LATINA: FINGONO INCIDENTE, FRODE ASSICURATIVA DA 600MILA EURO. IN ARRESTO 4 PERSONE

Comando Provinciale Carabinieri di Latina
Comando Provinciale Carabinieri di Latina

Latina: arrestate 4 persone per frode assicurativa e falso, truffa da 600mila euro. Anziana finge incidente

Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Latina Giorgia Castriota, su richiesta del sostituto Procuratore della Repubblica Andrea D’Angeli, nei confronti di 4 indagati, ritenuti responsabili in concorso di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (artt. 476 e 479 c.p.) e fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona (art. 642 c.p.). Si tratta della presunta vittima di incidente, la 76enne Michelina Sereno, del figlio 45enne Alessandro Caracciolo (considerato la mente del raggiro), della presunta investitrice 60enne Antonella Di Mezza Cutillo (compagna del suocero di Caracciolo) e dell’ex Carabiniere al Comando di Nettuno Domenico Panariello (54 anni) sospeso, e successivamente non più in servizio, proprio a causa di questa vicenda.

Il provvedimento restrittivo si basa sulle risultanze emerse nel corso di attività di indagine, anche di tipo tecnico, eseguita dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, agli ordine del Maggiore Antonio De Lise, protrattasi da giugno 2020 a gennaio 2021

In particolare gli indagati, insospettabili e incensurati, nella notte del 6 ottobre 2016, avevano simulato un investimento pedonale ai danni dell’anziana donna e, con vari raggiri ed artifizi, sono riusciti ad indurre in errore un’ignara compagnia assicurativa, della quale un proprio assicurato si era assunto falsamente la paternità dell’investimento. Così gli indagati hanno fatto liquidare alla vittima la somma di circa 600mila euro (per l’esattezza 581mila euro). 

I Carabinieri, attivati dopo che la compagnia assicurativa (UnipolSai di Bologna) aveva avviato accertamenti antifrode successivi alla liquidazione, hanno verificato che sul luogo del presunto sinistro non erano intervenuta alcuna Forza di Polizia per rilevare l’incidente, né unità sanitaria, a differenza di quanto sostenuto nella richiesta di liquidazione. Inoltre, la donna si era recata al Pronto soccorso di Latina solo il giorno successivo al presunto investimento, dove aveva ottenuto un referto medico con prognosi di 20 giorni con “diagnosi per fratture alle ossa nasali e traumi contusivi vari

Tra i vari documenti presentati per ottenere la liquidazione vi erano referti medici, successivamente disconosciuti per firma e contenuto da ignari medici del capoluogo pontino, e una relazione di servizio redatta da un ex appartenente alle Forze di Polizia, senza che l’ufficio di polizia di appartenenza ne fosse al corrente, e dove questi sosteneva che, mentre era di passaggio dal luogo del sinistro, aveva notato una donna a terra soccorsa da altre persone presenti causalmente ed accorse anche dal vicino pronto soccorso, in totale contrapposizione con l’accesso della vittima al pronto soccorso avvenuta esclusivamente il giorno successivo

Per quanto concerne l’iter sanitario, alla vittima veniva riconosciuta un’invalidità permanente del 75% con notevole difficoltà deambulatoria. Dalla documentazione sanitaria emergevano anche spese per stampelle, bastoni canadesi ed una poltrona riabilitativa. A fronte di questa documentazione, i militari del Nucleo Investigativo hanno effettuato una serie di servizi di pedinamento con relative riprese video che hanno consentito di accertare che la donna godeva di ottima salute, almeno dal punto di vista motorio.

La donna, infatti, ha continuato a guidare tranquillamente la propria autovettura, ad esempio facendo la spesa e portando a braccia quanto comprato tanto da riporre gli alimenti all’interno del cofano della propria autovettura. In sostanza, la donna ha continuato a condurre una vita normale

Nel corso dell’attività investigativa, i militari del Nucleo Investigativo hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica a carico della vittima del sinistro, recuperando circa 500mila euro, provento della liquidazione del presunto investimento.

I fermati, una delle quali (l’investitrice Di Mezza Cutillo) è stata bloccata all’Aeroporto Internazionale di Fiumicino grazie all’ausilio dei Carabinieri della Compagnia di Fiumicino Aeroporti, terminate le formalità di rito, sono stati messi a disposizione della mandante Autorità Giudiziaria.

La presunta vittima e il figlio, entrambi destinatari dell’ordinanza odierna, convocati dai Carabinieri nelle fasi d’indagine, hanno rappresentato ai militari che la donna non sarebbe potuta scendere dall’auto in quanto ipovedente in seguito all’incidente. Uno stratagemma che, però, non ha funzionato poiché i Carabinieri erano già sulle loro tracce e avevano già appurato che, invece, l’anziana era assolutamente abile nel camminare e viveva una vita normalissima e non da disabile.

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