Inchiesta No Pian, doping ai braccianti indiani: il medico di Sabaudia Sandro Cuccurullo ha ottenuto una misura cautelare più lieve
Il Tribunale del Riesame di Roma ha deciso di accogliere il ricorso del medico di Sabaudia e ha sostituito la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.
Lo scorso 25 maggio, l’operazione “No Pain” dei Carabinieri Nas di Latina ha portato all’attenzione un quadro allarmante: indiani dopati per lavorare di più sui campi, certificati falsi per permessi di soggiorno taroccati e un episodio a latere che coinvolge un avvocato e il suo assistito. Tra le pieghe dell’inchiesta dei Nas l’ombra delle morti nei campi per overdose.
Ad essere indagati oltreché al medico di base Sandro Cuccurullo (62 anni) anche una farmacista di Sabaudia, Clorinda Camporeale (52 anni), e il noto avvocato di Latina, Luigi Pescuma (62 anni), da tempo in politica e con il ruolo di vice-coordinatore comunale nel capoluogo per Fratelli d’Italia. Per quest’ultimi due è scattata l’interdizione dalla professione per un anno per cui hanno ricorso davanti al Riesame e sono in attesa dell’esito. Da specificare che a Pescuma è contestato un episodio che non riguarda i braccianti indiani ma una vicenda che ha coinvolto lui, un suo cliente e Cuccurullo per un certificato medico ritenuto artefatto.
Indagati, nell’operazione Pain, anche la marocchina Sihame El Hain (per lei divieto di dimora in provincia di Latina), il cittadino di origine egiziana, senza fissa dimora, Atia Mansour, e il cliente dell’avvocato Pescuma, Mario Agnoletti.
La vicenda principale dell’inchiesta, però, riguarda il famigerato ossicodone, un farmaco che può fungere da sostanza stupefacente se dato a chi non ne ha bisogno. L’obiettivo, secondo la ricostruzione degli investigatori, era permettere agli indiani di lavorare di più sui campi.
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