CLAN TRAVALI/DI SILVIO: 8 ARRESTI TRA SPACCIO ED ESTORSIONI. CONTESTATA LA GAMBIZZAZIONE CON METODO MAFIOSO

Otto arresti dell’Antimafia di Roma: colpito ancora il Clan Travali/Di Silvio, tra gli arrestati la madre dei fratelli Travali

Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nella mattinata odierna il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina coadiuvato nella fase esecutiva dal Raggruppamento Aeromobili Carabinieri di Pratica di Mare e dal Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria e la Squadra Mobile della Questura di Latina, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma Roberta Conforti nei confronti di otto persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati in materia di stupefacenti, di lesioni personali e di estorsione tentata aggravata dal metodo mafioso

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Più in particolare – si legge in un comunicato della DDA di Roma -, l’attività di indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma costituisce l’approfondimento, sviluppatosi dal gennaio 2021 al luglio 2021, di un filone collegato al procedimento inerente lo spaccio organizzato di stupefacenti nel quartiere di Nuova Latina (ex Q4) e nello specifico nei cosiddetti “Palazzoni” di Via Pier Luigi Nervi, che aveva riguardato il ruolo ricoperto nella zona dalle figure dei fratelli Angelo e Salvatore Travali.

Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali

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L’attività di indagine si è articolata in servizi di osservazione, attività di indagine classica affiancata da attività tecnica di intercettazione e da mirati riscontri. Gli episodi di cessione di sostanze stupefacenti ricostruiti nel corso delle indagini, per i quali il GIP ha ravvisato la sussistenza di gravi indizi, si collocano nel contesto caratterizzato da un’ampia zona verde con molti percorsi pedonali e due strade di accesso, in cui risulta ubicato un immobile oggetto di occupazione abusiva, risultato, in termini di gravità indiziaria, nella disponibilità dei soggetti oggetto di accertamento, situato all’undicesimo piano, sopraelevato e con ampia visuale dell’esterno, atto a consentire un facile controllo del luogo ed un’agevole individuazione degli estranei nell’area, comprese le forze dell’ordine. Lo spaccio messo in atto ha visto decine di episodi di cessioni per circa 150 grammi di cocaini smerciate ogni settimana dal momento delle indagini. Il Maggiore Antonio De Lise del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina, ai microfoni di Luna Notizie, ha tenuto a precisare che sono state diverse le segnalazioni da parte di cittadini abitanti della zona e, anche nella mattinata odierna, non sono mancati da parte di alcuni residenti i ringraziamenti per l’operazione eseguita dall’alba. Questo, a significare, come ha specificato il Maggiore De Lise, che il quartiere non può essere etichettato come avvinto dall’associazione criminale.

Guerrino Di Silvio

Le indagini hanno altresì consentito la ricostruzione, in termini di gravità indiziaria, di una vicenda di tentata estorsione in danno del distributore di benzina di via Epitaffio in Latina configurando altresì l’aggravante del metodo mafioso, così delineata nella contestazione provvisoria, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare oggi eseguita, nei confronti di Maria Grazia Di Silvio (madre dei fratelli Angelo e Salvatore): “con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p. e in particolare della forza di intimidazione conseguente all’appartenenza alla famiglia Di Silvio-Travali, i cui principali componenti (…) sono stati riconosciuti appartenenti con ruoli di vertice all’omonima associazione a delinquere (…) e arrestati per reati aggravati dal metodo mafioso (…) e dalla condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dalla riserva di violenza costituente principale patrimonio dell’associazione, in ragione dello spessore criminale degli appartenenti alla stessa, riconosciuto sul territorio di Latina in relazione ai procedimenti penali che li hanno visti coinvolti per gravi delitti contro la persona”. 

Maria Grazia Di Silvio (immagine dalla trasmissione “Non è l’arena” andata in onda un anno fa, il servizio del giornalista Carlo Marsilli)

Contestualmente, la Squadra Mobile di Latina ha dato esecuzione alla misura emessa nei confronti di Angelo Travali (già condannato nel processo Don’t Touch e tuttora sotto processo per l’omicidio Giuroiu e l’associazione per delinquere smantellata dall’indagine della DDA denominata “Reset”), ritenuto gravemente indiziato in qualità di mandante, in relazione alla gambizzazione di Marco Urbani (gestore di una tabaccheria di Via Dei Mille vicino allo Stadio Francioni di Latina), fatto verificatosi a Latina il 20 agosto 2014. Un episodio in relazione al quale, a seguito di riapertura delle indagini, sono stati raccolti dal predetto organo investigativo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, elementi che hanno condotto alla contestazione odierna nell’ambito di procedimento riunito al principale. Fu lo stesso collaboratore di giustizia Renato Pugliese, ex affiliato dei clan Travali e Di Silvio, a parlare della gambizzazione di urbani sia nei verbali resi all’Antimafia sia nel corso di una udienza del processo Alba Pontina: “Angelo (ndr: Travali) aveva tanti soldi, e con Salvatore (ndr: Travali) non mi sono mai trovato bene…non mi ascoltavano più…Quando c’è stata la sparatoria al tabacchino dello Stadio mi sono allontanato dai Travali i mandanti. Sapevo che sparare a due passi dalla Questura mi avrebbe portato le guardie addosso…infatti ho subito una perquisizione dopo tre giorni“. Un agguato di cui ha parlato anche l’altro collaboratore di giustizia Agostino Riccardo.

Nell’ipotesi dei collaboratori e di altri atti d’indagine, Urbani fu colpito per aver denunciato Maria Grazia Di Silvio in merito a un tentativo di estorsione subito.

Anche in relazione a tale fatto il Giudice per le Indagini Preliminari ha riconosciuto, in termini di gravità indiziaria, la configurabilità dell’aggravante prevista dall’art.416 bis.1 c.p. quale adozione del metodo mafioso nei termini sopra ricordati per l’episodio estorsivo.  

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