ACQUALATINA, SINDACI VOTANO PASSAGGIO QUOTE A ITALGAS. MA SPUNTA LA DIFFIDA DI ACEA E IL GIALLO DELLE SOCIETÀ

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Acqualatina Spa, la conferenza dei sindaci ha ratificato il passaggio di quote da Veolia a Italgas: tutti concordi

La conferenza dei sindaci ha, come prevedibile, ratificato il passaggio delle quote private dalla multinazionale francesce Veolia a Italgas, che diventa il nuovo socio di minoranza del gestore idrico. Una semplice presa d’atto, ci ha tenuto a precisare la Presidenza della conferenza dei sindaci, dal momento che qualche primo cittadino ha voluto quantomeno chiedere delucidazioni su cosa si stava per votare.

Il punto richiamato nell’odg era molto semplice: “Cessione del ramo di azienda idrico Siram S.p.A. (ramo idrico italiano del gruppo Veolia) richiesta di gradimento ex art. 31 della Convenzione per la gestione del servizio idrico integrato. Presa d’atto”. Sulla base di questo deliberato, i sindaci – presenti i rappresentati del 77% della popolazione dell’Ato4, ma assente il Comune di Aprilia – hanno votato all’unanimità la sunnominata presa d’atto, inserendo l’emendamento del Comune di Sabaudia che sintetizzava i pareri della Segreteria Tecnica Operativa dell’Ato e del legale che si è occupato del contenzioso ancora in corso tra Acqualatina Spa e Acea, la municipalizzata capitolina, che, nel 2017, provò a concludere la stessa operazione di compravendita delle quote private e si vide sbarrare sulla propria strada l’altolà dei Sindaci.

L’emendamento, in particolare, rafforza ancora di più l’asetticità della presa d’atto dai sindaci.

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Il contenzioso con Acea, peraltro, dovrebbe arrivare a una conclusione il prossimo mese di ottobre (per l’esattezza il 18 ottobre): il Tar si esprimerà, infatti, sul ricorso presentato dalla stessa Acea contro la decisione della conferenza dei sindaci arrivata nel 2017 che, per l’appunto, negò l’acquisizione delle quote private di Veolia.

Nel 2023, invece, Italgas ha avuto vita facile. Il ragionamento dei sindaci sotteso al voto unanime è stato quello di non mettere bocca in una questione che vede già un contenzioso con un colosso come Acea. Ecco, i primi cittadini hanno preferito evitare, secondo la loro logica, nuove possibili carte bollate da parte del gruppo Italgas o della multinazionale francese Veolia. Far saltare la compravendita, secondo i sindaci, sarebbe stato troppo rischioso. Solo che adesso, come vedremo, si rischia forse ancora di più.

Bocciata in ogni assise comunale in cui è stata presentata, la mozione “Villa” (dal nome della consigliera comunale di Formia, Paola Villa, che l’ha proposta per prima) prevedeva che i sindaci chiedessero delucidazioni su modalità e tempi con cui Italgas ha acquistato il 49% delle quote private di Acqualatina Spa, appartenute alla società Idrolatina, a sua volta di proprietà della multinazionale francese Veolia Spa.

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Ora, in un unico punto all’ordine del giorno, la conferenza dei sindaci dell’Ato 4, che in teoria rappresenterebbero il 51% delle quote di Acqualatina, ha semplicemente preso atto di questa cessione.

In realtà, Italgas era stata chiara sin dal 9 giugno scorso in un comunicato che non lasciava spazio a interpretazioni.

Italgas e Veolia – recitava il comunicato di Italgas datato 9 giugno – hanno firmato oggi il contratto di compravendita delle partecipazioni detenute dal Gruppo Veolia in alcune società attive nel servizio idrico nelle regioni Lazio, Campania e Sicilia, a seguito delle trattative annunciate nei mesi scorsi. Il perfezionamento dell’operazione è subordinato all’avveramento di talune condizioni, tra le quali il coinvolgimento o il gradimento degli Enti che hanno assegnato la concessione del servizio idrico.

L’operazione – continuava il comunicato – si inquadra nella più ampia strategia tracciata da Italgas che prevede il potenziamento della presenza del Gruppo nel settore idrico. “Abbiamo compiuto un passo importante per diventare un player di riferimento anche nel settore idrico – commentava l’Amministratore Delegato di Italgas, Paolo Gallo – Un obiettivo strategico a cui puntiamo con convinzione, nella consapevolezza di poter creare valore per il Paese mutuando le competenze e le tecnologie all’avanguardia sviluppate nel settore del gas. La trasformazione digitale delle reti e l’efficienza energetica in chiave sostenibile sono, infatti, driver in grado di ridurre in maniera significativa le perdite idriche, rendere più efficiente il servizio e restituire ricchezza alle comunità e ai territori”.

“Veolia rimarrà attiva nel mercato idrico attraverso servizi tecnologici e soluzioni avanzate – aveva commentato Emanuela Trentin, CEO Siram (Gruppo Veolia) – contribuendo altresì alla sicurezza energetica e alla decarbonizzazione per soddisfare la significativa domanda del Paese di efficientamento energetico e di accelerazione di produzione di energia locale e decarbonizzata”.

