Come da richiesta del Gup di Roma che deve decidere sul rinvio a giudizio di Vincenzo Zaccheo e di altri otto imputati per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio e falso in relazione al progetto di finanza riguardante la cosiddetta metropolitana leggera di Latina, la Procura della Repubblica di Roma ha depositato il proprio documento di precisazione dei capi d’imputazione.
L’udienza si terrà il prossimo 15 maggio e riguarda, oltre l’ex-Sindaco, anche l’allora Dirigente del Comune di Latina (responsabile del procedimento) Ing. Vincenzo Le Donne, il consulente giuridico del Sindaco Giovanni Pascone e altre cinque persone che, in rappresentanza della parte privata, hanno partecipato a vario titolo al progetto di finanza.
IL DOCUMENTO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA
Nel documento in questione vengono specificati tutti i capi d’imputazione, distinguendo per ognuno di essi le persone interessate e indicando i tempi e i contenuti di ogni singola azione/documento per cui si ipotizzano i reati contestati.
In particolare, così esordisce la Procura della Repubblica di Roma:
“in concorso e previa intesa tra loro nelle rispettive qualità sopra indicate con gli artifizi e i raggiri meglio appresso specificati, inducevano in errore il CIPE, la Cassa Depositi e Prestiti, il Ministero dei Trasporti ed il Comune di Latina procurandosi, in danno dei medesimi, l’ingiusto ed ingente profitto costituito dalla indebita concessione di un finanziamento di euro 81.425.000,00 ( di cui curo 3.662.317,40 materialmente pagati) a favore di Metrolatina Spa (società partecipata, tra le altre, da Gemmo e Sacaim) per la realizzazione di due linee di metropolitana leggera di superficie per il collegamento tra Latina scalo e Latina autostazione e tra Latina autostazione e Nuovi Quartieri”.
L’ex-Sindaco è chiamato a rispondere in riferimento a tutti i capi d’imputazione.
ARTIFIZI E RAGGIRI
Evidenziamo quindi gli artifizi e i raggiri che, in concorso con altri, la Procura della Repubblica di Roma contesta a Vincenzo Zaccheo:
1. nei progetti preliminari redatti per la richiesta di finanziamento (approvati dal Comune di Latina con delibere della Giunta Municipale dell’1/10/2004 e 15/10/2004) sono stati inseriti “dati in parte artatamente sovrastimati (quanto al numero di passeggeri delle due linee) ed in parte falsi (quanto ad un fantomatico contributo regionale in realtà mai concordato né concesso)”;
2. predisposto e pubblicato in data 8/12/2004 un “avviso pubblico per la manifestazione di interesse alla formulazione di proposte ex art. 37 bis Legge n. 109/94 contenente la falsa indicazione della sussistenza di un finanziamento pubblico che in realtà sarebbe stato attribuito dal CIPE solo in data 27.5.95 sulla base di un partenariato privato che, in quella data, non si era ancora concretizzato”;
3. concordato con la parte privata chi nominare come proprio consulente giuridico (10/10/2005 – Giovanni Pascone);
4. individuazione e nomina in data 1/6/2005 “quale componente della commissione giudicatrice di supporto proprio del Pascone che, già dal 30.9.04, collaborava con la KSA, società che svolgeva attività di consulenza tecnico giuridica per Metrolatina in forza di un contratto del 29.3.05”;
5. “accoglimento della proposta avanzata da Metrolatina e stipula con la stessa della relativa convenzione con annesse modifiche a tutto svantaggio del Comune di Latina” approvata dal Comune di Latina con delibera n. 551 del 7/9/2005;
6. operate in data 24/92007 “modifiche alla suddetta Convenzione in senso peggiorativo per il Comune di Latina, in particolare accollando al Comune il rischio legato alla sovrastima dei passeggeri indicati da METROLATINA, nonché prevedendo l’impegno, per l’ente territoriale, di anticipare alla concessionaria il contributo asseritamente dovuto dalla Regione Lazio”;
7. aver cercato di “ottenere la approvazione del progetto esecutivo del secondo lotto dell’opera ( la linea Latina Autostazione – Quartieri Nuovi) pur nella consapevolezza della assoluta incertezza della realizzabilità del 1° lotto e ciò anche attraverso le indebite pressioni esercitate dallo Zaccheo sul commissario straordinario pro-tempore del Comune dr. Guido Nardone ( dal maggio al luglio 2010)”.
