Raptus di un giovane a Cisterna di Latina contro il Comandante della Guardia di Finanza: tra poco meno di un mese la sentenza
Sarà emessa il prossimo 11 ottobre la sentenza nei confronti dell’imputato Davis Coluzzi, il pregiudicato di 29 anni che lo scorso 27 giugno ha colpito con un pugno, fratturandogli il naso, il Luogotenente della Guardia di Finanza di Cisterna di Latina, Mario Serra.
Accusato di lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e evasione dai domiciliari, Coluzzi, ristretto in carcere, è comparso davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Clara Trapuzzano. L’avvocato Pazienti, difensore del giovane, ha chiesto il rito abbreviato accettato dal giudice, mentre il Finanziere, assistito dall’avvocato Lauretti, già a luglio scorso, si era costituito parte civile.
Nel processo, ad ogni modo, è rientrato, su richiesta del Pubblico Ministero, anche il reato di calunnia contestato a Coluzzi per via delle pesanti accuse rivolte al Finanziere nell’udienza del 28 giugno quando il giovane accusò il militare di averlo colpito con una testata in volto.
L’episodio, come detto, si riferisce a ciò che accade il giorno prima, ossia il 27 giugno, quando il Luogotenente Serra e una collega stavano facendo alcuni controlli nella zona di Cisterna “Residenza del Gallo”, nel quartiere di San Valentino. I Finanzieri si stavano occupando di alcuni rilievi fotografici su un immobile confiscato dall’Agenzia nazionale così da rendere conto delle condizioni dell’immobile stesso.
Al che Coluzzi, affacciatosi dal balcone di casa sua, ha chiesto ai militari chi fossero e, quando questi si sono qualificati, il giovane ha cominciato a insultarli, inveendo contro di loro e dicendo di dover andare via. Non pago, il giovane è sceso giù dall’abitazione e si è diretto verso i due Finanzieri. Dopo altre parole minacciose, il ragazzo ha tirato un pugno in pieno volto al Comandante Serra. L’episodio è stato immediatamente segnalato al Commissariato di Polizia di Cisterna che si è recato con due pattuglie sul luogo.
Il giovane è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, evasione dai domiciliari e lesioni. Il Comandante Serra è stato portato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina per le cure del caso, avendo il naso fratturato.
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Davis Coluzzi è già noto per fatti di cronaca giudiziaria: a maggio 2021, è stato condannato con sentenza passata in giudicato, a 3 anni e 4 mesi, per rapina, lesioni aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di arma bianca. Coluzzi si era reso protagonista di un episodio divenuto piuttosto conosciuto: la sera della Festa del Santo Patrono di Cisterna (San Rocco), ad agosto 2019, in un raptus di follia, si era impossessato di un’auto, conducendola a forte velocità contro i clienti di un bar, per poi scagliarsi contro i Vigili Urbani, persino armato di un coltello rubato in una gelateria, provocando in alcuni agenti lesioni personali. A marzo dello stesso anno (2021), Coluzzi aveva subito il provvedimento del Questore di Latina che decise per lui il cosiddetto Daspo Willy (durata di un anno), ossia la misura che vieta l’accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico intrattenimento.
Oggi, 20 settembre, il Luogotenente della Guardia di Finanza Mario Serra è stato ascoltato in aula, dal momento che si trattava di un rito abbreviato condizionato alla testimonianza della vittima. Come parte civile ha confermato quanto accaduto due mesi fa, compresi tutti i dettagli dell’aggressione subita.
La difesa dell’imputato ha offerto come risarcimento la cifra di 800 euro: una somma rifiutata dalla vittima. Tra meno di un mese, la sentenza per una circostanza che rimane molto grave.
I FATTI – Il giorno dopo l’arresto, il 29enne è stato tradotto in aula dai poliziotti. Davanti al giudice, è stato ricostruito tutto ciò che è accaduto, ossia quando i finanzieri Mario Serra e Beatrice Schepisi si trovavano nelle vicinanze della sua abitazione per fotografare l’immobile confiscato.
Coluzzi, così come ricostruito da un agente del Commissariato di Polizia di Stato di Cisterna, si è affacciato dal balcone di casa per apostrofare il Luogotenente della Finanza, solo perché si trovava in quel posto a scattare delle fotografie insieme alla sua collega. “Non me me frega un cazzo chi siete…coglione…salame“, questo il tenore delle frasi rivolte all’indirizzo di Serra.
Successivamente, una volta che i finanzieri si sono qualificati e hanno invitato a scendere il 29enne, la situazione è degenerata. Coluzzi è sceso insieme alla moglie e al bambino di 3 anni e, da come ammesso da lui stesso, è iniziato un battibecco trasceso nel pugno scagliato in faccia al Finanziere che si è ritrovato all’Ospedale Santa Maria Goretti con una prognosi di 15 giorni e il naso fratturato.
In seguito all’aggressione, immediatamente sono stati allertati i poliziotti del Commissariato di Cisterna. Una volta giunti sul luogo, secondo quanto ricostruito dal poliziotto che ha relazionato nel corso del rito direttissimo, il 29enne avrebbe minacciato di nuovo tutti dicendo agli agenti: “Mo’ chiamo persone di mia fiducia e vi faccio ammazzare di botte tutti”. Inoltre, il poliziotto ha notato il viso del Finanziere sanguinante e tumefatto.
La versione di Coluzzi, invece, è stata assolutamente diversa, ma non ritenuta credibile né dal Pm onorario né dal giudice. Il 29enne ha dichiarato di essere stato aggredito da una testata al volto da parte del Finanziere Serra, il quale poco prima gli avrebbe detto: “Fatti i cazzi tuoi”, e di avere reagito per legittima difesa, spingendo il militare e, al massimo, graffiandolo inavvertitamente sul viso. In seguito, sempre Coluzzi ha riferito, in un racconto oltremodo concitato, che, all’arrivo dei poliziotti, proprio l’agente che ha relazionato in aula oggi gli avrebbe tirato un pugno in faccia dicendogli: “Sei una nullità”.
Al che il Pubblico ministero ha chiesto conto di queste aggressioni a Coluzzi, facendogli notare che non aveva alcun segno in faccia. Ad ogni modo, dopo quasi un’ora e mezzo di camera di consiglio, il giudice monocratico ha convalidato l’arresto e stabilito la custodia cautelare in carcere.
Una decisione in totale sintonia col Pubblico Ministero che ha sottolineato il comportamento processuale del 29enne sembrato un fiume in piena (“l’imputato va in preda a crisi di rabbia e non riesce a contenersi”), senza contare i suoi precedenti.