Acquacoltura nel Golfo di Gaeta, il consigliere regionale Salvatore La Penna (PD): in capo ai Comuni tutti gli strumenti per decidere. Si può procedere senza indugi nel rispetto dell’ambiente e dell’area sensibile, indicando soluzioni concrete per il mondo produttivo
“L’approvazione della Carta Vocazionale dell’Acquacoltura della Regione Lazio nello scorso mese di luglio ha rappresentato un’attesa svolta nel sistema di autorizzazione delle concessioni della costa regionale.
Per quanto riguarda il nostro impegno in Consiglio regionale si tratta di un importante risultato raggiunto con un lavoro di squadra: con l’approvazione della Carta Vocazionale si è dato seguito a quanto previsto dall’articolo 15, comma 3, della legge regionale 23 novembre 2020, n. 16.
Tale articolo è composto per intero dal testo di un mio emendamento approvato dall’aula il 5 Novembre 2020.
Il succitato emendamento andava nella direzione di fornire un supporto tecnico agli Enti Locali a cui era stata intestata dalla Legge Regionale 1/2020 la materia delle concessioni per l’esercizio dell’acquacoltura.
La Regione Lazio, dopo aver provveduto al trasferimento ai Comuni delle competenze in materia di concessioni, non ha lasciato soli gli Enti locali ma, al contrario, ha fornito uno strumento scientifico ed una mappatura completa delle zone di mare territoriale idonee e quelle precluse all’esercizio dell’attività di acquacoltura.
La carta, realizzata con i fondi FEAMP 2014-2020 – Misura 2.51, rappresenta un lavoro di straordinaria e proficua collegialità che ha visto coinvolti tutti i soggetti interessati: Regione Lazio, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio (ARPA Lazio), Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), Istituto zooprofilattico, Enti locali, organizzazioni di rappresentanza professionale e sindacale, FLAG. Agli Enti Locali decisori è stato dunque fornito un documento fondamentale per suffragare le scelte che pone al centro la conoscenza tecnico-scientifica autorevole con l’obiettivo di tutelare, al contempo, l’ambiente e la produzione. Lo studio, e la Delibera di approvazione dello stesso, indicano chiaramente la perimetrazione delle zone precluse a piscicoltura e mitilicoltura per vincoli di varia natura: ambientali, tutela delle specie protette, pressioni antropiche, difesa e sicurezza nazionale nonché l’esistenza di atti normativi che ne vietano l’attività. Penso, soprattutto, alla DGR sull’Area Sensibile del Golfo.
Oggi, dunque, la Regione Lazio ha compiuto il suo lavoro fornendo tutti i supporti alla decisione. Un lavoro trasversalmente riconosciuto come necessario e rigoroso. Ora vi sono le condizioni affinché i Comuni interessati possano e facciano rispettare la normativa, avendo la facoltà di autorizzare laddove è possibile e delocalizzare gli impianti se questi insistono su zone di mare precluse. La Regione Lazio, con la Carta Vocazionale, ha messo fine ad anni di incertezza interpretativa a riguardo e alla stagione delle proroghe. Ora i Comuni possono fare la loro parte, senza indugi ed ambiguità giuridiche.
Ringrazio la Giunta Regionale e l’Assessora all’Agricoltura Enrica Onorati per il lavoro svolto su questa tematica in questi anni che ha prodotto, in collaborazione con il Consiglio Regionale, importanti ed attesi risultati”.
Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale del Partito Democratico, Salvatore La Penna.