In particolare, l’operazione ha previsto l’acquisizione da parte di Italgas del 100% del capitale sociale di Acqua S.r.l. che a sua volta detiene direttamente il 98,7% del capitale sociale di Idrosicilia S.p.A. e, indirettamente, il 75% del capitale sociale di Siciliacque S.p.A.; del 100% di Idrolatina S.r.l. che a sua volta detiene il 49% circa di Acqualatina S.p.A.; del 47,9% di Acqua Campania S.p.A.

Nella nota si evidenziava che Acqualatina è il gestore del Servizio Idrico Integrato nell’ATO 4-Lazio Meridionale che include 38 Comuni per un bacino d’utenza di 550.000 abitanti. Nel 2021 ha registrato ricavi per 138 milioni di euro.

Dunque, Italgas ha acquistato Siram Spa che detiene il 100% di Idrolatina. Così si è concretizzato un passaggio, all’insaputa della maggior parte dei sindaci, e soprattutto dei cittadini. Le mozioni “Villa” presentate nei consigli comunali di Latina, Terracina e Formia e respinte dalle maggioranze di centrodestra sarebbero state inutili dal punto di vista amministrativo, ma sicuramente avrebbero evidenziato, nel caso fossero passate, il paradosso e la debolezza di chi dovrebbe rappresentare il 51% di Acqualatina Spa: nessuno sapeva di una compravendita di quote già andato in porto settimane prima.

A margine della giornata, però, è emersa una lettera dello studio legale “Biancadoro-Mirabile”, che cura gli interessi di Acea Spa, indirizzata a tutti i sindaci dell’Ato 4, al Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli, al Presidente della Provincia di Frosinone e al Sindaco di Roma Capitale, oltreché a Corte dei Conti, Arera, Antitrust e Anac.

Nella lettera, lo studio legale evidenzia che Acea ha appreso con vivo stupore che l’operazione Idrolatina/Acqualatina da Veolia a Italgas si sarebbe conclusa. Ancora più stupita, Acea, che i Sindaci sono stati convocati a closing ultimato, solo per prendere atto, per l’appunto, dell’avvenuto passaggio.

La società per azioni capitolina, nel ricordare la difformità di comportamento dei sindaci che, nel 2017, bocciarono la compravendita, mentre oggi la ratificano senza neanche un minimo dubbio, ha evidenziato di come, 6 anni fa, il parere del professore Alberto Lucarelli, rilevava profili di illegittimità della alienazione del socio privato, configurando una elusione della procedura ad evidenza pubblica: in sostanza, per vendere le quote private, si sarebbe dovuto pubblicare un avviso pubblico.

Tra i requisiti, ricorda Acea, per chiunque avesse voluto acquistare le quote private di Acqualatina Spa, il bando di gara prevedeva una gestione dei servizi dell’acquedotto, fognario e depurativo per almeno 600mila abitanti.

Il punto di Acea è che mentre la Spa romana rispetta queste caratteristiche essendo leader del settore idrico in Italia con 9 milioni di abitanti serviti, al contrario Italgas serve solo 29mila clienti.

Eppure, Acea, già da marzo scorso, quando Italgas manifestò l’intenzione di acquisire le quote Veolia, aveva manifestato all’Ato4 in due circostanze le proprie rimostranze, ricordando di essere stato il promissario acquirente di Idrolatina sin dal novembre 2016. Come accennato, ad aprile 2017, l’Ato 4, con delibera della Conferenza dei Sindaci, aveva negato il consenso all’operazione in ragione del parere pro veritate del Professor Alberto Lucarelli.

Ora, Acea ha chiesto più volte se fosse cambiato il quadro giuridico, ma “a tale lettera – ricordano i legali della Spa – nessuna risposta è stata fornita” dall’Ato4.

Peraltro, Acea sostiene che da visura camerale le quote di Idrolatina non sarebbero detenute da Siram spa (ossia l’oggetto della presa d’atto odierna da parte dei sindaci), ma intestate a Veolia Eau-Compagnie Generale Des Eaux S.C.A., ubicata a Parigi Rue La Boetie 21, in Francia.

“Delle due l’una – insorge lo studio legale che rappresenta Acea – o la partecipazione è ancora in capo a Veolia Eau e allora non si intende come possa sussistere la cessione del ramo idrico Siram o, medio tempore, dette quote sono state trasferite da Veolia a Siram, per effettuare la cessione, con l’evidente scopo di eludere le disposizione generali in materia“.

Non solo perché Acea rimanda anche ad altre possibili “elusioni”: vi sarebbe dovuta essere l’autorizzazione dell’Ato4; sia Anac che Antitrust hanno da sempre specificato che un passaggio di quote a un privato in una società costituita per la gestione di un servizio pubblico deve avere un confronto concorrenziale (dunque una gara pubblica).

Ecco perché Acea porta a conoscenza della vicenda anche la Corte dei Conti e ha diffidato i sindaci, ieri 6 settembre, a non assumere alcuna determinazione, non prima comunque del 18 ottobre quando il Tar deciderà sul contenzioso.

È evidente che i sindaci dell’Ato4 hanno ignorato tale diffida. La storia dell’acqua continua e non sarà una serata di gala.

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