LE NECESSARIE PREMESSE
Esistono obiettivi di pubblica utilità destinati per propria natura a durare per sempre, o per decenni. Pensiamo ai Comitati che promuovono il decoro, l’igiene e la pulizia del proprio comune, del proprio quartiere, di parchi e giardinetti pubblici. Poi esistono Comitati che nascono con un fine da conseguire nel breve periodo, per via della natura stessa del fine, ma ritardi burocratici e contrapposizioni politiche finiscono per trasformare queste organizzazioni in semi-permanenti. Senza scomodare la Comunità montana della Val di Susa e i Comitati No-TAV, si pensi al nostrano Comitato No Corridoio Roma Latina per la Metropolitana Leggera. Nei visi di alcuni di coloro che diedero vita più di 20 anni fa a quell’unità di intenti sono oggigiorno ben visibili le rughe dei lunghi anni di impegno. Non è questo il caso dei Comitati che hanno come principale obiettivo l’opposizione alla trasformazione dei Punti di Primo Intervento (PPI) in ambulatori territoriali. La richiesta di modifica del DM 70/2015 contenuta nella nota di Alessio D’Amato del 23 agosto 2018 rivolta al ministro Giulia Grillo non ha mai avuto risposta. Una modifica del Decreto implicherebbe una nuova convocazione della Conferenza Stato-Regioni e negli anni gli altri Enti regionali hanno ottemperato all’allegato 1 par. 9.1.5 seguendo modalità divergenti (le Regioni del Nord) o tutto sommato convergenti (le Regioni del Centro-Sud) rispetto alle disposizioni del Decreto n. 257/2017 del Commissario ad acta Zingaretti. All’ o.d.g. Simeone del 3 ottobre approvato in Consiglio non è seguito alcun atto di proroga commissariale. Il cronoprogramma del Direttore generale ASL di Latina Giorgio Casati è chiaro: il processo di trasformazione ha inizio da questo mese e termina nel dicembre 2019.
IL TERZO ASSUNTO DI CASATI
Nello stesso giorno del 1895 in cui Wilhelm Röntgen iniziò a osservare i raggi X, presso l’Ordine dei Medici di Piazza Celli l’8 novembre, alla presenza tra gli altri di Damiano Coletta, del sindaco di Cori Mauro Primio De Lillis, dell’Assessore al Welfare di Cisterna Federica Felicetti, dell’Assessore ai Servizi Sociali e Salute di Sabaudia Ennio Zaottini e di delegati dei Comuni di Priverno e Bassiano viene analizzato un documento riconducibile al Presidente Giovanni Maria Righetti.
Il primo assunto di Casati prevede l’informatizzazione di tutti i dati relativi alle attività dei PPI da subito. Tradotto in parole semplici: sistema informatico GIPSE anche per Cisterna, Cori, Sabaudia e Minturno. Piena convergenza da parte di Righetti su questo come sul secondo assunto: passaggio della gestione del personale e attività del PPI dall’attuale rete ospedaliera alla rete territoriale.
