“Il vestito cucito” addosso per la ditta vicina a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia: così parlavano i funzionari del Comune di Terracina
Che lo dica l’opposizione a Terracina sarebbe un caso politico ancorché raro, considerato che, tra i cittadini, molti contestano il fatto che la stessa sia impalpabile da anni. Ma se a dirlo sono, in una conversazione captata dagli investigatori, due dipendenti del Comune mentre parlano con un privato, allora la cosa si fa vieppiù rilevante.
Siamo, come ovvio, a Terracina (luglio 2019), nel corso del fiume carsico dell’inchiesta della Procura di Latina che ha decapitato l’amministrazione Tintari. L’ipotesi di reato è quello della turbativa d’asta contestata al dirigente del demanio marittimo Corrado Costantino (sottoposto ai domiciliari), al capo settore Carlo Sinapi (divieto di dimora) e all’amministratore di diritto e di fatto della “The Spot srl” Patrizia Menarini e William Zanchelli. Quest’ultimo è un imprenditore a cui nel 2013 la Procura di Roma sequestrò uno skate park a Ostia per un presunto abuso edilizio per in concorso con il politico Dario Bensi, già candidato alle elezioni amministrative come Presidente del Municipio di Ostia.
Il filone romano degli affari facili sul litorale terracinese è da tenere a mente: a scriverlo è la stessa Gip Giorgia Castriota che parla, nell’ordinanza, di imprenditori già coinvolti nella maxi inchiesta capitolina di “Mafia Capitale”.
Non solo la The Spot di Zanchelli ma anche la società Vib srl, a cui, per non aver pagato il canone, è stata revocata dalla Procura di Latina la concessione demaniale di uno degli arenili comunali a Terracina con tanto di ristorante e discoteca, controllata dalla famiglia Ciccarelli, per cui risultano indagati i fratelli Domenico e Giovanni Battista (a cui era intestata la srl). Tutti romani che sarebbero arrivati sul lido terracinese “potendo contare su compiacenza e connivenza degli amministratori locali“.
Tornando alla The Spot srl, Dirigente e Capo settore si ritrovano indagati per aver omesso valutazioni tecniche e favorito la società nella concessione dell’Area del Moto del Porto di Terracina.
Infatti, all’epoca della selezione pubblica, per l’aggiudicazione dell’area del porto, si palesa anche la Mea Consulting srl di Emilio Sardellitti, al che il Dirigente Costantino nomina una commissione per valutare nel merito la migliore offera. Una commissione composta dallo stesso Costatino, dal co-indagato geometra Sinapi e da altri due persone non indagate.
A dover vincere, secondo la commissione che la giudica in prima battuta “palesemente migliore”, è la Mea Consulting che presentò per l’Arena del Molo un’offerta dagli oltre 167mila euro a fronte dei 73mila messi sul piatto dalla The Spot srl. E migliore era l’offerta anche per la proposta: 12 eventi all’anno rispetto ai 10 della concorrente. Non solo: mentre la Mea Consulting avrebbe fatto entrare gratuitamente nell’area assegnata gli utenti, la The Spot avrebbe richiesto un obolo da 20 euro.
Insomma, una vittoria schiacciante su tutta la linea da parte della ditta di Sardellitti.
È qui, però, che cominciano a farsi poco chiare le cose. La Commissione non riesce più a trovare l’unanimità per l’opposizione di Costantino e Sinapi che, secondo gli inquirenti, affermano falsamente che anche la Mea Consulting non avrebbe i requisiti. Fatto sta che tutte e due le ditte, incredibilmente, vengono escluse, nonostante che una di esse sia nettamente la migliore per la qualità della proposta. Ed è lo stesso Sinapi, intercettato con un altro indagato, a dire di Costantino: “Ho visto come si comporta, m’ha ficcato in mezzo un mare di casini tra l’altro tra cui quello della gara del molo là ma per carità ma mia solo là perché lui dà retta ai politici”. È evidente che chiunque possa accorgersi che per l’Arena del Molo qualcosa deve essere successo. E di molto poco chiaro.