La Procura della Repubblica di Roma rileva quindi che per effetto degli illeciti accordi e delle descritte condotte sono stati indotti in errore il CIPE (che in data 27/5/2005 deliberava l’approvazione del finanziamento di € 81.425.000,00 a favore di Metrolatina Spa con trasferimento del detto importo presso la Cassa Depositi e Prestiti) e il Ministero dei Trasporti (che in data 3/12/2010 rilasciava il Nulla Osta al pagamento dell’importo del 1° SAI, in conseguenza del quale Cassa Depositi e Prestiti erogava la somma di curo 3.662.317,40).
COMUNQUE VADA ZACCHEO NE ESCE MALISSIMO
La vicenda penale ha un suo specifico percorso e richiede la presenza di una serie di requisiti e presupposti, per cui è bene chiarire che la cattiva amministrazione non determina di per sé aspetti di rilevanza penale. Non è un caso che nella fattispecie in esame la Procura parli di artifizi e raggiri e sicuramente gli avvocati difensori cercheranno di dimostrare che, al di là di scelte amministrative indubbiamente sciagurate, non sussisterebbero però artifizi e raggiri.
Immaginiamo poi che la difesa dell’ex-Sindaco punterà molto sulla circostanza che egli ricopriva un ruolo politico, attribuendogli pertanto solo la scelta politica di voler fare una tramvia a Latina.
Secondo tale strategia non sarebbero imputabili al suo operato una serie di fatti ormai acclarati senza alcun dubbio e da sempre vanamente denunciati dal Comitato Metrobugia presieduto dall’Ing. Massimo De Simone.
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Ci riferiamo, ad esempio al piano economico finanzario farlocco con dati inventati e alla convenzione trentennale con il privato tutta a svantaggio dell’amministrazione comunale.
In sostanza, se alla ormai famigerata vicenda della cosiddetta metropolitana leggera il Gup di Roma riconoscerà aspetti di rilevanza penale, per salvarsi Vincenzo Zaccheo dovrà cercare di farsi passare come una sorta di sindaco imbelle e incapace.
Da aggiungere che, come abbiamo evidenziato, il suo comportamento è caratterizzato anche da una circostanza che non può che destare quantomeno sconcerto.
Vincenzo Zaccheo, pur non essendo più sindaco (era stato sfiduciato ad aprile 2010), ha continuato ad interessarsi personalmente della vicenda metro, circostanza che risulta proprio dalle dichiarazioni rese dal Commissario prefettizio all’epoca delle indagini espletate dalla Procura della Repubblica di Latina.
Sarebbe interessante se spiegasse alla città le ragioni di quelle che la Procura chiama “indebite pressioni”.
UN DELIRIO AMMINISTRATIVO
Da ricordare infine che come risultato del delirio amministrativo di Vincenzo Zaccheo il Comune di Latina si trova citato in giudizio da Metrolatina Spa per circa 35 milioni di euro.
In conclusione è opportuno ricordare che Vincenzo Zaccheo era sostenuto da una maggioranza e la vicenda metro ha visto anche dei passaggi in Giunta e in Consiglio Comunale con tanto di delibere approvate.
I politici ancora in attività che hanno partecipato alla metro-follia li ritroviamo tutti nella Lega e in Fratelli d’Italia.
Eccoli:
Nicola Calandrini, consigliere comunale e senatore di Fratelli d’Italia;
Enrico Tiero, vice-coordinatore regionale di Fratelli d’Italia;
Raimondo Tiero, consigliere comunale di Fratelli d’Italia;
Orlando Angelo Tripodi, consigliere regionale della Lega;
Massimiliano Carnevale, consigliere comunale della Lega;
Marilena Sovrani, vice coordinatore provinciale per la Lega a Latina e assistente del parlamentare europeo Matteo Adinolfi, Lega;
Salvatore De Monaco, assistente del parlamentare europeo Matteo Adinolfi, Lega.