Il Direttore dell’ASL di Latina ha pronta una seconda proposta di rimodulazione dei PPI. Il fronte dei Sindaci e dei Comitati rischia di andare in frantumi
GIORGIO CASATI FINO A IERI ALLE CORDE
Il 13 novembre si era assistito presso l’aula consiliare del Comune di Latina ad una delle più conflittuali Conferenze locali sociali e sanitarie della storia. La quasi totalità dei sindaci, un solo astenuto, si era schierata contro la Proposta di Rimodulazione dei PPI in ottemperanza al DM 70/2015. Lo stesso Direttore generale dell’ASL di Latina Giorgio Casati aveva dovuto riconoscere apertamente la rottura tra Azienda e Comuni pontini. Sembra che l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato dopo la vicenda avesse invitato le due parti ad evitare “il muro contro muro”. Un numero sempre più elevato di Sindaci stava aderendo alla Manifestazione del 30 novembre contro la trasformazione dei Punti di Primo Intervento. Da tempo non esisteva alcun dubbio che i sindaci Gervasi e De Lillis, forti della spinta dei rispettivi Comitati di Sabaudia e Cori, vi avrebbero aderito. Il 17 novembre il sindaco Sergio Di Raimo ha invitato ufficialmente la popolazione setina a parteciparvi. Ieri persino una delle più fedeli “moscardelliane”, il sindaco di Priverno Anna Maria Bilancia, ne aveva annunciato l’adesione dopo essersi tenuta a lungo in disparte. Il 27 novembre 2017 Italia Oggi aveva pubblicato uno studio dell'”Università de La Sapienza di Roma” che pone l’offerta sanitaria pontina al 109esimo posto su 110 province (davanti solo ad Agrigento) e il Direttore generale, forse sentitosi “messo alle corde” da Franco Brugnola che nel suo blog aveva pubblicato nei giorni scorsi nuovamente il dossier, solo il 21 novembre 2018 dalle pagine di Latina Oggi ne critica i criteri di calcolo utilizzati. In un quadro a dire poco delicato per il Dirigente pavese una fonte riservata ha iniziato da ieri sera a far circolare attraverso modalità improprie una bozza di Nuova Proposta di Rimodulazione dei PPI riconducibile all’ASL di Latina. Il documento è scritto presumibilmente con una “vecchia Olivetti”, senza carta intestata e pieno di errori di battitura, ma le sue linee direttrici sono nette e in discontinuità rispetto alla Proposta originaria.
LA SECONDA PROPOSTA DI CASATI
Rispetto alla prima Proposta questa seconda non presenta più sette, ma dodici assunti. Il primo relativo all’informatizzazione di tutti i PPI per corretta analisi dei flussi e della domanda degli utenti viene confermato. Sostanzialmente entro dicembre di quest’anno non solo i PPI di Sezze, Priverno e Gaeta, che già lo detengono dal tempo in cui erano inseriti in strutture ospedaliere, ma anche di Minturno, Cisterna, Sabaudia e Cori disporranno del sistema informativo GIPSE (Gestione Pronto Soccorso Emergenza), di cui tutte le strutture di emergenza sono provviste.
Il secondo assunto della Proposta, che prevedeva il trasferimento di personale e attività dalla gestione della rete ospedaliera alla rete territoriale dell’assistenza primaria, ora lascia il posto alla formazione continua per il personale impegnato nei PPI anche in collaborazione con il 118. Per quanto non siano ancora note le modalità attraverso cui avverranno le attività di formazione, questo secondo punto va accolto positivamente. Finalmente l’aspetto della formazione su cui tanto aveva battuto l’Ordine dei Medici di Giovanni Maria Righetti nelle sue osservazioni e contro-proposte alla Proposta Casati trova inserimento.