Sinapi, che peraltro è anche responsabile del procedimento, è nervoso, sa che la situazione è diventata pericoloso: “Sto impiccio grosso del Molo“, lo definisce in un’altra conversazione intercettata dai Carabinieri.
Quello che è certo, secondo gli inquirenti, è che la The Spot srl “era sponsorizzata politicamente dall’onorevole Procaccini, che avrebbe sostenuto la campagna elettorale per le elezioni europee“.
A ribadirlo, in una conversazione intercettata dai Carabinieri, sono lo stesso Dirigente Costantino, l’architetto e funzionaria del Comune Claudia Romagna (a processo per il caso Pro Infantia e indagata nell’indagine che ha portato agli arresti Tintari) e un certo “Augusto”, presumibilmente dipendente della Mea Consulting, la ditta che meritava di vincere ma che fu esclusa.
È in questa chiacchierata che viene chiarito il concetto del “vestito cucito” addosso alla The Spot per ragioni politiche, perché la società è legata a Fratelli d’Italia, per aver sostenuto la campagna elettorale a Ostia. Gradita al partito di Giorgia Meloni e quindi anche a Nicola Procaccini.
Augusto: Nicola ha fatto bando per la concessione al molo
Romagna: Nicola, mo ha fatto il bando
Augusto: Nicola ha fatto il bando
Romagna: Un vestito cucito
Augusto: Sì molto perché c’è una ditta de Roma che se chiama “The Spot” che è tra l’altre ditte che collabora con…Giorgia Meloni, da Ostia alla campagna elettorale.
Costantino: mmm
Augusto: Comunque sta ditta doveva ave’ in concessione quell’area…
Costantino: L’evidenza pubblica
Augusto: L’evidenza pubblica…venti giorni di tempo…io so’ andato da lui e per la prima volta ho detto…ma venti giorni di tempo poiii…l’impresa che se…che se non ce sta lo scopo de lucro? Lui mi ha alzato le spalle ma fatt…quindi…investire soldi senza scopo di lucro per pigliarsi quell’area”
E ancora sempre lo stesso Augusto spiega ai suoi interlocutori: “Nicola…prima ha voluto annullare il bando..perché poi lui hanno aperto le buste…e diciamo che c’era…l’orientamento.
Costantino: C’era qualcosa che non andava
Augusto: Qualche cosa non andava ma era molto blanda…hanno chiesto chiarimenti e li abbiamo dati…
Secondo il tale Augusto, Nicola Procaccini avrebbe fatto una delibera per dare in concessione a un’altra associazione l’Arena del Molo. E lo stesso Augusto ipotizza pure il reato: “Ce sta’ l’abuso d’ufficio”.
Alla fine l’appalto non è stato assegnato alla The Spot srl, benché, secondo il Gip Giorgia Castriota, le persone coinvolte rimangono indagate perché per la turbativa d’asta è sufficiente il danno “mediato e potenziale”.
Come non bastasse, l’Arena del Molo rientra anche in una vicenda di abusi contestata al Presidente dell’associazione sportiva Terracina Vela Club, Aldo Morganti. Quest’ultimo è accusato di aver occupato l’area demaniale marittima dell’Arena del Molo impendendone l’uso pubblico. Indagato per invasione di terreni, Morganti avrebbe letteralmente invaso l’area pubblica. Il Terracina Vela Club è stato così destinatario del sequestro di beni esistenti presso l’Arena del Molo di Terracina.
Da ultimo, proprio la situazione di abusivismo eclatante, che persisteva sull’Arena del Molo, il Sindaco Roberta Tintari distrugge e occulta, nel settembre 2019, il verbale della riunione della Giunta municipale perché pieno di cosiddetti errori (lo dice Tintari a Percoco): in realtà, contenente dichiarazioni compromettenti per l’intero esecutivo comunale dell’epoca.