Tribunale respinge istanza del Consorzio Nestore dopo l’interdittiva antimafia. La consigliera comunale Paola Villa: “Comune di Formia e Distretto in silenzio”
“Nonostante queste notizie il Distretto Socio-Sanitario e il Comune di Formia continuano a stare in un inquietante silenzio”, spiega la consigliera comunale di Formia Paola Villa (Un’Altra Città e Movimento Cinque Stelle).
La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha respinto l’istanza presentata dal Consorzio Nestore per accedere alla procedura prevista dall’articolo 34 bis del decreto legislativo numero 159 del 2011, con il quale avrebbe conservato i titoli sulle attività già in esercizio e frutto degli affidamenti ottenuti negli ultimi anni dagli enti locali casertani (la Asl e alcuni comuni) e non casertani, tra cui appunto il comune di Formia e il Distretto Socio-Sanitario LT5 di cui è capofila il Comune di Gaeta.
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“Si chiama “controllo giudiziario” – continua Villa – e in questo periodo l’azienda continua ad operare sotto tutela, visto che il tribunale le può imporre di riferire alla questura e alla polizia tributaria ogni atto, ogni documento economicamente rilevante per la vita della società. Può durare da uno fino a tre anni. Già lo scorso giugno il Tar della Campania aveva rigettato la richiesta di Nestore di revocare l’interdittiva antimafia, nel provvedimento il Tar scrive che “le misure di self cleaning (cioè adottate per evitare l’effetto escludente dalle procedure di gara) pur espressamente valutate dalla Prefettura, sono state considerate – secondo criteri che non possono dirsi irragionevoli – non idonee ad eliminare i rischi di infiltrazione nel Consorzio Nestore”.
“Insomma l’interdittiva resta e bisogna agire. Da quel giorno, più volte si è richiesto al Comune di Formia di convocare una commissione “Servizi Sociali” ad hoc, e soprattutto convocare una riunione del Distretto Socio-Sanitario dove capire gli appalti anche di elevato valore economico, vinti da Nestore, che fine facevano e soprattutto quali tutele venivano messe in atto per i lavoratori. Ribadiamo che l’interdittiva antimafia coinvolge chi gestisce il consorzio, chi lo dirige e negli anni ha creato una fitta rete di “rapporti di forza e potere” con enti locali, asl, distretti e tanto altro. Non certo l’interdittiva può essere attribuita ai lavoratori, spesso pagati con ritardo e dopo avere aspettato per lunghi mesi. Ora – conclude Villa – ci aspettiamo che il Comune di Formia agisca e soprattutto comunichi ufficialmente il da farsi insieme al Distretto socio-sanitario capeggiato dal Comune di Formia”.