Il vecchio secondo assunto diventa il terzo, ma con delle sostanziali novità: passaggio dall’attuale rete ospedaliera al territorio (con ridenominazione) come previsto dalla normativa vigente ad invarianza di personale, di orario e di offerta sanitaria, funzionalmente integrati con la rete dell’emergenza dei Nostri Presidi Ospedalieri. Uno degli aspetti di maggiore interesse è che il personale dei PPI rimane lo stesso sia per quanto riguarda i medici (medici non di base, ma ospedalieri specializzati nell’emergenza) che gli infermieri. In secondo luogo l’orario di apertura rimarrà h24 tutti i giorni lavorativi e weekend, e non h12 (ore 8.00-20.00) come invece previsto nella prima Proposta di rimodulazione diffusa a fine ottobre. Oltretutto le attività rimarranno invariate. Questo vuol dire che i PPI dovranno da un lato continuare ad occuparsi della stabilizzazione dei codici rossi e gialli in attesa di trasporto verso i DEA di riferimento; dall’altro dovranno accogliere, trattare e dimettere i codici verdi. Sono tutti d’accordo sul fatto che lo 0,8% di codici bianchi non debbano far riferimento a strutture di emergenza-urgenza, bensì esser indirizzati verso le Continuità Assistenziali, nell’auspicio che le Case della Salute vengano attivate in ogni distretto sanitario della Provincia nel più breve tempo possibile. Giovanni Maria Righetti incassa un’altra vittoria (conservazione dell’orario h24 in particolare) e con lui i Sindaci pontini che hanno adottato il suo documento.
RETE OSPEDALIERA O RETE TERRITORIALE?
Esiste però un aspetto in questo assunto che desta più di qualche perplessità: i PPI verranno disancorati dalla gestione della rete dell’emergenza e inseriti nel circuito della rete assistenziale territoriale, ma al tempo stesso integrati funzionalmente con i Presidi Ospedalieri. Molti sono i dubbi sul come il Direttore generale della ASL Giorgio Casati possa risolvere questa contraddizione in termini. Righetti non si era soffermato su questo aspetto, ma per il promotore del Comitato di Sabaudia Franco Brugnola la questione è di fondamentale importanza e potenziale fonte dei peggiori equivoci.
LE POSTAZIONI MEDICALIZZATE 118
Una porzione dell’ex quinto assunto della Proposta in cui si rinviavano l’orario e le funzioni delle postazioni medicalizzate 118, presenti in ogni sede dei morenti PPI “ove possibile”, a protocolli di attivazione da siglare con ARES 118, viene inserita nel nuovo terzo assunto. Questa volta le novità sono confortanti dal momento che si dispone un “Immediato potenziamento delle postazioni 118 che garantiranno il trasporto primario in sostituzione del trasporto intraospedaliero con abbattimento dei tempi medi di trasporto”. I tempi dovranno esser ridotti del 60/70% ricorrendo anche ad aree di elisoccorso. In tal senso dovranno esser valutate le superfici idonee. Se il ruolo delle ambulanze medicalizzate in precedenza era tutto da chiarire, gradualmente questo aspetto sta prendendo forma con tratti più definiti. L’Ordine aveva precedentemente avuto molto da ridire sulla questione, ora può iniziare a tirare un sospiro di sollievo. Chissà se poi la proposta di Brugnola, fatta propria dalla Giunta del sindaco di Sabaudia Giada Gervasi, di un’eli-superficie a Viale di Conte Verde troverà finalmente realizzazione!?
Nel quarto assunto della Nuova Proposta è previsto il potenziamento degli ambulatori infermieristici ad accesso diretto. Anche questo punto è tutto da specificare e da chiarire. Quinto assunto: “analisi condivisa con i Comuni interessati dei dati di attività durante tutto il 2019 con cadenza da convenire”. L’attività inizialmente prevista da Casati nel suo cronoprogramma per i mesi di maggio e giugno 2019 diviene un obiettivo da conseguire durante tutto l’arco dell’anno. Il “Casati 2.0” appare piuttosto preoccupato di sanare la rottura con le Giunte comunali, molte delle quali, particolarmente nei Lepini, vicine politicamente a Zingaretti, e di dividere eventualmente il fronte Sindaci-Comitati. Non è dato sapere se Casati si stia attualmente muovendo autonomamente o sia ben consigliato da qualche eminenza grigia. Di certo non sembrerebbe così sprovveduto quanto a strategia politica. E se fosse un abile politico oltre che un manager?
