GIUDICE DI PACE AL COLLASSO, IL TRIBUNALE RISPONDE: SIAMO COMPETENTI FINO A UN CERTO PUNTO

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Giudice di Pace di Latina al collasso: la Presidente del Tribunale di Latina Caterina Chiaravalloti ha risposto al Commissario dell’Ordine degli Avvocati Giacomo Mignano

Tra lavoratori modello Stachanov che devono sopperire alle mancanze del personale lavorando dall’alba fino a tarda sera a un microclima da foresta pluviale senza piogge, il Giudice di Pace è finito di nuovo all’attenzione dopo la lettera che il Commissario degli Avvocati Mignano ha inviato alla Presidente del Tribunale.

Perdurante stato di crisi“, il concetto più volte espresso dagli avvocati pontini che si trovano nell’incapacità di lavorare. Senza contare l’aspetto più importante: la pesante penalizzazione a carico dei cittadini che incappano con la giustizia e il comparto economico il quale deve pregare di non dover incorrere in una causa, pena il limbo più accidioso.

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Tuttavia, per la Presidente del Tribunale Chiaravalloti il problema dei dipendenti rimane relativamente una competenza di cui si può occupare.

“Si rappresenta – scrive la Presidente – che in data odierna è stato eseguito un sopralluogo presso gli Uffici del giudice di Pace di Latina. Per quanto attiene la carenza di personale amministrativo, si ribadisce come più volte evidenziato che questa Presidenza non può disporre alcuna applicazione di personale ed è stata sollecitata anche in data odierna l’attivazione della procedura di mobilità interna al Presidente della Corte di Appello competente per l’espletamento di tale procedura“.

Va meglio, ma non troppo, per il caldo infernale. “Per quanto attiene l’impianto la climatizzazione, è stato ripristinato da parte del locatore l’impianto di condizionamento, è stato tuttavia rappresentato che sarà necessario almeno un giorno affinché possa essere regolarmente funzionante. Si evidenzia altresì che il Presidente del Tribunale non può autonomamente disporre il trasferimento dell’Ufficio anzidetto in altri locali anche se quelli attuali risultano inidonei e che tale situazione è stata più volte sollecitata al Ministero della Giustizia”.

Una situazione che anche a fronte di queste risposte, risulta endemica e cronica. Se neanche un Presidente di Tribunale può agire, chi dovrebbe farlo? Chi ci governa, invece di incaponirsi in restaurazioni della prescrizione o altre astruserie dell’impunità, dovrebbe prima di tutto occuparsi della situazione in cui boccheggia (verso la terapia intensiva) la macchina della giustizia. E Latina non solo non fa difetto ma ne è epitome drammatica.

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