TALPE E FATTURE. PAGAMENTO NEL CONTO SBAGLIATO: A FARNE LE SPESE UNA SOCIETÀ DI LATINA

phishing

34mila euro di una fattura destinati a una ditta di Latina, ma pagati sul conto corrente “sbagliato”, risultano fatali ad un uomo di Treviso che ora dovrà affrontare un processo.

A scriverlo è Treviso Today, in un articolo a firma di Denis Barea, che riporta la storia di una talpa in un sorta di vicenda di spionaggio. 

Fatto sta che l’uomo, 43enne residente a Treviso, è stato rinviato a giudizio per ricettazione. Alla sua azienda di software, infatti, era intestato il conto corrente su cui una società filippina ha effettuato il versamento di quanto dovuto in relazione ad una fattura emessa da una industria di Latina, la Mechanotools srl, che produce condotte in ferro.

Il fatto che i soldi siano finiti in un altro conto non risulterebbe un errore: nel gennaio del 2017, alla contabilità della ditta straniera arrivò una mail, probabilmente frutto di pishing, nella quale veniva data indicazione di effettuare il pagamento utilizzando un iban diverso da quello che era sempre stato utilizzato in passato. Superata la data la scadenza della fattura, la Mechanotools ha inviato un sollecito al quale, di rimando, ha ottenuto una risposta in cui veniva copiata la mail, apparentemente autentica, in cui si davano ulteriori istruzioni per il saldo.

Talché gli imprenditori, resisi conto della “truffa”, hanno scoperto di chi fosse quel conto in modo tale da individuare il 43enne di Treviso a cui, dopo attività investigativa della polizia postale, sono stati bloccati conti e incassi, seppure 4mila euro di quel pagamento misteriosamente approdato sul numero di conto sbagliato erano infatti già stati prelevati. Motivo per cui è scattata la denuncia per ricettazione. L’uomo di Treviso di è difeso dicendo di non sapere nulla del pagamento sospetto, ma una una perizia effettuata sulla strumentazione informatica sequestrata negli uffici del presunto truffatore ha confermato che non vi sono tracce che la email incriminata sia partita da quei terminali. Il server che ha gestito la corrispondenza elettronica è in Texas, negli Stati Uniti.
Epperò, come avrebbe fatto il titolare della software house, che non ha rapporti con l’azienda di Latina, a sapere del pagamento? Per gli inquirenti veneti avrebbe avuto una talpa negli uffici della ditta del capoluogo pontino, che lo avrebbe informato su scadenza e importo.

A chiarire la vicenda, ora, sarà il processo istruito dal pubblico ministero Massimo De Bortoli che è iniziato oggi ma che è stato già rinviato al 7 maggio 2020.

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