Trovato con circa un chilo di sostanza stupefacente: il Tribunale di Latina ha condannato un giovane del capoluogo
Il Giudice per l’udienza preliminare Giorgia Castriota ha condannato a 2 anni di reclusione il giovane di 20 anni Manuel Nardone, tratto in arresto dalla Squadra Volante della Polizia a dicembre 2020 per “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e detenzione illegale di materiale esplosivo”. Il 20enne, difeso dall’avvocato Giancarlo Vitelli, è stato giudicato con il rito abbreviato.
Per lui, il Pm D’Angeli aveva chiesto 5 anni e 4 mesi.
All’epoca dell’arresto, Manuel Nardone era un incensurato. Il giovane, un anno fa, alla guida dell’auto fu fermato dai poliziotti che rinvennero circa 14 grammi di hashish, suddivisi in dosi, occultate all’interno della tasca del giubbino che indossava.
Per tale motivo, gli agenti procedettero anche a perquisire l’abitazione del giovane, non distante dal luogo della prima perquisizione. Manuel Nardone è il figlio di Mario Nardone, ritenuto un pezzo grosso della malavita pontina e verso il cui gruppo i clan rom della città, Ciarelli e Di Silvio, scatenarono una faida più comunemente conosciuta come la Guerra Criminale pontina del 2010.
Dopo averlo fermato con l’hashish in auto, nel corso delle ricerche, all’interno della sua stanza da letto della sua casa nella zona di Viale Nervi, i poliziotto trovarono dentro una cassettiera 7 panetti di hashish, singolarmente confezionati con una pellicola in cellophane trasparente, per un peso complessivo di circa 700 grammi.
Inoltre, nella medesima stanza furono ritrovati, occultati in un altro comodino, 100 grammi di marijuana all’interno di una busta in nylon, pronta per la vendita, denaro contante, in banconote di vario taglio pari a 2mila e 100 euro nonché 10 “candelotti” del tipo artigianale, contenente materiale esplosivo.