Zaccheo: “Onorato della scelta. Latina capitale: dal Novecento al futuro, il Centenario come eredità e visione”
L’ex sindaco Vincenzo Zaccheo, nominato in puro stile “conventicolo” e di appartenenza dal Ministro Alessandro Giuli, esce pubblicamente e spiega i suoi propositi. Il “rieccolo” si dice onorato e fa l’ecumenico. Le parole dell’ex deputato – che vengono riportate integralmente di seguito – sono quelle di una figura politica che vuole essere “padre nobile” non solo del centrodestra, ma di tutta la città.
Il problema è che la sua vicenda politica e amministrativa è costellata di disastri, molto onerosi per la città, e scandali giudiziari, che hanno ben poco di nobile. Senza contare che, nel 2021, Latina ha parlato chiaro, respingendo la sua aspirazione a essere di nuovo sindaco, tanto che il politico, con doppio vitalizio, ha straperso con il sindaco uscente Damiano Coletta, il quale era al minimo della sua popolarità. E con un centrodestra unito e vittorioso. Più chiaro di così. Ma da Roma e dal Governo Meloni, che ha abituato in questi anni a una spartizione e occupazione famelica dei posti pubblici, sono stati sordi, trovando una Sindaca, Matilde Celentano, incapace di dire la sua. Una nomina, quella di Zaccheo, senza meriti e con un messaggio devastante per i giovani della città.
Non saranno sufficienti i comunicati lunari di Tripodi, consigliere regionale di Forza Italia, che aveva proposto per la Fondazione Latina 2032 Tiziano Ferro, e che adesso parla di “vittoria del merito”, dimostrando di avere avuto qualche problema di percezione della realtà. Roba da labirintite. Sia in un caso (Ferro), che in un altro (Zaccheo).
La nomina di Zaccheo contraddice in pieno, peraltro, le dichiarazioni della Sindaca Celentano che aveva parlato di alto profilo, basato sul merito. Non è la prima volta (si veda la vicenda del Lazio Pride nel 2023) che alla Sindaca Matilde Celentano le scelte di Roma, compresi i rimbrotti e le “sculacciate” nelle segrete stanze, fanno fare brutta figura. Le sue reazioni a una nomina imposta? Nessuna, anzi ha dichiarato e ribadito il “merito” di Zaccheo (sic!). È certo che se fosse dipeso da lei, Zaccheo, non sarebbe stato nominato. Né lo sarebbe stato, se fosse dipeso da altre anime del centrodestra. Tutti, però, stanno zitti, come si fa quando il Don Abbondio prevale sul coraggio. È chiaro che avrebbe dovuto essere la Sindaca a pretendere qualcosa di meglio per la città.
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Le dichiarazioni di Zaccheo. “Accolgo con profondo onore, ma soprattutto con un forte senso del dovere, la nomina a Presidente della Fondazione Latina 2032. Un incarico che non considero un riconoscimento personale, ma una responsabilità verso la città che mi ha formato e verso la comunità che rappresento. Desidero ringraziare il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, per la fiducia accordata e per l’attenzione concreta riservata al percorso che Latina ha intrapreso in vista del Centenario della sua fondazione, così come il Sindaco Matilde Celentano, con la quale vi è stata fin dall’inizio una condivisione istituzionale piena, leale e responsabile e che mi ha definito persona giusta per guidare la Fondazione, sottolineando esperienza, conoscenza della città e capacità di rappresentare Latina nel percorso verso il centenario. Un ringraziamento sincero va inoltre al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, al Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli, e alla Camera di Commercio Frosinone Latina con il Presidente Giovanni Acampora, per il sostegno e l’attenzione dimostrati verso un progetto che non riguarda una singola ricorrenza, ma il futuro strategico di un intero territorio.
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Un ringraziamento sentito e doveroso va ai parlamentari Nicola Calandrini, primo firmatario della legge istitutiva della Fondazione Latina 2032, Claudio Fazzone, Antonio Paganella e Roberto Menia, che hanno sostenuto e portato a compimento un percorso legislativo complesso e ambizioso. Un ringraziamento particolare va anche al Sottosegretario Claudio Durigon che, da membro del Governo, non ha potuto firmare la legge, ma ne ha condiviso sin dall’inizio lo spirito, l’impostazione e la visione, sostenendola con convinzione per quanto nelle sue possibilità. Grazie poi anche ai tanti da Nicola Procaccini, Elena Palazzo, Vittorio Sambucci, Angelo Tripodi che hanno manifestato apprezzamento per la mia nomina, scusandomi fin da ora se ne dimentico qualcuno.
È vero che l’idea di dotare Latina di una Fondazione capace di accompagnare il Centenario è stata da me avanzata per prima, come riconosciuto pubblicamente dallo stesso senatore Nicola Calandrini. Ma il merito politico e istituzionale di aver trasformato quella visione in una legge della Repubblica spetta a chi ha avuto la determinazione di portarla fino in fondo. Ed è giusto dirlo con chiarezza.
