Discarica di Borgo Montello, Pernarella: “Evidenti contraddizioni”. L’interrogazione regionale presentata dalla consigliera regionale sul contratto di affitto dei terreni di Via Monfalcone a Latina stipulato da Ecoambiente srl e una società i cui beni sono stati oggetto di confisca (non definitiva)
“La richiesta di autorizzazione all’abbancamento nella discarica di Borgo Montello di ulteriori 38 mila metri cubi di rifiuti avanzata da Ecoambiente alla Direzione regionale rifiuti del Lazio nel dicembre 2018, a nostro parere, è in contrasto con il contratto di affitto dei terreni dell’agosto 2019 nel comma dove si sottolinea che la regolarizzazione della presenza della società è obbligata in relazione alla messa in sicurezza e post gestione del sito. E null’altro si specifica”.
Così Gaia Pernarella, prima firmataria di un’interrogazione a risposta immediata indirizzata al Presidente Nicola Zingaretti e agli Assessori all’Urbanistica, Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti, Massimiliano Valeriani, ed Enrica Onorati, Agricoltura e Ambiente.
“Su un caso analogo sempre riguardante la nostra provincia – osserva Pernarella -, già il Tar di Latina si è espresso sottolineando le difformità tra le finalità contrattuali e le richieste pervenute successivamente (ndr: si riferisce alla sentenza del Tar Lazio sul ricorso del 2013, proposto da Kyklos S.r.l. di Aprilia), e, anche per questo, non riusciamo a comprendere per quale ragione per Borgo Montello si dovrebbe procedere diversamente. In definitiva quello che chiediamo di sapere dalla Giunta regionale è se è stata verificata la legittimazione dell’amministratore giudiziario, la società proprietaria dei terreni come noto è infatti attualmente in liquidazione nell’ambito di un procedimento penale incardinato di fronte al Tribunale di Roma, a stipulare un contratto di locazione relativo al bene, in contrasto con la richiesta di aumento delle volumetrie avanzata nove mesi prima. Per quanto abbiamo potuto verificare – conclude Pernarella -, nel contratto non è specificato il provvedimento dell’Agenzia dei Beni Confiscati con il quale l’Amministratore è stato legittimato a stipulare contratto di affitto. Ora aspettiamo di sentire la Giunta esprimersi sull’argomento”.
Nell’interrogazione regionale, Pernarella ripercorre in sintesi la storia del terreno affittato a Ecoambiente da parte della Capitolina srl il 9 agosto 2019, sulla scorta del fatto che la medesima Ecoambiente srl fece pervenire il 20 dicembre 2018 la richiesta per un nuovo abbancamento di ulteriori 38.000 metri cubi di rifiuti nel lotto B dell’impianto.
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Le ambientazioni della “storia”, come noto, sono gli invasi di Borgo Montello dove da anni, e anche negli ultimi mesi, sono in ballo richieste di autorizzazioni pendenti in Regione Lazio che permetterebbero ad Ecoambiente (ma anche ad Indeco, l’altra società che controlla i terreni della discarica di Via Monfacolne) di continuare a trattare rifiuti laddove da più parti istituzionali si chiede solo ed esclusivamente la “bonifica”, senza contare una Commissione parlamentare Ecomafie che, a dicembre 2017, effigiò una relazione ultimativa su tutta la vicenda della discarica: a imperitura memoria, ma non per tutti evidentemente.
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“La società Ecoambiente s.r.l. nel richiedere autorizzazione per ampliamento delle volumetrie con istanza inviata il 20 dicembre 2018 – scrive Pernarella nell’interrogazione – dimostra di avere disponibilità della porzione di terreno su cui sorge l’invaso oggetto di richiesta di ampliamento delle volumetrie, attraverso un contratto di affitto con la soc. Capitolina s.r.l.“. Tuttavia, specifica la consigliera: “la società Capitolina srl attualmente è in amministrazione giudiziaria nell’ambito del sequestro dei beni disposto” in ragione di una misura di confisca non definitiva emessa dal Tribunale di Roma datata 2014 (pendente di fronte alla Corte di Cassazione). Pertanto “ad oggi non è possibile assicurare l’esito e quindi il reintegro dei beni nelle disponibilità della società proprietaria“. Avrebbe potuto Capitolina srl, si domanda Pernarella, affittare ad Ecoambiente?
La risposta, leggendo l’interrogazione di Pernarella, è no poiché, secondo il Consiglio direttivo dell’Agenzia dei beni confiscati, “la gestione dei beni viene affidata all’amministratore giudiziario i cui compiti sono disposti dall’art. 40” del Codice Antimafia il quale dispone, nei commi 3 e 3-quater del sunnominato articolo, che “l’amministratore giudiziario non può stare in giudizio né contrarre mutui, stipulare transazioni, compromessi, fideiussioni, concedere ipoteche, alienare immobili e compiere altri atti di straordinaria amministrazione, anche a tutela dei diritti dei terzi, senza autorizzazione scritta del giudice delegato“. Inoltre “in caso di beni immobili concessi in locazione o in comodato sulla scorta di titolo di data certa anteriore al sequestro, l’amministratore giudiziario, previa autorizzazione del giudice delegato, pone in essere gli atti necessari per ottenere la cessazione del contratto alla scadenza naturale“.
Il problema, per Ecoambiente affittuaria dell’appezzamento di terreno, sarebbe, come scrive Pernarella, nel medesimo contratto stipulato con la Capitolina srl. Alla lettera “m” dell’accordo tra le parti, infatti, si legge che “la finalità del presente contratto è individuabile nella necessità della Ecoambiente di regolarizzare la propria presenza sul terreno in questione in quanto a ciò obbligata in relazione al periodo obbligatorio di post gestione della discarica secondo il disposto delle autorizzazioni regionali ricevute e per quanto attiene alla gestione dell’intero sito di Borgo Montello“. Dunque, secondo la consigliera, “tra le finalità del contratto quindi non sembrerebbe essere contemplata quella di procedere alla richiesta di nuove autorizzazioni“, ma ci sarebbe per la srl la possibilità di procedere solo “all’avvio della messa in sicurezza e l’avvio della fase della post gestione“.