Il prontuario dell’orrore corre sulle chat Whatsapp anche nel Lazio.
A scriverlo è il Corriere Fiorentino che dà conto di un’inchiesta partita da Siena e coordinata dalla Procura dei minori di Firenze.
Video pedopornografici, celebrazioni di Hitler, Mussolini, Isis, frasi contro migranti ed ebrei. Tutto questo costituiva il contenuto di una chat di WhatsApp denominata “The Shoah party”, attraverso la quale venivano scambiati in tutta Italia di immagini e frasi terrificanti.
A scambiarsi video e messaggi erano un gruppo di ragazzi tra i 15 e i 19 anni: 26 di loro sono stati coinvolti nell’indagine della magistratura fiorentina che ha disposto perquisizioni in Toscana, Piemonte, Lazio, Campania e Calabria. Complessivamente sono 13 le province coinvolte.
Otto di loro vivono in Piemonte, tra cui i due amministratori del gruppo, uno minorenne e l’altro maggiorenne.
A scatenarsi per mesi, questo gruppo di ragazzini che da Siena avrebbero diffuso in tutta Italia immagini e frasi choc. Le accuse sono di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, istigazione all’apologia di reato avente per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali.
Le immagini era accompagnate da commenti che in bocca ai ragazzi di quell’età stupiscono per aggressività e violenza: “Eppoi dicono che i preti non devono stuprare i bambini“, oppure “Sei solo una p…“. Tra i file inviati sulla “The Shoah party”, c’è anche quello su alcuni bambini africani che si dissetano con l’acqua di una pozzanghera, con un commento disgustoso: “Minchia il Nesquik“.