IL TRATTAMENTO DEI PAZIENTI CRONICI
Il sesto punto prevede il trasferimento delle Unità di Cure Primarie e delle Continuità Assistenziali negli immobili dei PPI: il tutto in continuità con il quarto e quinto assunto della vecchia Proposta. Si specifica di seguito che queste azioni dovranno portare alla creazione di un Punto unico di offerta di salute alla cittadinanza preludio alla possibile realizzazione delle future Case delle Salute. Sul termine “possibile” i Comuni e i Comitati dovranno continuare a battere insistentemente. Le Case della Salute devono essere attivate necessariamente perché questo prevede la normativa regionale (vedasi tra i vari Atti il DCA n.52/2017). Nel settimo assunto è contemplato l’accordo con i Medici di Medicina Generale per il potenziamento delle attività dell’ex Guardia Medica, così come previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale. Esiste l’incombenza, fortemente sottolineata da Righetti, di stipulare un nuovo accordo ed è giuridicamente disciplinato che questo avvenga a livello regionale e non locale. L’ottavo assunto tratta del Potenziamento dell’offerta specialistica e diagnostica. Il nono enunciato indica progetti specifici dei comuni vicini con pochi abitanti. Progetti quindi di Teleconsulto, Totem con defibrillatori, di emergenza cardiologica in collaborazione con la rete delle farmacie. Una previsione apparentemente auspicabile così come congegnata vive una serie di criticità. Non esiste più una rete di farmacie municipalizzate, le farmacie sono per la stragrande maggioranza private e in concorrenza tra di loro almeno dai tempi delle “lenzuolate di Bersani del 2006”. Questi progetti poi sarebbero totalmente a carico delle farmacie, laddove private, o sarebbero previsti incentivi o supporti da parte delle Istituzioni pubbliche? Il nono assunto appare più ornamentale che di facile e immediata attuazione. Nel Decimo assunto è prevista l’attivazione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici per la presa in carico dei pazienti cronici e fragili. I PDTA sono largamente previsti in tutta la normativa prodotta da Zingaretti e raramente hanno trovato realizzazione in questa Provincia. Essenziale d’altro canto che Casati tenga conto che i Percorsi devono esser inquadrati nelle mai inaugurate strutture delle CDS (ad eccezione di Sezze), che nulla c’entrano con i PPI. Nell’undicesimo assunto si ribadisce il potenziamento del Teleconsulto e della Telemedicina replicando il modello di best practices di Ponza e si fissa con limite temporale per l’esecuzione il primo trimestre del 2019: ojala’ (magari) come direbbero gli spagnoli!
Il dodicesimo e ultimo assunto prevede la predisposizione di una campagna di informazione sui comuni interessati e su tutto il territorio della provincia che comunichi ai cittadini la nuova offerta di Salute della durata di 12 mesi. Si tratta dell’ex settimo assunto della Proposta originaria. Poco è cambiato.
IL RE SI MUOVE DI DUE CASELLE
Da oggi il dirigente di Broni nelle nuove vesti di “politico” ha corazza e scudo più resistenti nei confronti degli attacchi dei Comitati e dell’opinione pubblica. L’Ordine di Latina ha visto accolte molte delle sue osservazioni e i Sindaci dei Comuni sede di PPI possono prepararsi a negoziare su posizioni meno distanti e in forme più distese. Il corteo del 30 novembre fissato per le ore 10.00 a Piazza del Popolo con direzione Latina Fiori (sede della Direzione generale ASL LT) potrebbe perdere parte della sua carica esplosiva. Dall’opposizione nel Consiglio Regionale del Lazio, il vicepresidente della Commissione VII e Consigliere regionale M5S Loreto Marcelli, che era pronto a incalzarlo in audizione il 5 dicembre, si troverà un dirigente che ha nel frattempo predisposto le sue linee difensive.
Non c’è dubbio che l’ex Commissario straordinario che a colpi di tagli lineari aveva appena 11 mesi fa portato l’Azienda fuori dall’Amministrazione straordinaria, sbagli spesso le mosse iniziali, ma conosca bene la mossa dell’ arrocco. Lo scacco al Re è fallito, aspettiamo le nuove mosse dell’avversario!