La viabilità della città di Latina è notoriamente, e da tempo, insidiata da buche e problemi strutturali piuttosto evidenti.
La fortuna dei gommisti e il disastro per gli automobilisti è un binomio disgraziato che costringe i latinensi a slalomeggiare tra strade a gruviera e lavori che non partono mai.
È di pochi giorni fa la dichiarazione di Emilio Ranieri, l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Latina, che ha cercato di rassicurare i cittadini: “Abbiamo stanziato 5,7 milioni di euro che approveremo con il bilancio e con il programma triennale delle opere pubbliche. Di questi, 3 milioni serviranno per rifare da zero almeno 15 chilometri di strade. Si tratta del più grande investimento per la manutenzione stradale degli ultimi 10 anni. Salvo problemi nell’aggiudicazione della gara, prevediamo di partire con i lavori di rifacimento i primi di giugno. Nel frattempo chiediamo ai cittadini ancora di po’ di pazienza, fermo restando che continueremo a lavorare sull’emergenza con gli interventi di colmatura delle buche“.
Ma è l’ordinaria manutenzione che manca, e manca da anni, sebbene l’attuale amministrazione spesso sembra perdere tempo a ribadire solo ciò che è causa delle passate maggioranze politiche invece di rimboccarsi le maniche, con un lavoro certosino, anche a costo di subire qualche critica ingiusta. Un lavoro certosino sui servizi di piccolo cabotaggio che garantirebbe un ordinario in linea con la modernità di una città e al passo con i medi centri dell’Europa occidentale (è sufficiente andare nella povera Andalusia, non nell’opulento Baden–Württemberg tedesco, per vedere una viabilità migliore della nostra), rinunciando a un titolo sulla stampa ma ipotecando sicuramente il bene della città presente e futura.
L’auspicio per una viabilità migliore passa certamente per i servizi da fare in maniera spedita, tramite un corpo amministrativo-burocratico che non corra il rischio di diventare un corpaccione della peggiore burocrazia.
Ecco perché l’ingessatura di alcuni uffici comunali di Latina, sopratutto per quanto riguarda i comparti dei Lavori Pubblici e dell’Edilizia Privata, non porta niente di buono. Si hanno notizie, alcune ormai pubbliche, altre sussurrate neanche troppo a mezza bocca, di funzionari e dipendenti infuriati con l’attuale amministrazione – con la parte politica, s’intende – che pare, sin da subito, si sia posta in modo troppo rigido. Difficile generalizzare, anche in ragione dell’evenienza che sicuramente avrà visto legarsi assessori e dipendenti in una buona empatia, ma non siamo troppo precipitosi a dire che qualche grave problema dialettico e funzionale tra politica e corpo amministrativo c’è e permane ormai da troppo tempo.
A pagare sono i cittadini e, per di più, gli operatori di alcuni settori.
L’eccessivo anelito al rigore da parte della politica, ossia di quell’impianto dato da Latine Bene Comune, con la scelta di uomini e donne come bracci operativi di questa direttiva che, partendo da un assunto sacrosanto – fare le cose nella maggiore legalità e trasparenza possibile -, ha finito per condannare alcuni comparti all’immobilismo e sopratutto a una trasparenza che invece di essere chiara diventa pleonastica e pantagruelica. Per di più, ciò che si crede lontano da qualsiasi intreccio opaco non sempre si riflette in correttezza e trasparenza dei lavori (basti pensare alla variante Q3 che noi di Latina Tu abbiamo definito un grande pacco), o quantomeno mette al riparo dai rischi che qualsiasi gara d’appalto ha in essere. Indipendentemente dalla volontà politica di legalità.
Prendiamo ad esempio una delle tante manifestazioni d’interesse per un piccolo servizio. Per i “Lavori di manutenzione ordinaria della viabilità comunale e delle relative pertinenze”, il Comune di Latina, ieri 1 marzo, pubblica una consultazione preliminare di mercato per la selezione degli operatori economici.
Abbiamo esaminato volutamente un servizio minimo che un privato dovrebbe dare al Comune di Latina, e quindi alla collettività, in cambio di un pagamento. Stiamo parlando, pertanto, di un importo certamente non esorbitante di 5mila Euro, specificatamente di 4,778,98 euro (oltre Inarcassa al 4% e Iva al 22%), che ad ogni modo è esemplificativo di come stia lavorando il Comune e, sopratutto, è probabile che spieghi perché tutti quei piccoli servizi di manutenzione ordinaria, essenziali per la tenuta di una centro urbanizzato come Latina, non siano sufficienti a riflettere una città degna di essere vissuta urbanamente e civilmente. E checché si discuta chi con ragione di causa, chi senza credibilità, chi con malevolo pregiudizio, è un’opinione unanime che la nostra viabilità sia insufficiente.
