Si è tenuta in Prefettura, a Latina, una conferenza stampa relativa alle “problematiche legate al caporalato e iniziative adottate per contrastare il fenomeno, ad un anno dalla morte di Satnam Singh”, il bracciante indiano scomparso un anno fa dopo esser stato abbandonato davanti casa dal suo datore di lavoro con un braccio amputato.
Presente il commissario straordinario per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura del governo italiano Maurizio Falco, l’assessore regionale Giancarlo Righini, il prefetto di Latina Vittoria Ciaramella, il questore pontino Fausto Vinci, il comandante provinciale dei carabinieri Christian Angelillo e quello della guardia di finanza Giovanni Marchetti, il procuratore aggiunto Luigia Spinelli, il vice sindaco di Latina Massimiliano Carnevale e i sindacati.
“Abbiamo lavorato ad un protocollo che punti a far emergere il fenomeno, e che presto verrà firmato in modo tale che non rimanga carta straccia, bensì che si trasformi in iniziative concrete – ha detto il procuratore aggiunto Luigia Spinelli -. Ad un anno dalla morte di Satnam Singh, che è stata una tragedia, non è cambiato niente: per migliorare la situazione in provincia occorre un intervento anche politico”.
“Abbiamo fatto il punto della situazione di quanto accaduto nell’anno dopo la morte di Satnam Singh. Abbiamo sempre prestato grande attenzione al fenomeno, coinvolgendo tutti gli attori tanto dal punto di vista repressivo che preventivo. Non possiamo cambiare subito il sistema – ha aggiunto il Prefetto Ciaramella – ma vogliamo rendere Latina un laboratorio lavorativo da esportare. Già il fatto che alcune aziende controllate negli ultimi mesi abbiano spostato la propria sede significa che non hanno trovato terreno fertile”.
Dalla morte di Satnam ad oggi, spiega il Comando provinciale dei Carabinieri di Latina, insieme al Nucleo Ispettorato del Lavoro locale, sono stati effettuati “145 controlli ad aziende agricole, di cui 59 sono risultati irregolari; controllati 686 lavoratori, di cui 427 extracomunitari (80 di essi lavoratori irregolari e 16 privi di qualsiasi autorizzazione o permesso per rimanere in Italia); sospese 25 attività. Delle 59 aziende irregolari, 8 sono state destinatarie di fondi Ue. Per 4 di queste, è stata fatta la segnalazione all’Agea”.