Dalle osservazioni da parte dell’Ordine della proposta di rimodulazione di Casati si evince l’incomprensibilità del terzo e del quarto assunto. Nel terzo si rimodula l’orario di apertura dei PPI, destinati a diventare Ambulatori di Cure Primarie Specializzate (ACPS), dalle attuali 24 ore alle future 12 nei giorni lavorativi e festivi. Secondo l’Ordine dei Medici è necessario che gli ACPS rimangano operativi 24 ore al giorno dal lunedì alla domenica. Si provi di seguito un ragionamento indipendente dalle osservazioni di Righetti. Dal momento che Cisterna, Cori, Sabaudia e Minturno non dispongono di sistema informativo di Pronto Soccorso GIPSE (Gestione Integrata Pronto Soccorso Emergenza), non è possibile conoscere esattamente la ripartizione in triage dei 78.264 accessi nel 2017 (dato ASL LT) nei sette PPI pontini. Qualche stima è però possibile farla attraverso i dati forniti da Sezze, Priverno e Gaeta in cui si registra complessivamente una media dell’86,32 di codici verdi. Se proiettiamo la media sui sette della Provincia parliamo di 67.557 pazienti che ogni anno potrebbero essere direttamente curati e dimessi nei Punti di Primo Intervento. Questi utenti verranno riversati sui 4 Pronti soccorso della costa. Fare una media bruta di 16.889, come invece fa l’Ordine dei Medici di Latina nelle sue osservazioni, ha poco senso. È evidente che gli stimati 10.269 codici verdi cisternesi, più gli stimati 5.221 coresi assieme ai certificati 7.719 setini con propri mezzi si rivolgeranno al DEA di riferimento. Nel 2017 i codici verdi di Sabaudia secondo dati non GIPSE sono stati 5.360 (numero presumibilmente arrotondato come gli altri relativi al PPI in analisi). Ammettiamo che di questi solo la metà si rechi a Latina (2.680), il restante 50% prenderà la volta di Terracina. Ciò significherebbe circa 25.600 accessi in più su un Santa Maria Goretti al collasso. Gli accertati codici verdi di Priverno (5.119) dovranno recarsi con mezzi propri al Fiorini, che dovrà accogliere anche un’ipotetica metà di ex afferenti al bacino sabaudiano: fanno quasi 7.800 accessi in più per il non enorme Pronto Soccorso terracinese.Gli stimati 18.971 minturnesi più gli 8.640 accertati gaetani fanno più di 27.600 accessi per il DEA del Dono svizzero di Formia. Possono le tre unità di emergenza di Latina, Terracina e Formia sopportare tali incrementi a partire dal 2020? Quanto ai codici gialli e rossi, che sommati costituiscono il 12,88% del totale (secondo i criteri di stima sopra enunciati), vale a dire 10.080 pazienti annui, spetterà in futuro alle ambulanze medicalizzate sotto il coordinamento di ARES 118 stabilizzarli durante il trasporto verso il DEA di riferimento. La percentuale di codici bianchi, quelli per intendersi da trattare in ambulatorio, è decisamente irrisoria (0,8%): 626 accessi annui. Questi sono gli accessi che ad oggi possono esser previsti in tutti e sette gli ACPS, una media inferiore a 100 per ciascuno. Ci si chiede allora a cosa possano servire questi nascenti Ambulatori. A meno che non si voglia superare il servizio di Continuità assistenziale, ma la proposta Casati nel quarto assunto parla di coesistenza nella medesima sede in orari complementari.
PPI | Cisterna | Cori | Gaeta | Minturno | Priverno | Sabaudia | Sezze |
Modalità
di accesso |
ordine cronolog. | ordine cronolog. | triage | ordine cronolog. | triage | ordine cronolog. | triage |
Suddivisione pazienti
in base alla gravità |
NO | NO | SI | SI | SI | SI | SI |
Codice
rosso |
Non Registrato | Non Registrato | 20 | Non Registrato | 31 | 670 | 63 |
Codice
giallo |
Non Registrato | Non Registrato | 437 | Non Registrato | 466 | 1340 | 1027 |
Codice
verde |
Non Registrato | Non Registrato | 8640 | Non Registrato | 5119 | 5360 | 7719 |
Codice
bianco |
Non Registrato | Non Registrato | 1130 | Non Registrato | 88 | 6030 | 126 |
Non
eseguito |
Non Registrato | Non Registrato | 60 | Non Registrato | 7 | Non Registrato | 7 |
Totale
accessi |
11897 | 6049 | 10287 | 21978 | 5711 | 13400 | 8942 |
Dati
ASL LT (anno 2017) |
Dati
rilevati senza sistema GIPSE |
Dati
rilevati senza sistema GIPSE |
Dati rilevati mediante sistema GIPSE | Dati
rilevati senza sistema GIPSE |
Dati rilevati mediante sistema GIPSE | Dati
rilevati senza sistema GIPSE |
Dati rilevati mediante sistema GIPSE |
QUARTO ASSUNTO DELLA PROPOSTA CASATI
Trasferimento, ove possibile, delle attuali sede di Continuità assistenziali presso le sedi degli attuali PPI e contestuale attivazione dell’attività ambulatoriale di tale Servizio durante il relativo orario di apertura (tutti i giorni 20.00-8.00, Sabato 10.00-Domenica e festivi 8.00-20.00).
