Oggi i Carabinieri Forestali Lazio – Gruppo Latina – hanno posto i sigilli all’ex Avir di Gaeta, nominando come custode giudiziario Raffaele Di Tella.
Lo scorso 11 agosto il Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano dichiarava su un video autoprodotto di non vedere l’ora di salire su una ruspa e dare attuazione alle diverse sentenze del Consiglio di Stato che avevano attribuito in quei giorni al Comune la proprietà dei quasi 26mila metri quadrati dell’area industriale su cui sorgeva, sino a poco meno di quarant’anni fa, l’ex vetreria Avir a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Serapo.
Appena cinque giorni fa, il 6 settembre, il consiglio comunale approvava all’unanimità il progetto preliminare di recupero dell’ex Avir, votando anche la variante urbanistica. Mitrano qualche ora prima non lesinava dichiarazioni per l’occasione: “Non vi nascondo che è stata una lunga nottata pensando all’appuntamento con la “storia” quando stasera alle 19, in consiglio comunale, approveremo il progetto preliminare di recupero, sistemazione e valorizzazione dell’area ex Avir, “Polo Culturale Maestri Vetrai” ed adozione di variante urbanistica”.
Ieri a rovinare i preparativi per la festa dell’Amministrazione comunale è arrivata la notizia attraverso un post sulla pagina Facebook di GaetaSpia: “Boom! Il sostituto procuratore Miliano pronto a sequestrare di nuovo l’area ex Avir. Il sindaco dovrà ancora aspettare prima di mettere in moto la ruspa o riuscirà a fermare i sigilli?”.
Da poche ore la conferma, con tanto di provvedimento del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale a certificare l’avvenuto sequestro con il divieto per chiunque a introdursi, proseguire i lavori e manomettere i sigilli.
La storia trentennale dell’Avir sembra non conoscere fine.
MA CHI È RAFFAELE DI TELLA, NOMINATO CUSTODE GIUDIZIARIO?
In un’interrogazione parlamentare del 2017, presentata dall’ex deputato Cristian Iannuzzi, veniva ripercorsa la storia dell’ex veteria Avir. Nel 2001, il proprietario del complesso vende alla società Gaim srl, i cui soci sono Nicola Martino, vecchio sindacalista, e Giuseppe Simioli da Marano. L’atto costitutivo della società veniva stipulato nello studio del notaio Salvatore Sica, per anni professionista di fiducia nelle transazioni immobiliari fra uomini legati al clan di Lorenzo Nuvoletta. Solo 20 milioni di lire il capitale della Gaim, fondata il 23 gennaio 2001 per acquistare il giorno dopo un bene valutato all’epoca in circa 6 miliardi. Nel 2005, ecco intrecciarsi al destino dell’ex Avir, l’attuale custode giudiziario Di Tella. La Gaim, infatti, cede circa 1.500 metri cubi di vani già esistenti, più 3.000 metri quadri di terreno, ad una società a responsabilità limitata, con sede legale a Bergamo, la Holiday, tra i cui soci c’è Ciro Perdono, indagato nel 2007, come consigliere comunale di Forza Italia a Marano, nell’indagine che ha portato allo scioglimento comunale per infiltrazioni camorristiche e che ha coinvolto anche suo figlio Vincenzo, finito nel registro degli indagati.
Qualche anno dopo nella compagine di Gaim fa il suo ingresso un altro piccolo costruttore, stavolta casertano: è Raffaele Di Tella, da Trentola Ducenta. Tra i proprietari del sito ex Avir, risulta anche la società F.T. Costruzioni il cui legale rappresentante è Luigi Franzese. Nel frattempo, mentre restano fermi i lavori nell’ex area industriale, prendeva il via la ristrutturazione delle ex case degli operai, alle spalle della vecchia vetreria. Gli appartamenti, una quarantina, venivano acquistati quasi tutti da personale dell’amministrazione giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, compresi un paio di magistrati. Quasi 8 milioni di euro il ricavato dalla vendita dell’intero complesso, denominato le «casette rosse», per la Gaim. Il progetto edilizio ha destato l’attenzione della procura della Repubblica di Latina che, nel luglio 2011, ha iscritto nel registro degli indagati per il reato di lottizzazione abusiva, fra gli altri, gli stessi Martino, Simioli, Sica, Di Tella e Todisco. Con loro, anche numerosi notai che hanno stipulato le compravendite, fra i quali Daniela Arseni di Formia e Giancarlo Laurini.
Il relativo procedimento penale, dopo anni di «stop» a seguito della chiusura del tribunale di Gaeta, pende attualmente presso il tribunale di Latina.
Alle indagini per presunta lottizzazione abusiva ha fatto seguito un precedente sequestro dell’intero complesso per inquinamento ambientale: sotto il vecchio muro di contenimento, infatti, sono state rinvenute ingenti quantità di materiali tossici, in primis l’amianto, sversati nel corso dei decenni.
A quanto riporta una nota della Questura di Caserta risalente al luglio del 2011, il Di Tella (a meno di un caso di omonimia) insieme a Ciro Ruffo fu anche vittime di un agguato consumato a Carinaro, in provincia di Caserta, e avvenuto il 28 settembre 2000. Autori del tentato omicidio appartenenti al clan del Casalesi: Gruppo “Di Grazia” e Clan “Sarno” di Ponticelli.
I destinatari dei provvedimenti in carcere, nel 2011, erano tutti già detenuti: Francesco Di Grazia, esponente dell’omonima fazione dei Casalesi, in carcere a Taranto; Salvatore Di Domenico, 44 anni, di Cesa, in carcere a Larino, legato ai Di Grazia ed Eduardo Troiano, 37 anni, in carcere a Secondigliano, del clan Sarno. A conclusione di complesse e laboriose indagini, corroborate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, la polizia, coordinata dalla Dda di Napoli, ha fatto piena luce sul tentato omicidio di Ruffo e Di Tella, appartenenti al clan capeggiato da Aldo Picca di Carinaro*.
*: Il Raffaele Di Tella citato non è lo stesso Raffaele Di Tella custode giudiziario dell’ex Avir, ma trattasi di un caso di omonimia. Il diretto interessato, a cui porgiamo le scuse a nome di Latina Tu, è stato informato della nostra rettifica. Leggi qui l’articolo di rettifica.