Latina: frode assicurativa e falso, truffa da 600mila euro. Arrivano le prime condanne per il caso che ha coinvolto quattro persone
Il Giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Cario ha condannato due delle quattro persone coinvolte nella truffa con il falso incidente stradale risalente all’ottobre del 2016 in via Napoleone Bonaparte.
Secondo l’accusa sostenuta dal sostituto Procuratore della Repubblica Andrea D’Angeli, il 54enne Domenico Panariello, l’ex Carabiniere in servizio a Nettuno, si sarebbe prestato a compilare una relazione di servizio senza che l’ufficio di polizia di appartenenza ne fosse al corrente, e dove sosteneva che, mentre era di passaggio sul luogo di un sinistro, aveva notato una donna a terra soccorsa da altre persone presenti causalmente ed accorse anche dal vicino pronto soccorso, in totale contrapposizione con l’accesso della vittima al pronto soccorso avvenuta esclusivamente il giorno successivo.
Sono 4 gli indagati, compreso Panariello, ritenuti responsabili in concorso di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Si tratta, oltreché all’ex Carabiniere, della presunta vittima di incidente, la 76enne Michelina Sereno, del figlio 45enne Alessandro Caracciolo (considerato la mente del raggiro) e della presunta investitrice 60enne Antonella Di Mezza Cutillo (compagna del suocero di Caracciolo).
In particolare gli indagati, insospettabili e incensurati, nella notte del 6 ottobre 2016, avrebbero simulato un investimento pedonale ai danni dell’anziana donna e, con vari raggiri ed artifizi, erano riusciti ad indurre in errore un’ignara compagnia assicurativa (UnipolSai di Bologna), della quale un proprio assicurato si era assunto falsamente la paternità dell’investimento. Così gli indagati hanno fatto liquidare alla vittima, Michelina Sereno, la somma di circa 600mila euro (per l’esattezza 581mila euro).
Figlio e madre – ossia Caracciolo e Sereno, difesi dagli avvocati Pellegrino e Palombi – hanno chiesto il patteggiamento. Una richiesta accolta al Gip che li ha condannato a 2 anni di reclusione con sospensione condizionale della pena e revoca della misura cautelare ai domiciliari. I soldi provento della truffa sono stati confiscati.
Per quanto riguarda Panariello e Di Mezza Cutillo, invece, il processo inizierà il prossimo 16 marzo 2023. Entrambi sono stati rinviati a giudizio.
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