Come riportato nelle osservazioni dell’Ordine, oltre ad essere il servizio limitato alle ore diurne nel weekend, con la incomprensibile peculiarità dell’orario d’apertura alle 10.00 di sabato, sugli operatori della Continuità assistenziale pende l’applicazione dell’art. 67 dell’Accordo Collettivo Nazionale dei Medici della Medicina Generale. L’art. 67 prevede che lo stesso ACN venga in prima battuta concluso su base regionale, ma ad oggi non è stato ancora stipulato. L’art. 92 dell’ACN poi stabilisce che gli incarichi dell’emergenza sanitaria territoriale vengano conferiti sulla base di una graduatoria regionale distinta per ASL a medici in possesso di attestato di idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza (vedasi anche art. 96). In poche parole semplici medici di base senza appositi titoli, al di là dei mezzi di cui saranno dotati gli ACPS, non potranno trattare i codici verdi, gialli e rossi che attualmente accedono ai PPI.
QUINTO ASSUNTO
Inserimento di tali strutture (i PPI n.d.r) previa rimodulazione ed esplicitazione delle competenze, nella rete territoriale prevedendo il coinvolgimento (anche informatico) della Continuità Assistenziale e dei MMG organizzati in UCP (Unità di Cure Primarie n.d.r.) nonché ove possibile del servizio ARES 118 (protocolli di attivazione). Al riguardo appaiono ipotizzabili, in attesa e propedeuticamente alle decisioni regionali, accordi locali, sulla base delle peculiarità delle singole sedi, nel rispetto di indicazioni regionali quadro.
In linea con i rilievi sollevati da Righetti, il quinto assunto implica una sottrazione alla rete territoriale dell’emergenza delle strutture esistenti e ciò è inaccettabile. Non si comprende inoltre in cosa consistano i protocolli di attivazione di ARES 118. La formula “ove possibile” non trova precedenti in tutta la normativa sanitaria dalla Legge 833/78 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale in poi. Un servizio o è previsto dall’ASL o non è previsto. L’art. 92 dell’ACN infine prevede solo accordi a livello regionale, mai a livello locale.
Per quanto riguarda sesto e settimo assunto si veda: Entro dicembre 2019 i PPI diventano ambulatori.
LE PROPOSTE DELL’ORDINE
1) Creazione di Ambulatori Dell’Emergenza (ADEM) con medici muniti di apposito attestato di idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza territoriale con orari di apertura al pubblico h24 7 giorni su 7 e che includa la Continuità Assistenziale tutti i giorni dalle 20 alle 8.
2) Creazione di un punto medicalizzato ARES 118 per ogni PPI.
3) Creazione di Unità di Cure Primarie e Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) nell’ambito delle sedi degli attuali PPI, trasformati tutti in Case della Salute (CDS).
4) ADEM, UCP, PDTA e CDS collegati in rete telematica per l’accesso immediato alle informazioni dei pazienti (quest’ultima proposta analoga al I Assunto di Casati).
Il 13 novembre in Conferenza sociale e sanitaria nell’aula consiliare di Piazza del Popolo i Sindaci dei Comuni sede di PPI, sostenuti dagli altri rappresentanti dei Comuni della Provincia, fanno proprio il documento redatto dall’Ordine dei Medici esprimendosi sfavorevolmente rispetto alla Proposta di rimodulazione del Direttore generale. Giorgio Casati, la cui proposta è stata già inoltrata in Regione, pur dichiarandosi disposto a rivedere alcuni punti, parla apertamente di rottura tra Azienda e Comuni pontini.
