Non si placano le polemiche per la presentazione del film intitolato “Operazione Spartacus – La Casalese” avvenuta ieri a Gaeta, nonostante la decisione del Viminale di impedire la serata di gala organizzata in un primo momento presso la struttura per ricevimenti Villa Caribe a Spigno.
Latina Tu ha definito la presentazione di Gaeta un affronto allo Stato da parte della produzione di Angelo Bardellino, non pervenuto all’evento di ieri sera sul Lungomare Caboto (almeno dalle prime voci), in realtà presente nella sala dello Yacht Club in abiti da gran serata incurante di tutto il trambusto che c’era stato nei giorni precedenti. Da tenere a mente che la prescrizione del Viminale era nei riguardi della società del nipote del boss Antonio, fondatore del clan dei Casalesi. Il primo articolo di Latina Tu sulla vicenda si intitolava “Bardellino produce un film sui Casalesi. E il sud pontino lo ospita: sconcertante“, e purtroppo siamo stati facili profeti a coinvolgere tutto il sud pontino, tanto è che tolta la possibilità di presentare il film a Spigno Saturnia la produzione e l’autrice hanno pensato bene di andare a Gaeta. Un esplicito segno di come la terra del Basso Lazio sia dirimente per chi ha realizzato le opere.
Nella giornata di ieri (come con tutta probabilità anche oggi), intanto, ha avuto luogo in Prefettura una riunione specifica sul tema, segno che l’attenzione da parte delle Istituzioni c’è e c’è stata, come testimonia l’intervento della Polizia durante la serata gaetana allo Yacht Club.
L’Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto” non si accontenta e fa sentire la sua voce con una lettera che, a firma del Segretario nazionale Elvio Di Cesare, indirizza l’ennesimo appello al Ministro dell’Interno Matteo Salvini e al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio.
“Onorevole Ministro e Signor Prefetto,
la sfacciata sfida allo Stato andata in onda a Gaeta, in provincia di Latina, con la proiezione, malgrado il divieto del vostro Dicastero, del film “La Casalese” ha messo in evidenza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il pauroso rilassamento delle Istituzioni e la carenza di tutto l’apparato di intelligence che la scrivente Associazione va denunciando da anni.
Un rilassamento che sta assumendo colori e dimensioni drammatici e che ha portato, peraltro, una delle parti più vitali del Paese, alle porte della Capitale del Paese, a trasformarsi in una vera e propria enclave di tutti i clan nazionali ed internazionali.
Una situazione pericolosissima che mette in forse la tenuta perfino dello Stato in quanto tale, il quale, di conseguenza, sta apparendo, agli occhi dell’opinione pubblica, quasi completamente collassato di fronte al consolidamento del potere delle mafie, come se ci trovassimo in uno stato di “anomia” per dirla in stile durkheimiano.
L’impellente esigenza di un suo personale e diretto intervento teso ad ovviare a tali preoccupanti carenze appare evidente a seguito di eventi, quali quello in questione, forieri di ulteriori ed imprevedibili sviluppi che potrebbero portare lo Stato ad una definitiva resa di fronte alla mafia ed alla camorra.
Urgono, come richiesto da anni dalla scrivente Associazione l’istituzione di un presidio della DIA nel Basso Lazio e di un supercommissariato della Polizia di Stato, con un congruo numero di personale della Squadra Mobile ed un 1° Dirigente a Formia, oltre ad un potenziamento di un personale qualificato del Gico, dei Ros e dello SCO nei presidi provinciali di Latina.
Contiamo sulla sua personale sensibilità e, in attesa di una sua cortese assicurazione al riguardo, la ringraziamo e distintamente salutiamo“.