Non solo spiagge e concessioni balneari, tra le carte dell’inchiesta “Free Beach” anche i lavori a “La Fiora” e la caldaia dell’istituto scolastico Fiorini
Ad essere accusati di falso dalla Procura di Latina per i lavori all’edificio scolastico “Elisabetta Fiorini” di Terracina, il Dirigente Lavori Pubblici del Comune di Latina Corrado Costantino, il responsabile unico del procedimento Alberto Leone, il direttore dei lavori Giovanna Nardone e i titolari del Gruppo Sapa srl di Caivano (provincia di Napoli) Pasquale Angelino e Rosa Esposito.
Secondo gli inquirenti, la vicenda si snoda attorno ai lavori aggiuntivi dell’appalto affidato all’impresa Gruppo SAPA s.r.l.
I personaggi coinvolti avrebbero attestato falsamente l’esecuzione dei lavori di sostituzione e conversione della caldaia e la realizzazione di impianto WiFì presso l’edificio scolastico Elisabetta Fiorini.
Un caso che ebbe una certa eco mediatica nell’inverno 2020 quando scoppiò una polemica politica che vide in a confronto la Consigliera comunale Barbara Carinci (insegnante proprio all’interno dell’istituto) e l’allora Assessore ai lavori pubblici del Comune di Terracina, entrambi all’epoca di Fratelli d’Italia, Luca Caringi (che risulta indagato nell’inchiesta “Free Beach” in merito al ponte ciclopedonale). Caringi, successivamente, nell’attuale consiliatura, è uscito dal gruppo di Fratelli d’Italia per entrare nel Misto e oggi, 22 luglio, si è dimesso insieme ad altri 13 consiglieri comunali.
Leone, Esposito, Nardone e Angelino risultano indagati anche per frode nelle pubbliche forniture sempre in riferimento alla caldaia (lavori per un importo di oltre 45mila euro) e all’impianto Wi-Fi dell’istituto Fiorini (per un importo di oltre 34mila euro). Gli inquirenti ipotizzano che vi sia stata un’omissione nella sostituzione dei bruciatori della caldaia e nella realizzazione dell’impianto per avere Internet. Peraltro, l’accusa contesta che in realtà furono sostituiti alla scuola solo 12 lavabi su 23 così come pattuito nell’appalto, oltreché al finto completamento dell’impianto anticendio che alla data del 14. gennaio 2020 risultava ancora non funzionante e non allacciato alla rete idrica. Nel frattempo, però, a fronte di lavori non realizzati o realizzati parzialmente, venivano liquidati tramite gli stati di avanzamento.
E la situazione non era tra le migliori al Fiorini tanto che genitori, alunni e dipendenti della scuola erano preoccupati per la sicurezza della caldaia. Ci fu persino l’evacuazione di due classi a causa di una perdita di gasolio da un tubo.
Lavori che realizzati in un certo modo mettevano a rischio la sicurezza, così come certifica un ingegnere del Comune il quale avvertiva che installare dei bruciatori in una caldaia come quella esistente presso la scuola “E. Fiorini” non era consigliabile e chiariva la necessità tecnica della sostituzione della stessa.
E che la caldaia non fosse stata integralmente sostituita furono gli investigatori che, insieme al personale dell’Ufficio Prevenzione incendi del Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Latina, effettuarono un sopralluogo presso il plesso scolastico “Elisabetta Fiorini” di Terracina.
Le opere previste non erano state realizzate o comunque risultava la non corrispondenza con previsioni di appalto. Materiali non idonei, lavori eseguiti male, ultimazione dei lavori dichiarata ma non realizzata: al Fiorini la situazione, secondo gli inquirenti, era da mani nei capelli.
Le indagini, infatti, hanno dimostrato che i lavori di adeguamento degli impianti, messa a norma del locale caldaia, sostituzione dei bruciatori e conversione del sistema di alimentazione della caldaia della scuola Fiorini sono stati eseguiti da soggetti terzi all’impresa SAP A S.r.l. nel periodo compreso tra il 23 dicembre 20’19 e il 3 gennaio 2020.
Altro capitolo che, secondo gli inquirenti, ha rappresentato un esempio di sciatteria è quello al fossato e alla scuola materna a La Fiora dopo il tornado che colpì Terracina il 29 ottobre 2018, quando il Sindaco era ancora di fatto e di diritto Nicola Procaccini. Un evento atmosferico che creò parecchi danni in città e che viene tuttora ricordato quasi solennemente come esempio di coraggio da parte di una comunità intera. Eppure, secondo la Procura, i lavori alla scuola materna di La Fiora furono un esempio di malcostume.
Il dirigente lavori pubblici del Comune di Terracina, Corrado Costantino, infatti, è accusato di aver dichiarato il falso in merito a presunti rischi di sicurezza per l’incolumità pubblica e privata. Un falso dichiarato, secondo gli inquirenti, così da giustificare, con procedura di somma urgenza, i lavori per la messa in sicurezza e il ripristino dello stato dei luoghi.
Accusati di turbativa d’asta, per i lavori alla scuola materna, lo stesso Corrado Costantino, i titolari della Italimpianti srl Massimiliano Lauretti e Mattia Quinti (considerato un prestanome) e i due dipendenti della stessa impresa Mario Rossi e Fabio Cavallini. Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero manipolato la scelta su chi avrebbe dovuto fare i lavori che, alla fine, furono portati a termine nemmeno dalla ditta affidataria con l’aggravante dell’Inadempimento di contratti di pubbliche forniture, un reato contestato titolari e dipendenti della Italimpianti.
L’importo dei lavori, certo, è contenuto (9mila euro), ma la modalità ricorda da vicino la circostanza che ha portato ai primi arresti, datati gennaio 2020, nei confronti dell’ex vice sindaco di Terracina Pierpaolo Marcuzzi, accusato di aver brigato per far eseguire lavori alla tribuna dello stadio del Borgo Hermada, di cui era presidente, con la scusa del tornado di ottobre. In realtà, quei lavori, secondo l’accusa, non erano necessari dal momento che la tribuna non era stata danneggiata.
Insomma, anche per la scuola materna e il fossato di La Fiora non c’era niente che giustificasse la somma urgenza.
I Carabinieri che hanno svolto le indagini hanno accertato, infatti, che non vi fu alcun sopralluogo svolto dal personale del Comune di Terracina e del Comando dei Vigili del Fuoco di Latina presso il fossato di La Fiora. Il tornado, in sostanza, fu solo il pretesto per poter far eseguire i lavori a Mario Rossi, giustificandoli con la somma urgenza. Rossi che, in seguito, ha diviso i soldi con la sua impresa e con chi aveva effettivamente compiuto lavori che non andavano svolti.
Una vera e propria strumentalizzazione del tornado.