenuto fino ad oggi dalle istituzioni nel rispetto delle indagini in corso, ma ora auspico una presa di posizione netta rispetto a quanto accaduto con la costituzione di un fronte comune da parte della Politica tutta, che adotti azioni concrete di controllo e contrasto ad ogni forma di illegalità, in particolare in un territorio così complesso come quello della Marina di Latina, solo così libereremo davvero la città da quel velo di omertà e di volontà di mantenere lo status quo che danneggia dal profondo la nostra comunità.

Agire con legalità è un normale presupposto di tutti coloro che si propongono come rappresentanti Politici dei cittadini, ma per realizzare un reale cambiamento  è necessario lavorare concretamente  per il ripristino della legalità sovvertita da anni di azioni scomposte, lavorare sul campo per il rispetto delle regole e dei diritti, soprattutto nei luoghi soggetti a degrado o semplicemente nei luoghi più lontani dai riflettori del centro città, combattere abitudini sbagliate ma consolidate, questo è il mio obiettivo primario e solo quando l’avrò raggiunto potrò essere soddisfatta di aver compiuto il mio dovere e rispettato in pieno la missione del mio mandato Politico. 
Ma per agire in tal senso è necessario il supporto, la  protezione e la collaborazione di tutti, per questo desidero rivolgermi alla Città, perché se vogliamo veramente proteggere il nostro territorio dobbiamo lavorare all’unisono, tutti compatti per cambiare le cose, dobbiamo denunciare ciò che non è corretto senza timore, riacquisire il senso civico, dobbiamo essere i primi a dare l’esempio e non dobbiamo mai voltare la testa dall’altra parte quando vediamo qualcosa che non va, dobbiamo combattere l’indifferenza, le abitudini sbagliate e l’omertà, la nostra città è bella, i cittadini che la abitano sono meravigliosi ed abbiamo il dovere di tutelarla e tutelarci da chi non lo è, solo cosi questa città cambierà davvero.
Firmato: Consigliera Comunale con mandato alla Marina Dr.ssa Ciolfi Maria Grazia

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