Nuovi rifiuti nella discarica di Borgo Montello: Ecoambiente trasmette agli Enti la documentazione integrativa e spera in un sì della Regione Lazio
Non c’è solo il sito vicino alla Plasmon indicato improvvidamente dal Sindaco di Latina Damiano Coletta, ma c’è la quarta discarica d’Italia che da 50 anni ipoteca la città di Latina e di cui in pochi si occupano, tranne coloro che possono guadagnarci.
Il 26 gennaio scorso, come noto, la conferenza dei servizi per l’eventuale abbancamento di nuovi rifiuti nella Discarica di Borgo Montello. L’incontro, indetto dalla Direzione Rifiuti della Regione Lazio, vedeva schierate le parti interessante, da un lato il Comune di Latina, dall’altro la società Ecoambiente srl, alla presenza anche di Provincia di Latina, degli uditori Giorgio Libralato, Paolo Bortoletto e dei due consiglieri regionali “Dem” Enrico Forte e Salvatore La Penna.
Una conferenza dei servizi che concludeva l’iter di osservazioni e confronti sulla modifica sostanziale per il recupero di volumetrie pari a circa 38.000 mc nel lotto B (gestito da Ecoambiente) della discarica di Borgo Montello di Latina. Incontro interlocutorio con il Comune a ribadire i pareri dell’Arpa e l’esito dei campionamenti effettuati sui terreni della discarica, e con Ecoambiente a spingere sulla stabilità della sicurezza dell’area e a mostrarsi perplessa sulle risultanze del Cloroformio derivate dalle analisi dell’Agenzia regionale suddetta.
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A corollario dell’ultima Conferenza, la richiesta avanzata dalla Regione a Ecoambiente per avere documentazione integrativa che, in tre giorni, il 29 gennaio, la società ha trasmesso all’ente richiedente più a Provincia, Comune di Latina, Arpa Lazio e Asl.
Compito di Ecoambiente è quello di verificare la compatibilità del progetto di abbancamento di ulteriori volumetrie con le nuove disposizioni contenute nel D.lgs. 121/2020, a firma del Prof. Ing. Gian Mario Baruchello, un professionista entrato a più riprese in questi anni in tanti progetti e società della provincia di Latina nell’ambito dei rifiuti. Recentemente è risultato, peraltro, indagato anche per la gestione della Latina Ambiente Spa insieme ad altre 33 persone.
Ad ogni modo, per Ecoambiente, come si evince da documento integrativo presentato, che consta di 45 pagine tra osservazioni e grafici, la nuova volumetria aggiuntiva, derivante dai naturali fenomeni di assestamento del corpo rifiuti, “garantirà il rispetto del profilo autorizzato e permetterà di conservare inalterato il profilo finale dell’invaso“.
Ecoambiente prevede di accettare presso l’impianto esclusivamente i rifiuti che a valle delle caratterizzazioni analitiche (ossia comprendere se il rifiuto è inquinante o meno secondo parametri di leggi) risulteranno conformi ai limiti indicati. Tutti rifiuti derivanti dal trattamento e recupero dei rifiuti come materiali misti, parte di rifiuti urbani e simili non destinata al compost, compost fuori specifica, rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e vaglio primari.
Non solo, in discarica, entreranno anche varie tipologie di fanghi, rifiuti prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti della pulizia delle fognature, rifiuti prodotti dalla pulizia di camini e ciminiere, “sempre purché sia garantita la conformità”.
Per quanto riguarda, invece, la questione spinosa dei cedimenti dei rifiuti nel terreno, pericolosissimi perché prodromici all’eventuale inquinamento della falda acquifera, Ecoambiente, nel suo documento, assicura che la valutazione dei cedimenti dovuti alla biodegradazione dei rifiuti è stata affrontata con l’applicazione di metodi empirici. In soldoni, dal momento che il fenomeno della biodegradazione del rifiuto non è ancora ben conosciuto, “non è possibile – lo scrive la stessa Ecoambiente che vorrebbe abbancare i nuovi rifiuti – adottare modelli di riferimento sufficientemente attendibili“. Ecco perché la società ha applicato un paio di modelli dettati da leggi matematiche ma che sono influenzati da tante variabili – come, ad esempio, l’acqua – che non possono permettere la sicurezza degli esiti.
Tuttavia, a conclusione, Ecoambiente garantisce che dal confronto dei risultati ottenuti con due metodi (uno col Modello di Sowers, un altro con quello di Bjangard ed Edger) “emerge una differenza nel cedimento di circa 10 cm“, quindi “è possibile quindi ritenere che il cedimento totale dovuto all’assestamento dei rifiuti sarà di circa 3,5 m“.
“Tale cedimento di poco superiore al 10% – continua Ecoambiente – si adatta bene all’andamento dei cedimenti rilevati nelle discariche europee che utilizzano il terreno per la ricopertura giornaliera del rifiuto che consente di ottenere un peso di volume dopo la compattazione di circa 10 kN/mc (ndr: kilonewtons per metri cubi)”.
Sarà la Dirigente dell’Area Rifiuti della Regione Lazio Flaminia Tosini a stabilire se la documentazione integrativa di Ecoambiente possa essere sufficiente a dare il via libera a questi 38mila metri cubi i quali, oltre a costituire per molti solo l’abbrivo alla prossima riapertura della discarica, rappresentano, ancora una volta, la mancanza di sicurezza di determinati tipi di rifiuti e del modello della discarica in senso lato, che fa a pugni con i bei propositi ambientali che ci raccontiamo da decenni. E sì che sono proprio gli inerti – parola divenuta di moda con la scelta della nuova discarica pubblica nella provincia di Latina – a essere quelli ad avere con sé “gli elementi più deformabili e degradabili”. Parola di Ecoambiente.
Insomma, la riapertura di Borgo Montello farebbe cominciare tutto daccapo con l’installazione di piezometri per il monitoraggio del percolato, il monitoraggio dei biogas, la misurazione dell’aria e degli odori e campionamento delle acque superficiali per calcolare i livelli di inquinanti. Tutto in un territorio dove è per prima l’Arpa a dichiarare non conclusa il processo di bonifica. Siamo certi che Monte Inferno possa permetterselo?