PPI DI ANAGNI: TAR RESPINGE ISTANZA DI SOSPENSIVA
Tra il 2008 e il giugno 2012 vengono chiusi il reparto di ostetricia e ginecologia e il reparto di ortopedia: l’Ospedale di Anagni viene declassato a Presidio sanitario. La delibera n. 1162 sancisce la rimodulazione del Pronto Soccorso in Punto di Primo Intervento. Il DCA 257/2017 non indica quello anagnino tra i PPI da convertire, ma l’Atto Aziendale dell’USL di Frosinone nel novembre successivo accorpa il Presidio nel complesso ospedaliero Frosinone-Alatri-Anagni. Il 25 giugno 2018 il Commissario straordinario ASL Luigi Macchitella adotta la delibera n. 1363 con cui decreta la riorganizzazione del PPI in Presidio Ambulatoriale Territoriale. Nonostante l’approvazione all’unanimità da parte della Commissione VII della Regione di un documento di richiesta di sospensione della Delibera Macchitella, il 15 luglio la trasformazione in PAT è esecutiva. A fine settembre il Comune di Anagni notifica a Regione e ASL il ricorso di impugnativa alla delibera 1363. L’8 novembre la sezione distaccata di Latina respinge l’istanza di sospensione degli effetti del Provvedimento: “….In considerazione che anche prima della delibera impugnata i cittadini dovevano recarsi a Frosinone per le patologie afferenti codici gialli e rossi, e che per patologie più lievi (codici bianchi e verdi) l’assistenza è assicurata dal PAT h24 di Anagni, istituito col medesimo impugnato” il TAR ritiene “….non sussistente il pregiudizio grave e irreparabile”. Tralasciando il merito della decisione, il giorno dopo ad Anagni la popolazione inscena una nuova protesta dopo la fiaccolata del 2 agosto scorso.
LE AZIONI DEI COMITATI
Il 5 novembre il Comitato Civico di Cori rivolge al Direttore ASL una nuova lettera, rispetto alla prima del 24 ottobre, chiedendo secondo art.14 D.Lgs. 502/1992 un incontro in cui siano convocati tutti i Comitati e le associazioni in rappresentanza dei Malati, affinché venga illustrata e discussa la Proposta di Rimodulazione. Nella stessa lettera si richiede la convocazione della Conferenza dei Servizi della ASL di Latina, organo inattivo da oltre 1 anno.
A Sabaudia il 10 novembre presso l’aula consiliare il sindaco Giada Gervasi, l’assessore Zaottini e il Presidente del Comitato Franco Brugnola hanno tenuto un dibattito pubblico. Da quell’incontro l’antica proposta di Brugnola di costruire una elisuperficie a Via Conte Verde trova ricezione nel Programma triennale delle opere pubbliche della Giunta. Superficie di 50 m.x 50 che dovrebbe nascere su demanio comunale delimitata da recinzione e dotata di illuminazione per il volo notturno. La struttura sarebbe utilizzabile anche dalla Protezione Civile. Brugnola inoltre tiene a sottolineare la distinzione tra sistema di emergenza-urgenza da una parte, di cui i PPI rappresentano il primo livello di operatività nonché articolazione dei DEA sul territorio,e assistenza territoriale primaria dall’altra, in cui rientrano quei Percorsi Diagnostico Territoriali che proprio all’interno delle strutture delle Case della Salute possono essere realizzati. Il DCA 52/2017 prevede una C.D.S. per ciascun distretto, ma ad oggi solo Sezze ne è provvista (Distretto 3). Il Comitato ne chiede l’istituzione a Sabaudia (Distretto 2), come nel resto del territorio provinciale.
30 NOVEMBRE DA PIAZZA DEL POPOLO A LATINA FIORI
L’ultimo appuntamento utile per i Comitati da Cori a Sezze, da Sabaudia ai Comuni del sud pontino deve considerarsi la manifestazione indetta per venerdì 30 novembre alle ore 10.00 in Piazza del Popolo a Latina. Il corteo a quel punto imboccherà Corso della Repubblica seguendo fino a Via Pio VI dove svolterà per la volta di Via Cattaneo. Da lì fino a Piazzale dei Bonificatori, immettendosi successivamente per Viale Italia e percorrendola interamente. Giunti a Piazza del Quadrato i manifestanti si orienteranno sulla sinistra inserendosi a Via Palestro, proseguendo per Via Ufente fino a raggiungere a Via Pier Luigi Nervi la sede della Direzione generale ASL di Latina. Una proposta di percorso di 1 km e 500 m. che il sindaco di Cori Mauro Primio De Lillis l’8 novembre presenta a Damiano Coletta e che lo stesso sindaco di Latina rivolgerà alla Prefettura in questi giorni.
Un appuntamento che per coloro i quali hanno condotto questa battaglia politica si presenta come il decisivo.