INCHIESTA A TERRACINA, IL PONTE CON I SOLDI EUROPEI: COINVOLTO IL NOTO IMPRENDITORE DI GAETA

Arresti a Terracina: tra gli appalti più importanti messi ai raggi x dalla Procura quello per il ponte ciclopedonale

Le indagini, che hanno consentito di accertare una pluralità di fatti penalmente rilevanti connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, nonché condotte di sfruttamento del pubblico demanio marittimo, – comunicava ieri, 19 luglio, la Procura di Latina – hanno interessato anche lavori e opere pubbliche.

Tra questi, la realizzazione di un ponte ciclopedonale a Terracina attraverso l’indebita percezione di fondi europei strutturali FEAMP e FLAG con conseguenti danni erariali.

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Ad essere coinvolti nell’affaire “ponte ciclopedonale”, che si dipana tra il dicembre 2016 e l’ottobre 2019, ci sono politici come la Sindaca Roberta Tintari, all’epoca (2017) vice del primo cittadino Procaccini, l’allora assessore Gianni Percoco (attualmente Presidente del Consiglio Comunale di Terracina) e l’ex assessore ai lavori pubblica Luca Caringi (ad oggi consigliere comunale del Gruppo Mistro, ex Lega). Tutti e tre indagati e i primi due ai domiciliari sono accusati di aver redatto una delibera in cui attestavano il falso, per poi sottoporla al voto unanime della Giunta. Secondo gli inquirenti, era stato indicato per mero errore “in modo non esaustivo, contrariamente al vero, la realizzazione di un ponte e una pista ciclopedonale”. In sostanza il progetto era riferito al miglioramento delle aree di sbarco dei pescherecci, quando invece si puntava alla realizzazione del ponte e della pista ciclopedonale. E si puntava a realizzarlo con i fondi europei. A margine della vicenda, spunta anche la circostanza che Tintari abbia rispedito al mittente la delibera, ossia a al dirigente, perché questa prevedeva che la pista ciclopedonale sarebbe passata davanti alla panineria “Le Palme” del fratello Emanuele Tintari, come peraltro già accadrebbe. Davanti al marciapiede del ristorante, la pista non doveva passare: “Sta delibera così non può anda’” – diceva Tintari intercattata al telefono con l’allora assessore Percoco.

Ad essere indagato per falso anche il funzionario Corrado Costantino, in quanto, come dirigente dei lavori pubblici, ha svolto il ruolo di estensore della determina del 20 agosto 2019 con cui si attestava il suddetto falso affidando i lavori alla Appalti e Servizi srl (un nome da tenere a mente).

Ma Costantino, che era anche progettista e responsabile unico del procedimento, viene indagato per un’altra ipotesi di falso poiché, per permettere al Comune di Terracina di presentare domanda per il bando europeo della Regione Lazio (PO FEAMP 2014/2020), avrebbe, secondo gli inquirenti, compilato dati dati farlocchi nella relazione tecnica. E nel farlo, Costantino avrebbe poi presentato all’ufficio A.D.A. (area decentrata agricoltura) di Latina della Regione Lazio un progetto di “riqualificazione del porto pescherecci di Terracina relativa a un tratto di via Banchina e via Cristoforo Colombo”, pieno di quei falsi, in modo da ottenere i contributi concessi dallo Stato con i fondi europei per un importo di 250mila euro. Costantino avrebbe attestato altrettanto falsamente la presenza di una sottobanchina e la realizzazione di una soletta in calcestruzzo di fatto inesistente. Il tutto per arrivare ai fondi dell’Ue, ecco perché risulta indagato anche per indebita percezione di erogazioni pubbliche.

Facendo un passo indietro, però, è interessante capire a chi furono affidati i lavori per una pista e un ponte ciclopedonale che per la Procura sono stati fatti passare per un progetto inesistente (miglioramento aree di sbarco pescherecci). Ad aggiudicarsi l’appalto più remunerativo dell’intera inchiesta che ha terremotato l’amministrazione Tintari odierna, è, nel 2019, la ditta Appalti e Servizi srl di Marco Crocco.

Marco Crocco all’epoca della Presidenza del Gaeta Calcio

Crocco, che risulta indagato per falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, in concorso col direttore dei lavori Gaspare Di Micco, è un imprenditore piuttosto noto nel sud pontino. Compagno della consigliera comunale Gianna Conte (totalmente estranea alle indagini), miss preferenze alle ultime elezioni comunali con la lista “Mitrano nel Cuore” a sostegno dell’attuale Sindaco Cristian Leccese, Crocco è stato fino al 2021 Presidente del Gaeta Calcio. Crocco e Di Micco, secondo la Procura, avrebbero dichiarato, anche loro falsamente, che i lavori dell’appalto riguardante il ponte e la pista ciclopedonale si sarebbero conclusi ad agosto 2019.

Ma c’è di più perché, a quanto sostengono gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, la Appalti e Servizi srl non sarebbe stata in possesso dei requisiti tecnici richiesti (mancava la Soa Os/21). Peraltro, in capo agli amministratori politici, vengono contestate le circostanze per cui non sarebbero stati richiesti l’autorizzazione demaniale per la consegna dell’area a Terracina, né acquisiti i pareri, il nulla osta e altri adempimenti. E che alla Appalti e Servizi srl mancasse la Soa sarebbe stato un fatto conosciuto al funzionario Costantino.

I lavori per il ponte ciclopedonale avrebbero dovuto concludersi, previa proroga, entro il 31 agosto 2019. Ne seguirono diverse telefonate tra gli indagati, con un lungo tira e molla e varie sollecitazioni per il rispetto dei tempi.

Eppure, secondo la Procura, sarebbe stato inserito un verbale di fine lavori falso che riportava la data del 28 agosto 2019, senza contare che alcuni atti non erano stati presentati anche due mesi più tardi, a ottobre 2019.

A Di Micco e a Crocco viene contestato di aver fornito un certificato di fine lavori prima che gli stessi fossero terminati. Un aspetto controllato dagli investigatori che, presenti in loco, il 29 agosto, data di ultimazione del cantiere, verificarono che i lavori erano ancora in corso.

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