Si penserà: ma cosa volete? Stanno facendo una manifestazione d’interesse (vedi link) che dà vita poi ad una gara d’appalto con i relativi ribassi i quali porteranno sicuramente ad un risparmio per le casse del Comune e metteranno al riparo dal possibile losco degli affidamenti diretti, simbolo sporco di un Paese di raccomandati dove ai fessi non viene mai assegnato niente e ai furbi tutto. Vero, ma solo in apparenza.
Innanzitutto, per un servizio dall’importo così basso, meno di 5mila Euro, e orientato alla disastrata viabilità pontina dunque molto urgente, aggiungere due passaggi in più, come manifestazione d’interesse e gara d’appalto, sembra un assurdo poiché con l’affidamento diretto non solo si avrebbe la possibilità di velocizzare le assegnazioni di un piccolo servizio e dall’importo esiguo ma, col sistema del sorteggio, già previsto per legge, si potrebbe senza dubbio far lavorare molti addetti ai lavori, magari giovani, che mai sono stati o sarebbero interpellati con la procedura invece adottata. E sì perché, al contrario, con la manifestazione d’interesse vengono invitate alcune imprese che, e lo diciamo senza ipocrisie, possono sempre fare cartello, mettersi d’accordo sui ribassi, e vincere a rotazione. Solo che la rotazione non è decisa dal Comune che attinge all’elenco dei professionisti (cosa possibile con l’affidamento diretto) ma, realisticamente, dalle stesse imprese le quali, a turno, potrebbero comunque trovare un accordo continuato nel tempo, distribuendosi il lavoro a danno di chi mai, sopratutto i più giovani, abbia la forza e il tempo di presentarsi a questo tipo di manifestazione d’interesse.
Con l’affidamento diretto, in questo caso, ci si muoverebbe nell’ambito della legge (sotto i 40 mila Euro per incarichi professionali; da non confondere con l’innalzamento della soglia per l’affidamento dei lavori, e non degli incarichi professionali, disposta dall’ultima Legge di Bilancio) ma, in più, sarebbe l’ente a ruotare i professionisti e le imprese indicando persone che mai hanno lavorato o che fanno fatica proprio perché fuori dai soliti giri.
Nei tre articoli della legge del Codice degli appalti (D.lgs 50/2016), richiamati dalla Dirigente del Decoro, qualità urbana e bellezza, Beni comuni Micol Ayuso nella consultazione indetta dal Comune l’1 marzo, si fa menzione alla libera concorrenza, alla rotazione degli operatori e all’importo di gara sotto i 40mila euro che prevederebbe, per l’appunto, anche lo strumento dell’affidamento diretto.
Siamo sicuri che, per servizi di importo esiguo come questo, la libera concorrenza sia garantita di più con la manifestazione d’interesse e la gara d’appalto invece che con l’affidamento diretto? Se vi fosse una volontà politica di coinvolgere tutti, con un sistema di assegnazione ben distribuita e a favore degli esclusi e dei più giovani a cui servono requisiti per partecipare a lavori sempre più complessi e di maggiore importo, non solo vi sarebbe più lavoro per tutti e la stessa possibilità di risparmio dal momento che anche con l’affidamento diretto viene domandato un ribasso, ma sicuramente si procederebbe con più rapidità nell’assegnare i servizi e conseguentemente più velocità nel realizzarli.
Senza riferirsi nello specifico al Comune di Latina ma al modus della pubblica amministrazione, a un livello generale una procedura più cautelativa in apparenza (manifestazione di interesse, sorteggio e gara d’appalto), come quella che abbiamo preso come esempio, potrebbe invogliare il possibile funzionario infedele a truccare il sorteggio avendo poi la garanzia di essere al riparo dai sospetti in ragione della procedura, per l’appunto, “più cautelativa”, mentre affidando direttamente il possibile funzionario infedele sentirebbe di più la responsabilità dell’atto amministrativo sapendo di essere controllato da una parte politica attenta alla legalità.