Il Movimento 5 stelle alla Camera dei Deputati ha presentato una mozione per la revoca della nomina da sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze nei confronti del leghista Claudio Durigon
“Come emerge da un servizio giornalistico di Fanpage, mantiene – afferma il M5S – comportamenti e utilizza parole inappropriate circa l’indagine della magistratura che riguarda il partito a cui appartiene”. Così recita la mozione di sfiducia verso Durigon presentata dai pentastellati.
I firmatari della mozione chiedono al Governo di “avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a sottosegretario di stato“.
“Riferendosi all’indagine sui presunti fondi occulti della Lega e sui 49 milioni di rimborsi elettorali frutto di truffa, parlando con un conoscente, Durigon afferma: “Quello che indaga della Guardia di Finanza […] il generale […] lo abbiamo messo noi”.
I parlamentari M5s fanno riferimento all’inopportunità che Durigon conservi l’incarico al Mef (dicastero competente per la Guardia di Finanza) e le deleghe. “Le esternazioni del sottosegretario Durigon riguardo a un millantato ‘controllo delle indagini e dei processi portati avanti dalla Guardia di Finanza rispetto al suo partito gettano una oscura e pesante ombra sull’imparzialità e sull’incorruttibilità di tale Corpo dello Stato”.
“Nel ribadire la necessità ‘di tutelare in ogni forma l’onorabilità, l’immagine e l’operato delle donne e degli uomini del Corpo della Guardia di Finanza, che rischiano di essere compromesse dalle parole del sottosegretario”, i firmatari chiedono al Governo di ”avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato del deputato Claudio Durigon”.
“Il servizio giornalistico di Fanpage – scrivono i deputati in un posto sul profilo ufficiale del Movimento 5 Stelle – lascia molti dubbi sull’operato del sottosegretario voluto da Salvini. A cominciare dalla gestione del numero degli iscritti della Ugl, sindacato di cui Durigon è stato un esponente di vertice. A proposito del sindacato, opaco appare il rapporto tra la stessa Ugl e lo staff della comunicazione di Salvini, ospitato nei locali del sindacato, quando alla Lega sono stati bloccati i conti, dopo la misteriosa “sparizione” dei 49 milioni. E ancora, sono inquietanti e ambigui i rapporti tra Durigon e alcuni imprenditori della provincia di Latina, investita da inchieste sulle infiltrazioni della mafia in politica”.