La Fondazione Latina 2032 non nasce per celebrare una ricorrenza in modo autoreferenziale, ma per costruire una visione di lungo periodo. Una visione che tenga insieme memoria e futuro, identità e innovazione, radici e prospettiva. Il Centenario di Latina deve essere un percorso autenticamente inclusivo, aperto alla partecipazione delle istituzioni, delle forze sociali, culturali ed economiche, ma soprattutto dei cittadini. Latina ha nel suo DNA una vocazione naturale al futuro. È una città figlia del Novecento che, fin dalla sua nascita, ha dovuto misurarsi con la modernità, con le sfide del tempo, con la necessità di costruire e non semplicemente di conservare. È una città che guarda avanti da quando è nata. Ed è proprio questa natura a renderla oggi più che mai attrezzata per affrontare i cambiamenti che ci attendono. Sono certo che il tessuto sociale, imprenditoriale ed economico, ma soprattutto le nuove generazioni, sapranno incarnare fino in fondo questo DNA. Lo portano dentro di sé, nella loro storia familiare, nella loro identità, nella loro eredità. Saranno loro ad accompagnare Latina al traguardo dei cento anni, rendendo il Centenario non una celebrazione nostalgica, ma un ponte solido e credibile verso il futuro. Alle nuove generazioni la Fondazione dovrà dedicare un’attenzione prioritaria. Il Centenario dovrà essere anche un risveglio delle coscienze, un percorso di crescita e di consapevolezza che parta dai più giovani.
La Fondazione avrà il compito di costruire un dialogo stabile con il mondo della scuola, a cominciare da quelle frequentate dai più piccoli. Entrare nelle aule, raccontare la storia di Latina, spiegare da dove veniamo e indicare dove possiamo arrivare, significa formare cittadini consapevoli, orgogliosi e protagonisti del proprio tempo. Costruire un senso di appartenenza comune è forse il messaggio più forte e più alto che possiamo raccogliere dall’istituzione della nostra Fondazione. Da figlio di questa città e di questa provincia, sono profondamente convinto che il 2032 rappresenti una grande occasione non solo per Latina, ma per l’intero territorio provinciale. Latina è chiamata ad assumere fino in fondo il proprio ruolo di guida. In questi anni molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. Latina deve tornare ad essere pienamente la capitale della provincia pontina, riaffermando con forza il proprio ruolo istituzionale, culturale, sociale ed economico. Un ruolo che non si esercita contro gli altri, ma che si rafforza proprio quando la città-capitale si assume la responsabilità di valorizzare, mettere in rete e far crescere tutte le realtà che compongono il territorio.
Il Centenario non dovrà essere soltanto un faro acceso su Latina, ma una luce capace di irradiare sull’intera provincia. I 32 comuni che la compongono devono sentirsi parte integrante di questo cammino. Per questo rivolgo un appello ai sindaci della provincia di Latina, a quelli attualmente in carica e a quanti hanno amministrato in passato: costruiamo una collaborazione concreta, continua e leale. Facciamo in modo che il Centenario sia davvero un progetto corale. Sono consapevole che non tutti abbiano accolto, o accolgano, la mia nomina con favore.
A chi nutre dubbi, perplessità o anche pregiudizi, rivolgo un invito franco: confrontiamoci, senza steccati e senza ipocrisie, con l’unico obiettivo che conta, il bene di Latina. Lo dico con chiarezza: non vi sarà, da parte mia, alcuna conventio ad excludendum. La Fondazione non sarà uno strumento di parte né un luogo di contrapposizione. Sarà, invece, uno spazio aperto, fondato sul recupero di uno spirito unitario che rappresenta il lascito più prezioso dei pionieri che hanno costruito questa città.
Latina nasce da una grande sfida collettiva, da una comunità capace di superare divisioni e difficoltà per costruire qualcosa che prima non c’era. È quello stesso spirito che oggi dobbiamo ritrovare, con orgoglio e senza complessi. La Fondazione avrà inoltre il compito di rilanciare l’immagine di Latina in Italia e in Europa, raccontando una città dinamica, moderna, attrattiva, coerente con quella vocazione all’innovazione e alla visione che ne ha segnato la nascita. Rivolgo infine un appello alle migliori energie della città e del territorio: al mondo culturale e artistico, all’università, alle professioni, all’imprenditoria, a tutte le realtà che ogni giorno tengono viva Latina.
Il Centenario deve essere un grande progetto collettivo, aperto al contributo di idee, competenze e visioni. Solo così il 2032 non sarà un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova stagione di crescita, identità e futuro condiviso.
Con questo spirito, auguro a tutta la comunità della provincia pontina un Buon Natale e un Buon Anno Nuovo, con l’auspicio che il Centenario possa essere davvero il frutto di un cammino comune, consapevole e orgoglioso”.
Così, in una nota, il Presidente della Fondazione Latina 2032, Vincenzo Zaccheo.
