La storia che state per leggere narra di una parte abbandonata di una città dimenticata, dove il futuro va in fumo sulle stagnole dei tossici nascosti dalla movida dei locali chic del centro.
Droga tanta aspettative zero, questa è la quotidianità dei ragazzi perduti dei palazzi, li vedi camminare spenti per le stradone del quartiere Nervi/Panorama.
Li riconosci: sono quelli con le tute da bronx e gli occhi spenti, niente svaghi soltanto la voglia di evadere e cercare un lavoro che li porti lontano da una realtà troppo spesso lasciata a se stessa, sostituita dalle discussioni sugli alberi caduti ai giardinetti.
Eppure si tratta di una zona ad alto tasso criminale, in cui la droga gira quotidianamente.
Per fare un esempio questa è la zona controllata da Sabatino Morelli, uno degli uomini a cui, secondo il processo Don’t Touch, l’attuale consigliere regionale della Lega Angelo Tripodi aveva dato in mano la campagna elettorale.
La famiglia Morelli non è una famiglia qualsiasi, la zona è piena di case popolari ATER, e il voto di scambio si sa fa gola a famiglie che a malapena riescono ad arrivare alla fine del mese, e questo i clan lo sanno benissimo, come sanno che la posta per il controllo elettorale è altissima.
IL PARCO DELLA MORTE
Tra quei ragazzi dagli occhi spenti, c’è anche chi “ha fatto strada” nella bastarda pontina e già da giovanissimo partecipava ad efferati omicidi. Omicidi come quello di Matteo Vaccaro, assassinato al Parco Europa nel 2011 in seguito da una futile lite in un ristorante di Latina.
Tra le sei persone arrestate in seguito all’omicidio vi era Matteo Ciaravino, noto per aver aggredito brutalmente\ un lavoratore del supermercato Carrefour del Piccarello insieme a Roberto e Valentina Ciarelli.
IL CAMPO DI BISTECCA
Nel 2010 a Latina c’è stata una guerra tra clan: da un lato la banda di Massimilano Moro, dall’altro i clan Di Silvio e Ciarelli.
A farne le spese fu la banda di Moro(che fu ucciso a casa sua). Di quella banda faceva parte Fabio Buonamano, detto Bistecca.
Buonamano aveva un campo da calcetto nella zona del cimitero ed era un figlio delle false promesse della vita criminale.
Bistecca venne ucciso il 26 gennaio del 2010 a via Monte Lupone da un commando formato da Costantino e Romolo Di Silvio.
TOSELLI, IL PENTITO
Oltre Renato Pugliese, nella complessa storia della criminalità pontina vi è anche Roberto Toselli che ha deciso di pentirsi.
Il ruolo di Toselli nel processo Alba Pontina è di prim’ordine: infatti il giovane pentito ha confermato che il Clan Di Silvio sia al centro di un’organizzazione dedita allo spaccio di droga.
Anche Roberto Toselli proviene dal quartiere degli uomini dagli occhi spenti.
LO SPACCIO DEI DE ROSA
Nella zona cimitero lo spaccio lo gestiscono i De Rosa.
Nell’operazione denominata Scudo,è stato coinvolto Christian De Rosa, figlio del famoso Franco Lo Zingaro, che, secondo gli inquirenti, gestiva una piazza di spaccio nella quale si vende marijuana, cocaina e hashish indirizzati anche ad assuntori sotto i 18 anni.
Ma non finisce qui. Secondo Renato Pugliese, Giulia De Rosa, madre di Christian, riesce a raggiungere anche tra i 2000 e i 4000 mila quotidiane” in zona Cimitero.
UNA CULTURA BALORDA
Quando non si hanno aspettative ci sono due cose che si possono fare: combattere cercando di cambiare il proprio futuro e la propria vita, oppure lasciarsi ammaliare dalla promessa di soldi facili e potere effimero che la vita da delinquente seriale propone.
Ed è proprio grazie alle false promesse che alcuni tra i ragazzi dagli occhi spenti iniziano a delinquere, sia chiaro la mancanza di alternative sociali è sicuramente uno dei fattori della scelta, ma bisogna dare la giusta importanza alla responsabilità personale, visto che altrettanti ragazzi dagli occhi spenti decidono di lottare per una vita onesta, e lo fanno con la stessa mancanza di alternative che colpisce chi decide di delinquere.
Questa è la cultura mafiosa bellezza: il mito della finta ribellione criminale, i soldi facili, le feste le macchine e la droga. Una vita mitizzata che rientra a tutti gli effetti nell’immaginario collettivo di quella parte di città che ha scelto di stare dalla parte sbagliata della storia.
Ma la cultura balorda non è soltanto miti, negli anni si è creata l’ostentazione della conoscenza: solitamente il rubagalline di turno ostenterà conoscenze altolocate negli ambienti criminali per dare l’idea di essere a sua volta altolocato.
SE NON SAI PARLARE USI LA VIOLENZA
La violenza è da sempre una costante dei comportamenti criminale. Anche in questa parte della città se ne fa uso per estorcere, ricattare e dominare. L’uso smodato della violenza è figlio della mancanza di cultura o meglio della cultura della legalità.
Se non sai parlare e non hai cultura la violenza è l’unico modo che hai per emergere ed acquisire potere, anche se si tratta del potere effimero della vita criminale.