VOTO DI SCAMBIO POLITICO-MAFIOSO, SFILANO I CANDIDATI DI SALVINI: “MAI CONOSCIUTO AGOSTINO RICCARDO”

Voto di scambio politico-mafioso: è ripreso il processo che vede alla sbarra Emanuele Forzan e Raffaele Del Prete

È ripreso il processo per voto di scambio politico-mafioso con il clan Di Silvio di Latina che vede sul banco degli imputati i pontini Raffaele Del Prete e Emanuele Forzan. Co-imputato e già condannato a 3 mesi di reclusione il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo. A rappresentare l’accusa il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Francesco Gualtieri. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Michele Scognamiglio, Massimo Frisetti e Gaetano Marino. Il collegio è il terzo del Tribunale di Latina composto dai giudici La Rosa-Zani-Romano.

Ad essere ascoltati tre esponenti politici locali che, nel 2016, si candidarono con la lista Noi Con Salvini (che, alla fine, espresse come consigliere comunale l’ex europarlamentare Matteo Adinolfi, indagato in prima stanza con Del Prete e Forza, successivamente archiviato) che si presentò alle elezioni amministrative del Comune di Latina. Nella scorsa udienza maggio, gli imputati Emanuele Forzan e Raffaele Del Prete hanno rigettano tutte le accuse a loro carico, lamentando un anno di misura cautelare per accuse che ritengono infondate e “surreali”.

Il primo ad essere ascoltato è stato Emilio Carabot che, nonostante le intercettazioni in cui Riccardo sosteneva di averlo aiutato nella campagna elettorale, ha negato di conoscere l’ex affiliato ai clan Travali e Di Silvio e di aver mai ricevuto proposte di voto di scambio. Carabot, interrogato dagli avvocati difensori e dal pm Gualtieri, ha dovuto parlare della campagna elettorale e ha detto di non aver svolto attacchinaggio, ossia l’ambito nel quale si muovevano Riccardo e il clan Di Silvio per garantire visualizzazioni ai candidati. “Davanti a me non ho mai visto la frequentazione tra Agostino Riccardo e Raffaele Del Prete, né ho parlato mai di Riccardo con Forzan. Non ho mai saputo che i clan rom si occupavano di campagne elettorale. Io ho partecipato a questa avventura elettorale, ho preso 142 voti e non avevo tempo di pensare ad altro avendo la mia attività. Non mi spiego perché Riccardo mi ha menzionato: non l’ho mai conosciuto, né ho mai avuto a che fare con lui”.

Come secondo testimone di giornata, è stato esaminato l’attuale consigliere comunale e capogruppo della Lega di Latina, Vincenzo Valletta, nel 2016 candidato nella lista “Noi Con Salvini”. L’esponente politico ha detto di conoscere sia Forzan che Del Prete perché quest’ultimo, a detta sua, si è speso per la città in passato essendo un appassionato politico: “Del Prete faceva parte del progetto politico di “Noi con Salvini”, ha partecipato alle riunioni. In alcuni frangenti l’ho visto insieme a tanti altri amici e militanti”. Ad ogni modo “non ho mai conosciuto Agostino Riccardo, né l’ho mai visto in campagna elettorale perché non so neanche che faccia abbia. Non l’ho mai visto in nessun evento elettorale, né ho mai saputo che Del Prete riceveva Riccardo nel suo ufficio in azienda”.

Valletta ha spiegato che è difficile conoscere a monte quanti voti occorrono per diventare consigliere comunale, non esistendo una soglia predeterminata e dipendendo in quale coalizione si è inseriti: “Io ho preso 323 voti, sono arrivato secondo e entrai nel 2019 quando Adinolfi divenne europarlamentare e si dimise dal consiglio comunale di Latina”. Anche Valletta ha detto di aver attaccato i suoi manifesti da solo, senza che il partita – allora lista – mettesse a disposizione soldi e personale: “Io non ho mai visto durante le iniziative elettorali appartenenti al clan Di Silvio, né li conosco. Provengo da un quartiere vicino al Gionchetto e Pantanaccio e come latinense ho sempre letto e sentito parlare di Di Silvio e Ciarelli per fatti di cronaca giudiziaria”.

È il pubblico ministero Gualtieri a chiedere a Valletta se i clan siano un tema politico: “Noi come Lega da sempre ci battiamo per la legalità e sicurezza. Noi possiamo sensibilizzare sul tema, ma non possiamo sostituirci a chi fa le indagini e non abbiamo gli strumenti per intervenire”.

Ultimo testimone è un altro candidato di Noi con Salvini, Giuseppe Iuliano, ex responsabile provinciale della comunicazione per il movimento politico. “Ho conosciuto Raffaele Del Prete quando iniziò il progetto di Noi Con Salvini. Non conosco Riccardo, Pugliese e Armando Di Silvio, se non tramite articoli di stampa. Sono persone di cui non so neanche le facce”.

Iuliano spiega che nel corso della campagna elettorale del 2016 chiamò i Carabinieri perché trovò il point elettorale aperto per via di una effrazione: “Chiamai Forzan perché era un punto di riferimento per la nostra campagna elettorale. Personalmente pagai 60 euro per la mia elezione in cui presi 22 voti. Io fui candidato perché mancavano persone per chiudere la lista: fu una candidatura di servizio”.

È Iuliano ad ammettere che la lista “Noi Con Salvini fu fatta in dieci giorni. Non mi aspettavo che scattasse neanche un consigliere comunale, quindi non pensavo che neanche Adinolfi ce la facesse, anche se aveva una storia politica essendo stato in passato consigliere comunale di Alleanza Nazionale”.

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Nella prossima udienza del 6 novembre verranno ascoltati il consulente della difesa che relazionerà su intercettazioni e le geolocalizzazioni di Agostino Riccardo e un poliziotti della Digos in servizio durante una cena elettorale a Borgo Carso nel 2016.

IL PROCESSO – Sul banco degli imputati di questo processo ci sono, come detto, l’imprenditore dei rifiuti Raffaele Del Prete e l’ex collaboratore della Lega in Regione Lazio, nonché responsabile elettorale per la lista “Noi con Salvini” alle elezioni comunali di Latina nel 2016, Emanuele Forzancollaboratore al momento, in Regione, del consigliere regionale di Forza Italia, Angelo Tripodi

I due imputati, Forzan e Del Prete, oggi come sempre presenti in Aula, furono arrestati il 13 luglio 2021 nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla contestazione del voto politico-mafioso riferibile alla campagna elettorale del 2016 a Latina (Comunali). L’imprenditore Raffaele Del Prete è accusato di aver dato soldi ad Agostino Riccardo, ex affiliato al Clan Di Silvio, oggi collaboratore di giustizia, in cambio di voti, attacchinaggio e visualizzazione dei manifesti elettorali in favore di Matteo Adinolfi (della lista “Noi con Salvini”), ex europarlamentare della Lega (fu eletto nel 2019) e, nel 2016, in corsa per diventare consigliere comunale. Carica che, alla fine, raggiunse con 449 voti. La posizione di Adinolfi, però, è stata archiviata definitivamente a ottobre 2022 per decisione della sezione Gip/Gup del Tribunale di Roma, su richiesta della stessa Procura/DDA di Roma.

Per l’accusa, Del Prete avrebbe dato a Riccardo circa 45mila euro. A costituire, secondo inquirenti e investigatori, il ruolo di collettore anche Emanuele Forzan. L’inchiesta fu portata a compimento da Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e Squadra Mobile di Latina.

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