DISCARICHE APRILIANE: I TAR RINVIANO LA DECISIONE PER SANT’APOLLONIA. BOCCIATO IL PROGETTO DELLA PAGURO A LA COGNA

Paguro srl perde la causa contro la Regione Lazio e gli altri per il diniego alla realizzazione del progetto di bonifica e discarica a La Cogna

Non è probabilmente più all’ordine del giorno degli interessi del patron dei rifiuti pontini, Fabio Altissimi, il progetto di realizzazione di una discarica in zona La Cogna, presentato qualche anno fa e respinto da dinieghi di una conferenza dei servizi svoltasi in Regione Lazio. Non lo è anche se, fino a maggio scorso, una delle sue società ha dato battaglia in sede di Consiglio di Stato.

Nel frattempo, come noto, tramite una società a lui riconducibile, la Frales srl, l’imprenditore che gestisce l’impianto di trattamento meccanico biologico di Via Vallcamonica ad Aprilia, con la Rida Ambiente srl, ha ottenuto di poter realizzare la discarica pontina sui terreni di Sant’Apollonia. Contro quel progetto, proprio oggi, sia il Tar di Latina che il Tar di Roma hanno preso tempo per esprimersi sui ricorsi presentati rispettivamente da Calissoni Bulgari e da Verdi Ambiente e Società-Aps Onlus, Francesca Romana Tintori. Si deciderà a fine settembre, o almeno si dovrebbe per il ricorso di Calissoni Bulgari, mentre potrebbe uscire nei prossimi giorni un’ordinanza del Tar di Roma dal momento che il ricorso degli ambientalisti è stato discusso, al netto di una eccezione territoriale della competenza della sezione di Latina presentata dalla Soprintendenza.

Ad ogni modo, il Consiglio di Stato si è pronunciato sul ricorso di un’altra società riconducibile ad Altimissimi, per l’appunto la Paguro srl, ossia quella che aveva chiesto di realizzare una discarica a La Cogna. Un ricorso presentato contro la sentenza del Tar nel 2023 che aveva respinto le doglianze della società apriliana che chiedeva l’annullamento della determina regionale del 3 maggio 2022, della determina regionale – Area Via datata 5 maggio 2022 e tutti i verbali delle sedute nell’ambito della conferenza dei servizi, compresi i pareri negativi degli enti partecipanti alla conferenza medesima.

Non si era data per vinta la Paguro srl dopo il no al progetto espresso in sede di conferenza dei servizi. Il progetto della Paguro srl avrebbe visto abbancati e presenti nel sito di La Cogna trasformato in “discarica” (parallelamente alla bonifica dei terreni inquinati dell’area), rifiuti per un quantitativo totale, secondo le carte, pari a 675.000 mc, circa 10 volte superiore ai rifiuti attualmente presenti, la cui stima è stata quantificata in 67.693 mc.

Il 3 maggio 2022, dopo il niet della conferenza dei servizi a febbraio scorso, espresso dai vari enti coinvolti, la Direzione Ambiente della Regione Lazio aveva formalizzato il diniego emettendo il parere negativo alla Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto.

Nel giudizio in Consiglio di Stato, la Regione Lazio che si è costituita ha ribadito che “entrambi i progetti (quello presentato da Frales s.r.l., e quello della società Paguro) sarebbero riconducibili al medesimo soggetto giuridico, ossia alla società MTS Ambiente Innovazioni e Tecnologie s.r.l., considerando che le predette società hanno lo stesso unico socio, la stessa sede legale (in Aprilia, in Via Mozart 1) e che il progetto risulta riguardare la stessa tipologia impiantistica di rifiuti non pericolosi, sempre allo scopo di garantire il soddisfacimento delle necessità dell’ATO di Latina”. 

Comunque, il Consiglio di Stato ha ribadito, nel merito, che l’area dell’ex cava de La Cogna è soggetta a vincolo relativo ai corsi di acqua pubblica e, in parte, a vincolo per le aree boscate; è soggetta a vincolo paesaggistico, in quanto gravata da usi civici, ancorché oggetto di provvedimento regionale di liquidazione; le aree oggetto di intervento sono qualificate dal P.R.G. del Comune di Aprilia come zona E, sottozona “E2 agricola vincolata”. In conclusione, l’area oggetto di intervento è gravata da uso civico e, quindi, è vincolata paesaggisticamente.

Il ricorso in appello – si legge nella sentenza di Palazzo Spada – deve essere respinto, in quanto la non compatibilità dell’intervento proposto con il vincolo paesaggistico e con il P.T.P.R. è di per sé sufficiente a giustificare il rigetto della istanza. In ragione di ciò i giudici del Consiglio di Stato condannano la società Paguro s.r.l. al pagamento delle spese di giudizio liquidate nei confronti della Regione Lazio in 5.000 euro, oltre accessori di legge.

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